Una squadra tradizionalmente votata a regalare spettacolo in salita non poteva farsi scappare uno dei migliori scalatori emersi nel calendario dei dilettanti: il 23enne Diego Rosa, infatti, passerà professionista in prossimo anno con la maglia dell'Androni Giocattoli-Venezuela di Gianni Savio.
È un anno particolarmente ricco di successi per Davide Villella, che sa destreggiarsi sia in piano che in salita: stavolta è a Pian della Mussa a imporsi, battendo uno scalatore come Patrick Facchini della Casati. Nono successo stagionale per il corridore della Colpack. Più staccato, al terzo gradino del podio, Diego Rosa (Palazzago) a 6".
La tappa regina del GiroBio, con arrivo al Passo Gavia, va al fuoriclasse statunitense Joseph Dombrowski, che come al Terminillo è stato capace di fare la diffeRenza in salita. Sul Passo del Ballino attaccano in 14: Eugert Zhupa (Trevigiani), Nazar Jumabekov (Kazakistan), Mirko Puccioni (Caparrini), Andrea Manfredi ed Antonino Puccio (Hopplà), Andrea Vaccher (Marchiol), Gianfranco Zilioli e Matteo Mammini (Colpack), Pietro Tedesco (General Store), Diego Rosa (Palazzago), Yonathan Salinas e Jorge Abreu (MGKvis), Ricardo Pichetta (Monviso), Donato De Ieso (Vejus).
La sesta tappa del GiroBio, 163.8 km da Greve in Chianti a Perignano di Lari, vede vincere in una volata ristretta Enrico Barbin, insaziabile in questo 2012. Anche oggi un tratto di strada bianca da affrontare nelle battute iniziali, con un finale che favorisce il rientro dei velocisti o la buona riuscita della fuga. Nel tratto di strada bianca escono Barbin e Novak (Trevigiani), Rosa (Palazzago), Mammini (Colpack), Tintori (Idea Shoes), Di Carlo (Aran), Pozzo (Viris Maserati), Fiorenza (Gragnano).
Alla partenza di Perugia il vincitore del Giro del Friuli Diego Rosa fa capire che ieri si doveva far gara dura per il capitano, Fabio Aru. Tutti sappiamo com'è andata «ma adesso non controlleremo più troppo i vari uomini di classifica, ieri s'è visto chi può vincere il Giro e chi no». E dai suoi trascorsi in MTB Diego ha imparato molto ma al contempo ha trovato difficoltà su strada a capire quando fare la corsa, quando forzare e quando no («In MTB siamo abituati a partire a tutta»).