Ancora guai per Riccardo Riccò. Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, i Nas di Livorno hanno infatti arrestato un operatore sanitario ed un commerciante sorpresi nel commercio e nella ricettazione di farmaci ad azione dopante, per un totale di oltre 100 fiale. Farmaci alcuni riservati all'esclusivo utilizzo ospedaliero, erano destinati a due ciclisti: un 37enne livornese, residente a Rosignano, e Riccardo Riccò. Entrambi sono stati denunciati all'autorità giudiziaria.
Riccardo Riccò chiede il patteggiamento. Lo scrive oggi Il Resto Del Carlino, precisando che il ciclista di Formigine, squalificato per 12 anni dalle competizioni dal tribunale sportivo, tra una settimana comparirà in tribunale a Pavullo per rispondere penalmente di violazione della legge antidoping. Citato in giudizio dal pm Pasquale Mazzei, i legali di Riccò proporranno in udienza il pateggiamento. Sempre secondo Il Resto Del Carlino, la pena concordata sarebbe di 2 mesi e 20 giorni, il giudice dovrà però accoglierla o respingerla.
Il TAS, Tribunale di Arbitrato Sportivo di Losanna, respinge il ricorso di Riccardo Riccò contro la squalifica comminatagli dal TNA (Tribunale Nazionale Antidoping) del CONI di 12 anni (8 per autoemotrasfusione più 4 per recidività). La difesa di Riccò si basava su due aspetti: la presenza incompatibile di un componente del collegio giudicante (un avvocato dello studio legale che è parte civile contro Riccò in sede penale) e la mancata consultazione di alcuni testi della difesa.
In diretta RAI arriva la notizia dell'ingaggio, da parte del team salerno-croato Meridiana Kamen, di Davide Rebellin, per il quale in tutto l'inizio di stagione si sono susseguite le più disparate voci su un possibile ingaggio. Alla fine è la squadra diretta da Antonio Giallorenzo ad optare per lui, perso definitivamente Riccardo Riccò per squalifica: l'esordio avverrà mercoledì, al Tour of Hellas.
Il tribunale antidoping del CONI ha finalmente espresso il verdetto sul caso che vedeva coinvolto Riccardo Riccò per una sospetta autoemotrasfusione. La sentenza finale è stata molto pesante per il corridore modenese che sperava addirittura di tornare a correre tra i professionisti appena possibile: il TNA ha inflitto a Riccò una squalifica di 12 anni considerando anche la recidività per il caso di doping risalente al Tour 2008.
Il portavoce dell'UCI Enrico Carpani smentisce quanto riportato ieri da Biciciclismo.com, ossia che Riccardo Riccò si sarebbe registrato presso la Federciclismo croata in vista di una possibile assoluzione da parte del CONI (il verdetto giungerà il prossimo 3 febbraio) e di un rientro alle corse con la Meridiana Kamen.
La Meridiana - Kamen punta su Riccardo Riccò, nonostante sul modenese penda un verdetto del CONI che giungerà il prossimo 3 febbraio. Stando a quanto riportato da Biciciclismo.com, infatti, Riccò sarebbe già in possesso della licenza per correre, registrata con il numero 2787 presso la Federazione Croata di Ciclismo.
La Procura Antidoping del CONI ha deferito Riccardo Riccò al Tribunale Nazionale Antidoping, chiedendone la squalifica per 12 anni. Il deferimento del ciclista di Formigine è dovuto al "riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell'art. 2.2. del Codice W.A.D.A". La richiesta della Procura fa ririferimento all'episodio dello scorso febbraio quando Riccò venne colto da malore durante un allenamento ed immediatamente ricoverato prima a Pavullo poi, per le gravi condizioni, a Baggiovara di Modena.
Subito dopo la diffusione da parte dell'Ansa della notizia relativa all'ammissione, da parte di Riccardo Riccò davanti alla Procura antidoping, di autoemotrasfusione, arriva la smentita da parte dell'avvocato del modenese, Fiorenzo Alessi: «La notizia è priva di fondamento», ha fatto sapere il legale. Attendonsi sviluppi.