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GiroBio 2012: Barbin non sbaglia mai due volte - Enrico va ancora in fuga e vince. Zakarin resta in maglia rosa

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Dopo il secondo posto di Gaiole, per Enrico Barbin a Perignano di Lari arriva la vittoria © Foto Scanferla

dal nostro inviato

Difficile che l'Enrico Barbin formato 2012 si faccia scappare due occasioni consecutivamente, ragion per cui quando il bergamasco della Trevigiani è riuscito ad imbroccare l'azione buona i favori del pronostico diventavano praticamente tutti per lui.

Continua così a sorridere la formazione veneta, esclusa quest'anno dai giochi di classifica ma che, con la frazione odierna, ha suggellato il secondo successo di tappa di questo GiroBio. Ironia della sorte in entrambi i successi vi è lo zampino del ceco Jakub Novak e se ad Alba Adriatica la sua buonissima prestazione a cronometro venne sopravanzata solo dal compagno di squadra Dal Col (ma gli permise di vestire la maglia rosa di leader), questa volta il suo prezioso lavoro in appoggio a Barbin è stato determinante in maniera ancora maggiore per la buona riuscita del tentativo.

È ripartito così il GiroBio, con una frazione di 163 chilometri tutta toscana tra Greve in Chianti e Perignano di Lari, che lungo il percorso nascondeva qualche insidia, anche se poi alla fine non si è verificato alcun tipo di stravolgimento, cosicché per gli uomini di classifica la giornata si è risolta con un nulla di fatto. Dopo qualche scaramuccia iniziale (provano a prendere il largo in sette, tra cui Papok, Zardini, Rosa, Vaccher e Di Carlo, senza però trovare il nulla osta da parte del gruppo, tirato fin dalle prime battute dalla nazionale russa), è proprio Novak a sferrare l'attacco su uno strappo attorno al trentesimo chilometro, venendo una prima volta ripreso per poi ripartire ancora. Proprio in questo frangente si forma l'azione che caratterizzerà l'intera giornata: oltre al campione ceco evadono il compagno di squadra Barbin, Pozzo della Viris, Fiorenza del Gragnano, ancora Rosa della Palazzago, Di Carlo dell'Aran, Tintori dell'Idea Shoes, Mammini della Colpack e Tedesco della General Store, a cui dopo una decina di chilometri si aggiunge anche Prodigioso della Monviso-Venezia.

I fuggitivi trovano subito un ottimo accordo ed il loro vantaggio comincia pian piano a superare la soglia del minuto prima e del minuto e mezzo poi mentre dietro è sempre la Russia a guidare l’inseguimento (per un tratto si vede anche l'Hopplà, con Papok e Puccio che assieme a Conversano tentano l'avanscoperta, salvo venire ripresi subito). Attorno a metà gara il tratto di strada bianca (con fondo particolarmente sconnesso che ha finito per creare inconvenienti a molti) lungo poco più di 3 chilometri che precedeva lo scollinamento al GPM di Lajatico, ha creato un po' di pathos in gruppo, con vari frazionamenti dovuti alle numerose forature che si sono verificate in questo frangente: tra i fuggitivi ne fanno le spese Barbin e Di Carlo (l'abruzzese perde definitivamente contatto e di lì a poco, anche a causa di una caduta, si ritirerà); il gruppo invece si fraziona in più parti ma il leader Zakarin non si fa sorprendere e resta nell’avanguardia (poco più indietro restano invece Aru e Dombrowski, come già era accaduto nella frazione di Gaiole). Superati i GPM di Lajatico e Santa Luce (dove in entrambi i casi transita per primo Diego Rosa, per avvantaggiare il compagno di squadra Bazhkou, leader della speciale classifica), il vantaggio dei nove battistrada si mantiene buono e dagli oltre due minuti a disposizione a circa una cinquantina di chilometri dall'arrivo, il gap si riduce a poco più di un minuto attorno ai venti dall'arrivo, soprattutto per merito di Hopplà (il motivo lo si capirà poco dopo) e Marchiol (desiderosa di ricucire per lanciare eventualmente Cecchin nello sprint finale).

Si entra così nel vivo, con due passaggi previsti sul traguardo prima del finale, con un paio di strappi attorno a Lari come ultime asperità di giornate, sui quali è proprio Manuel Bongiorno a cercare di evadere dal gruppo, cercando di concretizzare il lavoro operato in precedenza dai compagni di squadra, salvo però venire ripreso in entrambe le circostanze. Davanti nel frattempo i fuggitivi (rimasti in sette poiché sia Rosa che Tedesco hanno perso contatto) tengono benissimo, conservando un vantaggio di oltre trenta secondi ed è così che nei chilometri conclusivi inizia la bagarre per il successo: allunga per primo Novak, cercando la stoccata solitaria, poi, quando il ceco viene ripreso poco dopo l'ultimo km, è Devid Tintori a giocare la carta dell'anticipo, mantenendo un discreto margine fino ai 200 metri dal traguardo, quando viene risucchiato dal resto del drappello. La volata, ormai lanciata ha poca storia: Barbin esce prepotentemente a centro strada e si impone di giustezza, conquistando così il settimo successo di un'annata davvero magica. Alle sue spalle giungono Marco Prodigioso e Alfonso Fiorenza (per l'atleta di origine campana del Gragnano è l'ennesimo piazzamento stagionale), che completano così il podio di giornata. Seguono Pozzo (unico atleta Viris ancora in gara) e, leggermente più staccati, i generosi Tintori, Novak e Mammini. L'avanguardia del gruppo giunge con un ritardo di 16" e lo sprint per l'ottava posizione premia Eugenio Bani davanti a Cecchin e Coledan.

Nulla cambia in classifica generale con Ilnur Zakarin ancora leader con 43" su Pierre Paolo Penasa e 2'12" su Matteo Di Serafino mentre gli altri mantengono distacchi più consistenti. Domani il GiroBio ripartirà da Monticelli Terme, in provincia di Parma, per giungere nel bresciano a Lonato del Garda. Frazione sulla carta adatta alle ruote veloci ma che, con qualche insidioso strappo nei chilometri finali, potrebbe favorire proprio come quest'oggi un tentativo di fuga da lontano. Anche perché solamente cinque formazioni (Nazionale Olandese, Hopplà, Nazionale Kazaka, Marchiol e Zalf) sono rimaste in gara con tutti i propri effettivi ed il controllo della corsa diventa, pertanto, sempre più problematico.

A questo link la galleria fotografica della 6a tappa

Vivian Ghianni

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