Dopo una primavera di sofferenza in cui non riusciva a esprimere al pieno tutta la sua forza -si è poi saputo che la causa era un'intolleranza al lattosio- il veronese Andrea Guardini ritorna al successo nella seconda tappa del Giro di Danimarca. Il velocista dell'Astana ha sprintato vittoriosamente nella Skive-Aarhus di 195 km, precedendo il tedesco della Mtn Qhubeka Gerald Ciolek e il padrone di casa della Tinkoff-Saxo (sponsor che oggi ha annunciato il rinnovo con il team di Riis anche per la prossima stagione) Matti Breschel.
Nel primo giorno di mercato il team Astana sorprende la concorrenza annunciando l'ingaggio di Lars Boom. Il ventottenne olandese della Belkin, vincitore della tappa di Arenberg del Tour de France, era a lungo stato accostato alla Sky. Arrivano a irrobustire il roster kazako anche lo spagnolo Luis León Sánchez dalla Caja Rural e i due italiani Diego Rosa dalla Androni e Davide Malacarne dalla Europcar. Per Boom e Rosa il contratto avrà durata biennale mentre per Malacarne e Sánchez l'accordo durerà una stagione.
Appena aperta ufficialmente la stagione del ciclomercato c'è già un corridore che annuncia il proprio cambio di maglia per il prossimo anno: si tratta di Luis León Sánchez che ha raccontato a Biciciclismo.com che nel 2015 vestirà la maglia dell'Astana. Sánchez era stato scaricato dalla Belkin lo scorso inverno ed aveva fatto un passo indietro andando a correre con la Caja Rural, squadra con cui in questo 2014 ha conquistato due vittorie: il 30enne murciano ritrova così la massima categoria del ciclismo mondiale dopo un anno come Professional.
Gianni Savio con tutta la Androni-Venezuela si congratula con il trionfatore del Tour de France: «Vincenzo Nibali rappresenta il volto nuovo del ciclismo, uno sport che ha saputo voltar pagina, lasciandosi alle spalle gli anni bui del passato. Significativo a tale proposito il fatto che abbia percorso vittoriosamente la scalata all'Hautacam, ma impiegando tre minuti in più rispetto ad altri protagonisti del passato. Ha vinto con autorevolezza ed ha espresso potenza atletica e acume tattico in corsa, compostezza e semplicità nel dopo gara.
«Ho vinto il Tour de France!», finalmente può dirlo Vincenzo Nibali. Non serve più la scaramanzia che, nei giorni scorsi, lo aveva portato a non sbilanciarsi mai quando gli veniva chiesto se si sentiva il padrone di questo Tour. Ora la maglia gialla è definitivamente sulle sue spalle: «Forse non riesco ad esternarlo, ma ho dovuto prendere più volte il respiro perché l'emozione era veramente tanta. Tutta questa gente, gli Champs-Elysées, la festa e i tifosi», è ancora frastornato Vincenzo.
È salito sul podio con l'aria di chi non ha ben chiaro dove si trova. Vincenzo Nibali era visibilmente emozionato mentre aspettava di indossare la sua ultima maglia gialla, quella definitiva, quella che nessuno potrà più togliergli di dosso. Con la voce rotta dalla grande emozione ha letto il suo discorso di ringraziamento: «Ho sempre detto che tutte le vittorie di tappa non avrebbero mai potuto eguagliare l'emozione che si prova a salire sul gradino più alto del podio del Tour de France. E ora che sono qui l'emozione è ancora più forte di quello che avrei potuto immaginare.