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GiroBio 2012 - Le Pagelle: Dombro la star, bene Aru e Penasa - Le sorprese sono Di Serafino e Ciavatta

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Il podio finale del GiroBio con Dombrowski tra Aru e Penasa © Foto Scanferla

Joseph Lloyd Dombrowski - 10
Partiva coi gradi del favorito, in virtù del Giro di California nel quale è stato al passo coi migliori in salita, e non ha deluso le aspettative. Una marcia in più rispetto a tutti i rivali, il ragazzo americano dal cognome polacco è già pronto per il professionismo con la P maiuscola e c'è da scommettere che l'anno prossimo lo vedremo correre nel World Tour.

Fabio Aru - 8.5
È rimasto un altro anno tra i dilettanti per tre obiettivi: Toscana, GiroBio, Val d'Aosta. Il conto col Toscana-Terra di Nazioni è stato saldato, mentre il GiroBio sfugge per mano di un corridore tecnicamente più maturo, a dispetto dell'anno in meno. Aru può comunque fregiarsi di esser stato il primo degli umani e l'unico a perdere poco da Dombrowski sul Gavia. La Palazzago (6.5) è stata tutta attorno a lui, tra Diego Rosa, sazio dopo il Friuli Venezia Giulia vinto e Stanislau Bazhkou (6.5) che già l'aveva aiutato a vincere in Toscana. Il bielorusso è riuscito anche a piazzarsi terzo nella prima tappa, ma non ha terminato la corsa a causa di un malessere nella tappa del Gavia.

Pierre Paolo Penasa - 8.5
La zona del Chianti porta bene all'atleta trentino: al Gp Colline d'Elsa ha conquistato il suo unico successo tra i dilettanti, a Gaiole ha cominciato a costruire il percorso che l'ha portato sul podio del GiroBio, seguendo l'azione giusta. Penasa ha dimostrato di essere un'atleta da grandi appuntamenti e dotato di tempismo, e sicuramente ci sarà soddisfazione e sollievo in casa Zalf Désirée Fior (6.5) per la sua prestazione, vista l'aria di rifondazione che gira quest'anno. Molto più deludenti, invece, gli atleti più attesi: Paolo Simion (5) non è riuscito ad andare oltre il 6° posto ad Asiago negli sprint, ma comunque è positivo che un velocista secondo anno come lui sia riuscito a concludere la corsa. Peggio invece Nicola Boem (voto 3), in ombra tutta la corsa e ritirato l'ultima tappa.

Matteo Di Serafino, Matteo Ciavatta - 7.5
Gli abruzzesi ci tenevano abbastanza a far bene al GiroBio e ce l'han fatta, smentendo chi pensava che le squadre centro-italiche fossero squadre-materasso. Si tratta comunque, sia per il giuliese della Vega che per il fratello minore di Paolo Ciavatta in forza alla Monturano di un bell'exploit, utile specialmente al primo che è all'ultima occasione per trovarsi un contratto professionistico.

Donato De Ieso - 7
Non benissimo sul Terminillo, ma è cresciuto alla distanza riuscendo ad afferrare il settimo posto con una splendida tappa del Gavia. All'attacco sin dalla prima salita, è stato ripreso ma è ripartito all'arrembaggio sul Tonale, recuperando 2' alla testa della corsa, e venendo raggiunto solo ai 5 dalla vetta da uno scatenato Dombrowski. Considerando che ha dovuto fare praticamente tutto senza squadra (l'unico compagno a portare a termine la corsa ha chiuso ultimo), un grosso applauso, per le gambe e il coraggio.

Colpack - 5.5
Sono tra le squadre col budget più alto del panorama dilettantistico italiano e dalla formazione portata (e dalle premesse a suon di risultati) pareva che i Colpack fossero pronti a spaccare il mondo in questo GiroBio. Le cose sono andate diversamente; unico vanto resta la maglia rosa presa da Davide Villella (6) a Sora, mentre in classifica non si è riusciti ad andare oltre il 6° posto di uno Zardini regolare ma niente più. Neanche dalle volate arriva il successo di tappa, con Nicola Ruffoni (5) che conquista solo un paio di piazzamenti nei 10 nelle prime due tappe.

Trevigiani - 7
La squadra di patron Mosole parte senza grandi ambizioni di classifica ma con la voglia di far casino, e ci riesce. È l'unica a portar a casa due tappe con due corridori diversi: uno è Andrea Dal Col (7) che conoscevamo abile nelle volate ma non immaginavamo abbastanza forte da vincere una prova a cronometro, peraltro davanti al compagno Jakub Novak (6) che può fregiarsi di un giorno in maglia rosa; l'altro è Enrico Barbin (7), il dilettante italiano più vincente in stagione, che piazza a Perignano di Lari la settima stagionale dopo aver battagliato il giorno prima sulle strade bianche. 

Hopplà - 6
La doppietta di Mirko Trosino (6.5) e Siarhei Papok solleva un po' le sorti di una formazione che aveva puntato tutto su Manuel Bongiorno (5) e si è ritrovata con le pive nel sacco a causa della crisi dell'atleta toscano di origini calabresi sul tappone del Gavia. Per il talentuoso scalatore un'esperienza in più e l'occasione di rifarsi presto, tra Cuneesi e Valle d'Aosta. 

Kazakhistan - 6
La nazionale dai colori più affascinanti del mondo del ciclismo non sfigura al Giro, portando a casa una tappa con Ruslan Tleubayev (6.5), il quale sfrutta la forma mostrata vincendo, a una settimana dalla partenza, il Trofeo Fratelli Anelli. In classifica ci finiscono Shushemoin e Jumabekov, rispettivamente 13° e 14°. Nikita Umerbekov (6) si fa vedere a Lonato del Garda, protagonista della fuga vincente, mentre delude un po' Arman Kamyshev (5.5), vincitore della tappa canadese di Coppa delle Nazioni, forse affaticato dai recenti sforzi; per lui la squadra tira nell'ultima tappa ma deve accontentarsi solo di un sesto posto. Nel complesso tra i giallo-blu non sembrano trasparire nuovi talenti eclatanti, considerando anche che i risultati migliori sono arrivati dagli élite.

Russia - 6.5
Grazie a Ilnur Zakarin (7) gli atleti dell'est per antonomasia riescono ad essere protagonisti di questo GiroBio. Nella fattispecie bravo Ilnur a costruirsi una buona classifica nelle prime tappe ed a cercare la buona sorte in quel di Gaiole. Peccato per la crisi finale che gli impedisce di salire su un podio che sarebbe stato meritato. Si vede meno e si limita al ruolo di gregario il più giovane e atteso Sergey Chernetskiy (5), che aveva creato non pochi grattacapi ai dilettanti francesi nelle ultime corse a tappe transalpine.

Marco Benfatto - 7
Benfatto è un corridore che si sta ritagliando sempre meglio uno spazio da velocista che tiene meglio di molti altri le salite. Vince ad Alba Adriatica, conclude la tappa del Gavia e ad Asiago viene battuto solo da un altro non puro come Mattia Pozzo (6.5) che ha pian piano abbandonato la figura di fugaiolo scatenato per trasformarsi in uno sprinter spietato. Entrambi sembrano avere i numeri giusti per ritagliarsi un posto da professionisti nel prossimo futuro.

Mathias Krizek - 6.5
Nei due anni alla Marchiol l'austriaco ha vinto solo tre volte, ma due di questi successi sono veramente pesanti: uno è il campionato nazionale professionisti, l'altro è la prima tappa del GiroBio, arrivata un po' a sorpresa. Un sorriso ed una rivincita per la Marchiol che l'anno scorso non aveva acquisito i punti necessari per correre.

Wouter Wippert - 4.5
Gli olandesi vengono volentieri al GiroBio ma nonostante l'alto livello dei propri atleti, raramente riescono a lasciare il segno. Emblema delle difficoltà orange è Wouter Wippert, spesso piazzato in Coppa delle Nazioni ma mai in evidenza in questa corsa.

Nicola Stufano

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