Positivo all'antidoping ad uno stimolante e un diuretico durante la Sei Giorni di Gand nel novembre 2008, assolto in formula piena dalla Federciclo belga nel marzo 2009 per via di una contaminazione alimentare, il belga Iljo Keisse è stato oggi squalificato di nuovo dal TAS di Losanna, ripristinando dunque la condanna di 2 anni emessa all'epoca. L'ex corridore della Topsport Vlaanderen, nel frattempo passato alla Quick Step, è stato già fermo per 11 mesi, per cui gli rimarranno da scontare 13 mesi.
Dopo la squalifica di 2 anni ricevuta lo scorso 30 giugno, l'elvetico Thomas Frei è stato bannato a vita dalla Federciclo svizzera, che - leggiamo su Cyclingnews.com - ha dichiarato che «Frei, nel caso in cui dovesse tornare a correre, non sarà mai più convocato dalla rappresentativa Nazionale per gare come i Campionati del Mondo o i Giochi Olimpici». Nei suoi tre anni e mezzo da professionista finora trascorsi, Frei aveva partecipato al solo Mondiale di Varese nel 2008, sia nella prova in linea che in quella a cronometro.
Un'agenzia ANSA segnala il ricorso in appello di Riccardo Riccò contro la sentenza emessa dal Tribunale francese di Foix martedì scorso, che ha condannato il ciclista romagnolo a due anni di reclusione con la condizionale ed una sanzione economica: «Riteniamo ingiusta la sentenza - dichiara il suo legale - Un principio del diritto francese ed europeo è stato violato. Riccò non può essere condannato due volte per la stessa infrazione».
In seguito alle notizie apparse su alcuni organi di informazione, il Gs Zalf Desirèe Fior ci tiene a sottolineare la propria totale estraneità all'indagine condotta dai Nas in collaborazione con la Guardia di Finanza riguardante il medico bresciano Filippo Manelli.
Il corridore bresciano della Quick Step, Marco Velo, sarebbe tra i coinvolti nell'inchiesta della Procura di Padova che ha portato oggi a ventidue perquisizioni effettuate in tutta Italia. È invece ancora sconosciuto il nome del medico bresciano, un endocrinologo dell'Ospedale Civile di Brescia.
Il Tribunale di Foix, in Francia, ha condannato Riccardo Riccò a due mesi di reclusione con la condizionale per i fatti inerenti alla sua positività riscontrata durante il Tour de France 2008, cui seguì una perquisizione che portò al ritrovamento di siringhe, aghi e fiale. Il modenese è stato giudicato colpevole di assunzione di sostanze nocive, e pagherà anche 6000 euro (3000 di multa e 3000 di risarcimento danni e interessi alla Federciclo francese). Riccò non si è presentato all'audizione in aula, oggi a Foix.
Fonte: AFP
Dopo il 10° posto nel Campionato Italiano in linea, per Riccardo Riccò è tempo di affrontare un nuovo capitolo del libro riguardante la sua positività al Tour de France 2008. Martedì infatti comparirà davanti al tribunale francese perché, nella perquisizione dopo la positività, la polizia trovò farmaci, aghi e fiale. Riccò rischia una pena detentiva di due anni e una multa di circa 4mila euro.
La WADA (Agenzia Internazionale Antidoping) ha respinto la richiesta dell'AFLD (l'agenzia francese) di poter effettuare dei controlli antidoping durante il prossimo Tour de France, controlli che saranno gestiti interamente dall'Unione Ciclistica Internazionale. Ad ogni modo, l'AFLD potrà suggerire dei nomi di corridori da testare (pare che l'agenzia di Bordry sia in possesso di informazioni riservate rilasciatele dalla polizia), mentre la WADA invierà alla Grande Boucle degli ispettori che vigileranno sull'operato dell'UCI.
Il TNA del CONI ha squalificato per due anni il lombardo Eddy Ratti, ciclista tesserato per la De Rosa-Stac Plastic, trovato positivo dopo un controllo a sorpresa. La squalifica, retroattiva, parte dal 12 febbraio e scadrà dunque l'11 febbraio 2012. A Ratti è stata inoltre comminata una sanzione economica che sfiora gli 11mila euro.
Arrivano in questi giorni le condanne per i corridori fermati nel giugno 2009 per anomalie nei rispettivi passaporti biologici: il 27 maggio era toccato a Francesco De Bonis incappare nei 2 anni di squalifica (più circa 30mila euro di multa) decisa dal TNA italiano fino al 17 giugno 2011, poi il 3 giugno è stato Pietro Caucchioli a vedersi infilggere 2 anni (più circa 5mila euro di multa) dallo stesso TNA, con la stessa scadenza del corridore laziale.