Dopo l'infausta esperienza con Infront, con le gare prodotte in maniera parziale e con un livello qualitativo insufficiente (per non parlare della ridotta commercializzazione, basti pensare che paesi come Germania e Spagna non hanno visto alcuna gara in tv), l'UCI ha annunciato ieri di essere giunta ad un accordo con EBU (European Broadcasting Union, ovvero sia l'Eurovisione) e con l'agenzia IMG per la distribuzione a livello globale di tutti i Campionati Mondiali per il periodo 2017-2024.
Con una lettera aperta Brian Cookson, presidente dell'UCI, risponde alle tante istanze pervenute all'Unione Ciclistica Internazionale e a lui in persona, in seguito alla tragica scomparsa di Antoine Demoitié a causa di un incidente in corsa alla Gand-Wevelgem. Di seguito riportiamo integralmente il testo pubblicato stasera da Cookson.
È un Mauro Vegni arrabbiatissimo quello che ci ha contattati telefonicamente dopo aver letto l'articolo in cui gli chiedevamo di dimettersi dopo i fatti della Tirreno-Adriatico e di Monte San Vicino (a questo link). Vegni sostiene che, contrariamente a quanto abbiamo scritto «non ho agito in malafede e ho 50 testimoni che possono confermarlo.
Naturalmente non c'è nessuno scandalo che fa tremare la Gazzetta dello Sport né il suo direttore, ci tenevamo però a porre all'attenzione dei nostri lettori un modo di fare giornalismo a dir poco becero.
Clamoroso colpo di scena per il futuro del ciclismo: come avvenuto già nel 2008 quando le prove di ASO e RCS Sport erano fuori dal Pro Tour, ASO ha annunciato oggi con un comunicato stampa di aver reso noto all'UCI di togliere le proprie corse di primo livello (Tour de France, Paris-Roubaix, Liège-Bastogne-Liège, La Flèche Wallonne, Paris-Nice, Critérium du Dauphiné) dal World Tour a partire dal 2017, come risposta al progetto di modifica del circuito che la federazione internazionale sta portando avanti.