Dopo un giorno di riposo riparte la Vuelta a Colombia. La tappa odierna, con partenza e arrivo a Dosquebradas per 196 km, si conclude in volata e viene vinta da Andrea Pasqualon. L'azzurro della Area Zero, già vincitore ad inizio giugno del Gp Südkärnten, precede l'esperto spagnolo Oscar Sevilla della EPM-UNE e l'altro portacolori dell'Area Zero, il venticinquenne Fabio Chinello. Nei 10 anche un altro italiano, il ventiseienne del Movistar Team America Marco Zamparella, mentre si è posizionato sesto il leader della classifica, il campione nazionale Miguel Ángel Rubiano della Colombia.
Si è sbloccato la scorsa settimana al Giro di Slovenia, e oggi si è subito ripetuto: Sonny Colbrelli ha ottenuto una prestigiosa affermazione, vincendo a Genova il Giro dell'Appennino. Il corridore della Bardiani ha regolato in volata un gruppo di circa 40 corridori, selezionato dalle salite della Bocchetta, della Castagnola e dei Giovi. Alle sue spalle si sono piazzati nell'ordine Grega Bole, Miguel Ángel Rubiano, Simone Ponzi, Andrea Pasqualon, Sergey Lagutin, Enrico Battaglin, Antonino Parrinello, Fabio Taborre e Sergey Pomoshnikov.
Finalmente è arrivata la prima vittoria stagionale per l'Area Zero Pro Team che era partita bene conquistato podi al GP Costa Etruschi, al Trofeo Laigueglia e al GP Izola: a regalare questa gioia al team di Ivan De Paolis e Andrea Tonti è stato il 26enne Andrea Pasqualon che oggi in Austria ha conquistato un bel successo al Grand Prix Südkärnten. La corsa di Völkermarkt è risultata molto impegnativa e Pasqualon è riuscito a battere in volata lo sloveno Matej Mugerli e gli austriaci Markus Eibegger e Patrick Konrad.
Dopo tre stagione alla corte dei Reverberi Andrea Pasqualon è passato alla formazione Continental Area Zero. E zero è anche la fortuna che il classe '88 sta avendo in quest'annata. Dopo un ottimo inizio (due gare, due terzi posti, sia a Donoratico che a Laigueglia), Pasqualon era stato costretto a fermarsi per un affaticamento al ginocchio. Rientratoin gruppo alla Settimana Coppi e Bartali, aveva colto due top ten, per chiudere il Grand Prix Cerami (vinto da Alessandro Petacchi) in 15a posizione.
Si disputa domani il Grand Prix Pino Cerami, semiclassica belga di categoria .1. Da percorrere 170.2 km in linea in aggiunta ad un circuito di 13.2 km da ripetere 3 volte, per un ttoale di 200 km. Dorsale numero 1 al vincitore dell'edizione 2013, Jonas Vangenechten, portacolori di una Lotto che ha pure in De Bie un uomo spendibile. L'Omega Pharma-Quick Step schiera al via, tra gli altri, Petacchi ed il giovane Alaphilippe, mentre la Topsport Vlaanderen-Baloise ha in Tom Van Asbroeck un uomo che può puntare al podio.
Terzo al GP Costa degli Etruschi, terzo oggi al Trofeo Laigueglia, Andrea Pasqualon può ritenersi soddisfatto di questo avvio di stagione: «Un po' deluso, ma soddisfatto: due podi in due gare per noi sono un risultato molto buono». In merito alla gara ligure, Pasqualon temeva la condizione di Ulissi e di «gente che ha corso più di me», ma alla fine per la sua AreaZero è stata una bella giornata: «Siamo una squadra Continental, giovane, italiana, e vogliamo dimostrare che anche noi siamo qui, in questo ciclismo che cambia».
Non è andata giù la sconfitta di Laigueglia, oggi, a Patrick Sinkewitz: il tedesco della Meridiana, sconfitto in uno sprint a due da José Serpa, ha espresso il suo disappunto sul podio, con un gesto plateale mentre il colombiano della Lampre andava a raccogliere l'applauso del pubblico. Il motivo del risentimento di Sinkewitz è nella scarsa - a suo dire - collaborazione ricevuta da parte di Serpa. Sì, insomma, il pollice verso è un emblematico "dagli al succhiaruote!".
José Serpa Pérez ha vinto oggi il Trofeo Laigueglia. Il colombiano della Lampre è stato bravo a battere in volata il tedesco Patrick Sinkewitz, col quale si era avvantaggiato sull'ultima asperità di giornata, il Colle Paravenna (Gpm a 32 km dalla fine): i due, scattati con Matteo Rabottini che però ha poi perso le loro ruote, hanno guadagnato oltre mezzo minuto in salita, e un altro mezzo in discesa, per poi difendersi in maniera eccellente dal tentativo di recupero di un gruppo abbastanza disorganizzato e a corto di uomini.