Tappa breve, la 13a del Giro d'Italia, da Savona a Cervere (soli 121 km). Vittoria in volata di Mark Cavendish, la terza in quest'edizione del Giro (Herning e Fano le altre due). Se ne vano subito in due: Keizer e Failli. Il gruppo amministra ed a 17 km dall'arrivo i fuggitivi vengono ripresi. Ai -5.6 allungano Berard, Vermote ed il piemontese Felline, ma la Sky e la Garmin inseguono e chiudono subito. Nel finale la Saxo Bank dà fondo a tutte le sue energie per Juan José Haedo ma all'ultimo chilometro è la Sky di Cavendish in testa ed è proprio l'iridato ad imporsi su Kristoff e Renshaw.
Alla partenza della 12 tappa da Seravezza il colombiano della Sky Sergio Luis Henao Montoya: «Aspettiamo le tappe chiave, dove inizierà il difficile. Sono davanti e sto molto bene. L'obiettivo è restare davanti con Rigoberto Urán ed aiutarlo a restare nei primi cinque o dieci della classifica. Puntiamo alla maglia bianca e se ne avrò ancora vorrei restare in una buona posizione in classifica generale. Vediamo come staremo nelle prossime tappe. Non ne ho scelta una in particolare e le salite non le conosco, d'altra parte è il mio primo Giro».
La tappa Bartali, la più lunga del Giro, da Assisi a Montecatini Terme (255 km), va a Roberto Ferrari. Partono dopo 10 km Sáez de Arregi, Delage, Kaisen, Boaro, Denifl. In un primo momento c'è anche Simone Ponzi ma il portacolori dell'Astana si fa presto riassorbire. I 4 resistono fino ai -30 km quando Boaro scatta e si porta in testa, solo il basco Saez de Arregi prova a resistere.
Dario David Cioni, che dopo il ritiro dal ciclismo pedalato ricopre oggi il ruolo di business manager per l'Italia della Sky ProCycling, svela qualche retroscena sugli obiettivi della squadra inglese: «Puntiamo alla maglia bianca con Sergio Henao, che va bene in montagna, non è magari conosciuto come Urán e proprio per questo motivo potrebbe avere qualche libertà in più».
Rigoberto Urán, bravo colombiano del Team Sky, alla partenza da Sulmona ha dichiarato le proprie intenzioni in merito al Giro d'Italia 2012: «Tener duro fino alla fine di fronte a corridori fortissimi del calibro di Basso o Scarponi». Urán, uno dei rappresentanti della rinascita colombiana nel ciclismo di questi ultimi anni, ha anche il connazionale Sergio Henao in squadra: «Siamo amici, sarà un valido aiuto sulle montagne».