Tutti dopati?: Assoluzione per Pellizotti - Ma la stagione ormai è andata
Versione stampabileDopo più di cinque mesi e mezzo, finalmente, Franco Pellizotti s'è tolto il macigno della possibile squalifica per doping che incombeva sulla sua testa: il Tribunale Nazionale Antidoping del Coni, infatti, ha assolto il ciclista friulano dalle accuse che gli erano piovute addosso dopo la comunicazione dell'UCI - alla vigilia dello scorso Giro d'Italia - che aveva annunciato il riscontro di valori sospetti nel passaporto biologico durante il Tour de France 2009. Per il TNA "non ci sono gradi di certezza sufficienti per ritenere il ciclista imputabile dei reati ascritti": le anomalie erano negli sbalzi di alcuni valori che rimanevano comunque entro i limiti prestabiliti ed in pratica è stato certificato che queste variazione non sono spiegabili unicamente con l'essersi sottoposti a pratiche proibite.
Per Pellizotti questa è senza dubbio un'ottima notizia anche perché, a differenza di molti altri casi, Franco ha sempre potuto contare sull'appoggio della squadra che aveva delegato Roberto Corsetti, il proprio medico sociale, come incaricato a studiare tutti gli aspetti medico-scientifici della vicenda. Certo, per un corridore che a gennaio compirà 32 anni e che nei due precedenti aveva raggiunto i picchi massimi della sua carriera, dover saltare così praticamente un'intera stagione, per di più senza essere ufficialmente sospeso, non è affatto facile ma siamo sicuri che Pellizotti si starà già concentrando su quello che sarà il 2011.
Tutto questo, però, ci offre spunti per diverse riflessioni su come viene utilizzato il passaporto biologico attualmente e su cosa non va in questo sistema. Partiamo da un semplice dato: lo scorso 3 maggio l'UCI ha invitato le federazione nazionali ad aprire delle indagini sui valori di Franco Pellizotti, Tadej Valjavec e Jesús Rosendo. Il risultato? Una tripla assoluzione perché non esistono prove effettive che i suddetti ciclisti abbiano fatto uso di doping. Nei mesi scorsi diversi atleti erano stati squalificati in seguito alle indagini sul passaporto biologico ma dopo questi tre casi viene da chiederci se non sarebbe il caso di rivedere qualcosa nelle procedure che hanno portato all'apertura di questi procedimenti: se per tutti e tre i valori si sono dimostrati interpretabili perché invece gli esperti che analizzano i dati di tutti i controlli s'erano pronunciati verso l'uso di doping? Come è possibile che degli atleti innocenti debbano saltare dai tre ai sei mesi senza essere ripagati in alcun modo? E chi osa contraddirli quando sostengono di sentirsi presi in giro?
Un altro aspetto che va messo in risalto è quello delle tempistiche, un tema sul quale l'UCI s'è spesso distinta per grande puntualità: i valori anomali di Pellizotti erano riferiti al luglio 2009 ma da Aigle la comunicazione e l'invito ad aprire l'inchiesta è arrivata ben dieci mesi dopo, a maggio 2010, appena cinque giorni prima del via del Giro d'Italia in cui il Delfino di Bibione sarebbe stato uno dei favoriti. Non si può neanche dire che gli esperti del passaporto biologico siano arrivati ad una conclusione troppo affrettata.
Sicuramente se si vuole far funzionare tutto al meglio serve lavorare di più e in maniera diversa. Il passaporto biologico è uno strumento decisamente costoso ma comunque utile per riuscire quantomeno a limitare il fenomeno doping ma fino ad oggi non sembra essere stato usato nel modo migliore possibile: tre assoluzioni nel giro di poche settimane rischiano di screditare completamente questo sistema e sarebbe l'ennesimo fallimento dell'attuale gestione dell'antidoping. Qui bisogna cercare di salvare quel poco che è stato fatto di buono e ripartire da lì: per farlo servirebbero forse persone nuove, dirigenti capaci ed esperti che si ricordino di essere tali e che non si facciano condizionare dall'esterno.
Un ultima considerazione, forse un po' provocatoria, la facciamo per coloro a cui piace sempre pensare male. Dopo le parole di Torri che aveva bollato i ciclisti come "tutti dopati" dal Tribunale Nazionale Antidoping sono arrivate due "vittorie" su due per i ciclisti: prima a Di Luca è stato riconosciuto uno sconto di pena di ben nove mesi, oggi invece è arrivata l'assoluzione di Pellizotti. Forse qualche persona di peso potrebbe anche aver iniziato a pensare di aver fatto qualche cavolata di troppo.