Le reazioni alla scoperta della bici motorizzata, il padre difende Van den Driessche: «Non era la bici di Femke»
Versione stampabileGrande shock nel mondo ciclistico alla notizia della scoperta di una bici motorizzata ai Campionati del Mondo di Ciclocross: dai primi dettagli che sono emersi il "trucco" era nel movimento centrale del mezzo con i commissari dell'UCI che una volta rimossa la sella si sono subito trovati davanti una serie di cavi. A difesa di Femke Van den Driessche, l'atleta coinvolta, è intervenuto il padre: «Quella non era la bici di mia figlia - ha dichiarato a Standaard.be - ed è stata portata nel box da qualcuno del suo entourage che a volte si allena con lei. Femke non ha mai usato in gara quella bici né aveva intenzione di farlo, è totalmente sconvolta da quanto accaduto».
Duro il commento del commissario tecnico della nazionale belga Rudy De Bie ai microfoni di Sporza: «Pensavamo di avere un giovane talento ma apparentemente ci ha preso tutti in giro, da oggi con lei ho chiuso. Mi sento veramente male, è una vergogna. Come fa un'atleta a fare questo? Non lo so, a un'età così giovane poi, chi l'ha aiutata? Posso capire il cicloturista che vuole scalare un colle, ma questo è veramente assurdo».
La notizia ha scosso anche la vigilia della prova iridata più attesa, quella degli uomini élite a cui Sven Nys prenderà parte per l'ultima volta in carriera: «Sono davvero sconvolto, qualcosa di avevamo sorriso dopo l'incidente del Giro delle Fiandre 2010 è improvvisamente diventato realtà. Per il nostro sport è molto doloroso essere arrivati a questo punto: la federazione non ha nulla da rimproverarsi, a 19 anni come ti passa in mente di fare una cosa del genere? Deve essere stata aiutata, una ragazzina non decide così da sola, è un incidente che deve essere investigato con cura». L'iridato 2015 Mathieu Van der Poel invece si è limitato ad un semplice tweet: «Un lato positivo in questa storia: gli imbroglioni vengono beccati! Ben fatto UCI».