Continuano a scriversi le pagine del romanzo sulla positività al clenbutarolo di Alberto Contador allo scorso Tour de France, nel quale lo spagnolo è risultato vincitore. Proprio quest'oggi l'UCI ha chiesto alla RFEC, la Federciclo spagnola, di aprire un'inchiesta disciplinare verso il fuoriclasse madrileno col fine di capire se l'infinitesimale quota di clenbuterolo rilevata nel suo sangue possa dipendere realmente da una contaminazione alimentare dovuta ad una bistecca spagnola.
Secondo quanto riporta Marca.com la WADA avrebbe comunicato a Ezequiel Mosquera (positivo all'amido idrossietilico all'ultima Vuelta) di non aver riscontrato alcuna sostanza dopante nei suoi campioni di sangue analizzati al laboratorio di Colonia. L'amido idrossietilico, infatti, non è una sostanza dopante di per sé, ma potrebbe essere usata per coprire gli effetti di altri composti.
Per discolparsi dalle accuse che gli piovvero addosso qualche settimana fa, quando fu resa nota l'operazione Cobra-Red dei Nas con il coinvolgimento di Enrico Rossi (ne parlammo qui), l'ex ciclista italo-colombiano Nicolas Vanegas Sánchez scrive una lettera aperta agli organi di stampa, che riportiamo di seguito.
Amedeo Colombo (presidente ACCPI) e Federico Maria Scaglia (segretario generale ACCPI), a nome degli atleti che rappresentano, hanno scritto al direttore di Striscia la Notizia Antonio Ricci e al direttore generale dell'informazione Mediaset Mauro Crippa in merito al servizio di Max Laudadio dal titolo "Non si arresta il doping nel ciclismo", andato in onda nel corso della trasmissione di ieri sera.
Come prevedibile, l'assoluzione di Franco Pellizotti da parte del TNA del Coni dopo il fermo dell'UCI sulla base del profilo dell'atleta riscontrato attraverso il passaporto biologico, rischia di fare giurisprudenza: il veronese Pietro Caucchioli, squalificato per 2 anni il 17 giugno 2009 dallo stesso organo italiano sulle basi dello stesso passaporto che ha assolto Pellizotti, ha fatto ricorso al TAS di Losanna contro la squalifica, e l'organo svizzerà ascolterà il ciclista italiano il prossimo 21 dicembre e deciderà qualche settimana dopo.
Che l'aria in Spagna sia decisamente cambiata per chi vuole compiere attività inerenti al doping, è sempre più chiaro. Anche le Canarie, paradiso tranquillo dei corridori che vanno a fare lì i loro ritiri invernali, ma anche di quelli che ci vanno (andavano?) per poter "caricare" più del lecito il motore, vivono il loro bravo blitz: la Guardia Civil ha arrestato infatti 34 persone nelle ultime ore, con l'accusa di aver partecipato a vario titolo a un traffico di clenbuterolo.
Franco Pellizotti non si accontenta dell'assoluzione ricevuta dal Tribunale Nazionale Antidoping, ma ora vuol chiedere conto a qualcuno di questa stagione buttata via. Nella fattispecie, il corridore proverà a rivalersi sull'UCI, responsabile della gestione del progetto passaporto biologico, e motore primo degli eventi che hanno portato alla sospensione di Pellizotti: «Ho buttato una stagione e ora chiederemo i danni all'Unione Ciclistica Internazionale», ha dichiarato l'atleta.