Mondiali 2015: Cara Valentina, gara da ovazione - Le pagelle: Scandolara la migliore delle azzurre
- CAMPIONATO DEL MONDO SU STRADA WE 2015
- Alena Amialiusik
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- Alena Amialiusik
- Alena Amialiusik
- Amy Pieters
- Amy Pieters
- Amy Pieters
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Anna Van der Breggen
- Chantal Blaak
- Chantal Blaak
- Chantal Blaak
- Chantal Blaak
- Coryn Rivera
- Elena Cecchini
- Elena Cecchini
- Elena Cecchini
- Eleonora Van Dijk
- Eleonora Van Dijk
- Eleonora Van Dijk
- Elisa Longo Borghini
- Elisa Longo Borghini
- Elisa Longo Borghini
- Elisa Longo Borghini
- Elisa Longo Borghini
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- Elizabeth Armitstead
- Elizabeth Armitstead
- Elizabeth Armitstead
- Elizabeth Armitstead
- Elizabeth Armitstead
- Elizabeth Armitstead
- Elizabeth Armitstead
- Emma Johansson
- Emma Johansson
- Emma Johansson
- Emma Johansson
- Emma Johansson
- Emma Johansson
- Evelyn Stevens
- Evelyn Stevens
- Evelyn Stevens
- Evelyn Stevens
- Giorgia Bronzini
- Giorgia Bronzini
- Giorgia Bronzini
- Giorgia Bronzini
- Giorgia Bronzini
- Jolanda Neff
- Jolien D'Hoore
- Jolien D'Hoore
- Jolien D'Hoore
- Jolien D'Hoore
- Jolien D'Hoore
- Jolien D'Hoore
- Katarzyna Niewiadoma
- Katarzyna Niewiadoma
- Katarzyna Niewiadoma
- Katarzyna Niewiadoma
- Katarzyna Niewiadoma
- Katrin Garfoot
- Katrin Garfoot
- Lauren Kitchen
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lisa Brennauer
- Lucinda Brand
- Lucinda Brand
- Lucinda Brand
- Lucinda Brand
- Lucinda Brand
- Malgorzata Jasinska
- Malgorzata Jasinska
- Marta Bastianelli
- Marta Bastianelli
- Megan Guarnier
- Megan Guarnier
- Megan Guarnier
- Megan Guarnier
- Megan Guarnier
- Pauline Ferrand-Prévot
- Pauline Ferrand-Prévot
- Rachel Neylan
- Rachel Neylan
- Romy Kasper
- Romy Kasper
- Rossella Ratto
- Rossella Ratto
- Rossella Ratto
- Rossella Ratto
- Shelley Olds
- Shelley Olds
- Tatiana Guderzo
- Trixi Worrack
- Trixi Worrack
- Trixi Worrack
- Trixi Worrack
- Trixi Worrack
- Trixi Worrack
- Valentina Scandolara
- Valentina Scandolara
- Valentina Scandolara
- Ciclismo femminile
Lizzie Armitstead - 10
Era la favorita numero uno e ha vinto alla grande pur restando senza compagne di squadra al suo fianco negli ultimi tre giri: è rimasta fredda e ha gestito bene, il lavoro delle altre nazionali l'ha un po' aiutata (un pizzico di fortuna non guasta mai), poi s'è scatenata nell'ultimo chilometro provando ad attaccare in prima persona e poi riuscendo ancora a fulminare tutte in volata. Un successo meritatissimo che arriva a coronamento di una stagione ricca di affermazioni: è partita forte vincendo subito il Ladies Tour of Qatar, poi vittorie a Cittiglio, Philadelphia e Plouay per conquistare la sua seconda Coppa del Mondo consecutiva, ed infine la conclusione in bellezza con la maglia iridata. Non ha ancora compiuto 27 anni ma pochissime atlete al mondo possono vantare un palmarès come il suo.
Anna Van der Breggen - 8
Terza domenica scorsa con la RaboLiv nella cronometro a squadre, seconda martedì nella cronometro individuale e ancora seconda oggi nella prova in linea: l'olandese Anna Van der Breggen è stata una protagonista indiscussa di questi Campionati del Mondo di Richmond. Contro questa Armitstead la talentuosissima olandese non avrebbe potuto fare molto di più ma l'impressione è che forse oggi non fosse la sua giornata migliore: molto strano infatti vedere una Van der Breggen passiva e che subisce la corsa, al posto dell'atleta aggressiva e combattiva che vediamo abitualmente. Nel finale ha accettato di giocarsela in volata (partendo un po' lunga) con una più rapida di lei ed il risultato è stato scontato: avrà tempo e modo per rifarsi, ma il suo 2015 resta comunque da urlo con le vittorie alla Freccia, al Giro e a Parigi.
Megan Guarnier - 8.5
Questa americana di 30 anni sta crescendo anno dopo anno ed in questa stagione è stata protagonista di una vera e propria svolta: ottime prestazioni nelle corse a tappe (terza al Giro), ma si è messa in luca anche nelle classiche più impegnative vincendo la prima Strade Bianche e arrivando terza alla Freccia Vallone. Questo podio non arriva a sorpresa perché la portacolori della Boels-Dolmans è un'atleta che va forte in salita, che è dotata di una grande esplosività e che ha un'ottima capacità di correre nelle prime posizioni: il suo risultato dimostra anche che questo percorso di Richmond, il finale soprattutto, è probabilmente stato molto sottovalutato. Per gli Stati Uniti è la prima medaglia mondiale in una prova in linea élite (uomini compresi) dal 1994, l'ultima era stata Jeanne Golay, bronzo ad Agrigento.
Elisa Longo Borghini - 7.5
Per il secondo anno consecutivo l'Italia si ferma ai piedi del podio, a Ponferrada con Giorgia Bronzini e qui con Elisa Longo Borghini. Sul tracciato di Richmond l'ossolana non è partita come capitana unica della nazionale azzurra perché i brevi strappi non lasciavano presagire una corsa così selettiva. Elisa ha comunque confermato tutta la sua classe ma purtroppo anche tutti i suoi limiti quando si tratta di sprintare: la scelta di non provare ad anticipare sul rettilineo finale stava comunque per pagare perché è stata capace di lasciarsi alle spalle atlete molto veloci come Johansson, Amialiusik o Ferrand-Prévot ed il podio era veramente ad un soffio.
Valentina Scandolara - 9
Mondiale monumentale per la veronese che probabilmente attorno ai meno 10 chilometri aveva iniziato anche a sognare in grande. Molto attenta e generosa nella prima parte di corsa, Valentina è stata l'unica delle italiane ad inserirsi in un attacco molto pericoloso che ha guadagnato fino a più di un minuto sul gruppo delle favorite: Scandolara ha staccato tutte le compagne di fuga assieme all'australiana Kitchen ma proprio sul più bello, a quattro chilometri dal traguardo, il gruppo si è rifatto sotto. Nonostante tutto nel finale ha tenuto duro e ha provato a dare un'ultimo piccolo aiuto alle compagne di squadre che sono rientrare da dietro: ha chiuso al 23° posto a 19" dalla Armitstead ma dopo una prova così il piazzamento non conta, bisogna solo fare tanti applausi.
Giorgia Bronzini - s.v.
Non possiamo sapere come sarebbe andata senza quella sfortunata rottura del cambio nelle ultime centinaia di metri: probabilmente non sarebbe cambiato nulla e non avrebbe lottato per una medaglia perché all'inizio del rettilineo finale era leggermente staccata dalle prime nove, però non si può mai sapere perché un buco di 20 metri si può chiudere e poi... Nel complesso la sua resta una buona prestazione, per buona parte della gara ha scollinato molto bene sui muri in pavé ma alla fine è uscita fuori una gara molto più dura di quanto fosse previsto. Dopo il meritato riposo siamo sicuri che inizierà già a studiarsi il percorso di Doha perché sarà il suo ultimo Mondiale e quello sì è perfetto per lei.
Italia - 6.5
Ancora una volta l'Italia arriva lì a giocarsela e come squadra si merita un bel voto. Oltre alle già citate va segnalata un'ottima Marta Bastianelli in versione gregaria nella prima parte di gara ma tutte le ragazze si sono mosse abbastanza bene (Ratto all'inizio, Guderzo in regia, Cecchini in marcatura) considerato che non c'è stata grande battaglia nei primi giri. La squadra ha corso compatta con Giorgia Bronzini ma con il senno di poi la lettura del percorso non è stata delle più corrette e questo è stato il rimpianto più grande di oggi: in ogni caso anche una corsa più aggressiva in favore di Elisa Longo Borghini non sarebbe stata garanzia di podio o di vittoria.
Pauline Ferrand Prévot - 6
L'ultimo chilometro del Mondiale era perfetto per le sue caratteristiche e dall'iridata uscente ci si aspettava molto di più di una sesta posizione dopo essere rimasta nascosta per quasi tutta la gara (per lei anche una piccola scivolata che l'ha costretta a cambiare la bici): ma cosa si può dire ad un'atleta straordinaria che appena tre settimane fa andava a vincersi un Campionato del Mondo élite in Mountain Bike mentre tutte le sue avversarie di oggi si preparavano a puntino per questo appuntamento? La sua capacità di passare da una specialità all'altra e di adattarsi con grande rapidità è impressionante, siamo curiosissimi di vederà cosa sarà capace di fare il prossimo anno a Rio.
Jolanda Neff - 8
Anche lei arriva direttamente dalle ruote grasse ed è veramente un peccato non vederla più spesso all'opera su strada. Quest'anno la 22enne elvetica ha fatto appena quattro apparizioni con uno score impressionante: a Cittiglio ha chiuso al sesto posto, alla Freccia Vallone è stata appiedata da un problema meccanico, ha vinto per dispersione il Campionato Nazionale e quindi il nono posto di oggi al Campionato del Mondo. Il talento c'è, magari dopo i Giochi Olimpici potrebbe essere il momento ideale per concentrare qualche attenzione in più verso un'altra specialità che può regalarle grandi soddisfazioni.
Katarzyna Niewiadoma - 7.5
La nazionale polacca sta diventando una realtà sempre più solida e Katarzyna Niewiadoma è un grandissimo talento. La 21enne della RaboLiv ha piazzato un'accelerazione brutale sulla penultima salita e sullo strappo finale è stata la prima a seguire l'attacco di Lizzie Armitstead: su un percorso con salite un poco più lunghe, lei che è una scalatrice avrebbe potuto ottenere di più di una settima posizione ma di Mondiali davanti a sé ne ha ancora tantissimi. Tutta la Polonia ha dimostrato una bella personalità in corsa, ci sono giovani di valore e presto potrebbero rappresentare una delle nazioni di riferimento: ottima prova della grintosa 31enne Malgorzata Jasinska, in fuga e poi all'attacco da sola tra la fine del penultimo e l'inizio dell'ultimo giro.
Emma Johansson e Alena Amialiusik - 6.5
Mettiamo assieme due atlete di nazionalità ed età diverse ma che hanno molti punti in comune tra di loro. Johansson e Amialiusik hanno grandi qualità, entrambe sono veloci e resistenti e nei grandi appuntamenti sono bravissime a fare la corsa da sole visto che le rispettive nazionali non hanno organici di primo livello: la forte svedese s'è piazzata per la sesta volta in carriera tra le prime 5 di un Mondiale la maglia iridata resterà quasi sicuramente un sogno irrealizzato avendo annunciato il ritiro al termine del 2016, la giovane bielorussa invece sembra sempre di più la sua pluripiazzata erede (oggi ottava) sebbene quest'anno abbia vinto la prova su strada dei Giochi Europei di Baku.
Jolien D'Hoore - 4
Troppo dura la corsa per la velocista belga che per puntare a questo Campionato del Mondo aveva addirittura rinunciato a difendere il proprio primato in Coppa del Mondo nella prova finale di Plouay: il voto odierno tiene conto anche di quella scelta poco felice (ma Armitstead avrebbe vinto comunque la Coppa). In ogni casa la portacolori della Wiggle Honda deve essere estremamente soddisfatta della propria stagione e se continuerà ancora a migliorare in tenuta e velocità il prossimo anno sarà la donna da battere al Mondiale di Doha.
Lisa Brennauer - 4.5
Prova negativa anche per Lisa Brennauer che si è fatta vedere spesso davanti sugli strappi nei primi giri ma che poi è letteralmente sparita quando tutte le grandi favorite hanno accelerato nel finale. Nel complesso è sembrata abbastanza confusionaria tutta la prova della nazionale tedesca che ha speso tanto all'inizio e ha lasciato prendere tanto margine ad una fuga in cui la pur brava Romy Kasper non dava troppe garanzie di medaglia; nel finale è quindi stata la Germania a togliere un po' le castagne dal fuoco a Lizzie Armitstead con il risultato che la britannica ha vinto e Trixi Worrack non è andata oltre il 12° posto.
Australia - 7
Senza una grande leader o un'atleta di spessore, l'Australia per sperare di agguantare una medaglia poteva solo attaccare a ripetizione per portare via una fuga ed è proprio quello che ha fatto: la prima a muoversi è stata Katrin Garfoot, poi è toccato a Rachel Neylan che ha innescato l'azione più pericolosa di giornata e in cui era presente anche Lauren Kitchen. Ad un certo punto sembrava che la mossa potesse essere quella giusta, ma il gruppo è tornato sotto proprio nella fase decisiva: da notare che proprio Rachel Neylan è stata la miglior atleta al traguardo tra quelle che facevano parte di quel drappello di attaccanti.
Olanda - 5
Pur portando a casa la medaglia d'argento con Anna Van der Breggen, l'atteggiamento tattico dell'Olanda non ha convinto molto: l'attacco solitario di Chantal Blaak è servito a poco e non sono state sfruttate al meglio due atlete potenti come Lucinda Brand o Ellen Van Dijk che in fuga sarebbero state molto più incisive rispetto ad Amy Pieters che aveva già lavorato molto in precedenza. Con una leader come Anna Van der Breggen ci si aspettava di vedere le maglie arancione scatenate fin dall'inizio ma forse Lizzie Armitstead incuteva troppo timore e s'è cercata un'alternativa, ma senza successo.
Shelley Olds - s.v.
Ancora una volta molto sfortunata: ci ricordiamo ancora la foratura ai Giochi Olimpici di Londra 2012 quando si trovava nella fuga vincente, oggi invece è stata messa fuori gioco da una caduta. Per gli Stati Uniti è arrivata comunque la medaglia di Megan Guarnier ma si sono comportate bene anche la sempre generosa Evelyn Stevens e la giovane 23enne Coryn Rivera, atleta dotata di grandissimi numeri e che oggi s'è vista in fuga nelle fasi calde della prova.