Vittoria di Sylvain Chavanel a Nizza nella sesta tappa della Parigi-Nizza. Il francese dell'Omega Pharma QuickStep ha preceduto l'iridato Philippe Gilbert e José Joaquín Rojas. Dopo una fuga a 11 (presenti Simon Clarke, Egor Silin, Gatis Smukulis, Eduard Vorganov, Brent Bookwalter, Arnold Jeanneson, Julien El Fares, Enrico Gasparotto, Jerome Pineau, Romain Bardet, Johann Tschopp) il gruppo s'è compattato e Chavanel ha vinto in volata. Immutata la classifica, con Porte a precedere Talansky di 32" mentre a 42" troviamo Chavanele e Westra. Diego Ulissi è 9° a 54".
La tappa regina della Parigi-Nizza, 176 km da Châteauneuf-du-Pape all'arrivo in salita de La Montagne de Lure, va a Richie Porte, che con una bella azione negli ultimi due chilometri di salita strappa la maglia gialla a Talansky. Subito dopo 14 km va via la fuga con Jens Voigt che si porta dietro Cyril Lemoine, Paolo Longo Borghini e Thierry Hupond. I quattro raggiungono un vantaggio massimo al km 80, con un margine di 6'35" sul gruppo. Man mano che l'ascesa finale s'avvicina il gap decresce ed i quattro arrivano all'inizio de La Montagne de Lure con 1'35" sul plotone.
La quarta tappa della Parigi-Nizza, 199 km da Brioude a Saint-Vallier con 7 Gpm, va allo svizzero dell'Orica-GreenEDGE Michale Albasini, che in una volata ristretta regola Maxim Iglinskiy e Peter Velits. Dopo 8 km attaccano Javier Moreno, Gianni Meersman e Johan Tschopp. Moreno si stacca presto e così Voeckler si porta sui primi due: ad inseguire Hubert Dupont, Romain Sicard, Michael Morkov e Warren Barguil. Mentre Favilli e Fuglsang abbandonano, davanti si forma un gruppo di 7: Voeckler, Dupont, Meersman, Sicard, Morkov, Barguil e Tschopp.
Sarà una Parigi-Nizza, quella che prenderà il via domani con il cronoprologo di 2.9 km a Houilles, divisa come al solito in due parti: la prima dedicata alle ruote veloci ed a qualche colpo di mano, la seconda con tappe mosse, montuose, e l'epilogo con la cronoscalata al Col d'Èze. Sette tappe con i più importanti protagonisti della scena ciclistica mondiale, a partire dall'iridato Philippe Gilbert per continuare con Tom Boonen e Marcel Kittel, passando per gli olandesi Gesink, Kelderman e Kruijswijk.
Il G.P. Camaiore va a Peter Sagan. La corsa è vissuta su una lunga fuga che ha visto protagonisti Taylor Phinney, Stefano Agostini, Alessandro Proni, Maxim Belkov, Pedro Paulinho. Il portoghese s'è staccato sul terz'ultimo Pitoro ed è stato ripreso ai -44 km dall'arrivo. Nella tornata finale il gruppo è rinvenuto sui fuggitivi e l'ultimo Pitoro ha deciso la corsa. Il tentativo di Pellizotti è stato vano, Scarponi scollinava per preimo con Sagan secondo.
Era una corsa che stava lentamente languendo, anno dopo anno, con una partecipazione sempre più ridotta e una risonanza sempre più risicata. Spostata in calendario e portata a "far sistema" con altre gare vicine di data (la Strade Bianche e la nuova Roma Maxima - ex Giro del Lazio), in prossimità della Tirreno-Adriatico, ecco che la corsa in questione, il GP di Camaiore, risorge di colpo, presentando al ciclismo internazionale una startlist di ottimo livello, che poco ha da spartire con quanto offerto negli ultimi anni.