Neri Sottoli contro MPCC, è guerra. Parla Citracca: «Noi abbiamo spiegato tutto. Loro, invece, sono credibili?»
Ultimamente il Team Neri Sottoli-Alé fa involontariamente parlare di sé, non più per le numerose vittorie ottenute, ultima la Coppa Italia 2014, ma per i vari attacchi, partiti da più parti, che si trova a dover affrontare da più mesi. La squadra toscana non ritiene di doversi giustificare ulteriormente, avendo già fornito ampie spiegazioni ai diversi diretti interessati, ma crede che sia opportuno rispondere quando questi attacchi si rivelano ingiustificati ed ingiusti.
L'ultimo è giunto proprio dal Movimento Per un Ciclismo Credibile (MPCC) attraverso il proprio comunicato stampa del 21 ottobre, nel quale il team Neri Sottoli viene accusato di aver infranto le regole interne dell'associazione, di «non aver avvisato spontaneamente» l'MPCC della «positività» di Matteo Rabottini e di «non aver fornito spiegazioni giudicate accettabili dall'assemblea generale».
Il general manager della Neri Sottoli-Alé Angelo Citracca puntualizza: «Abbiamo già spiegato all'MPCC il motivo per il quale non abbiamo scritto subito, nell'immediatezza dei fatti, all'associazione. Semplicemente perché la comunicazione della non negatività del nostro corridore da parte dell'Unione Ciclistica Internazionale ci è giunta nel tardi pomeriggio del 12 settembre scorso. Il comunicato ufficiale dell'UCI è stato poi pubblicato quella stessa sera. Come squadra, non essendo a conoscenza di ulteriori fatti di quelli indicati nel comunicato ufficiale dell'UCI, non riteniamo ci sia stato un'omissione da parte nostra nei confronti dell'MPCC: il contenuto del comunicato dell'UCI era esauriente. Cosa avremmo dovuto aggiungere?»
«Per quanto riguarda invece la non spontaneità della nostra comunicazione, l'email del Presidente MPCC Sig. Legeay ci è giunta nel pomeriggio del 15 settembre. Il suo contenuto era mal posto ed inesatto. Venne accusato il nostro team di tre casi di doping negli ultimi 15 mesi. Ritengo che il Presidente di una qualsiasi associazione debba conoscere per filo e per segno il proprio regolamento interno. E quindi il Sig. Legeay avrebbe dovuto prima di tutto tener conto del fatto che la nostra Società è affiliata all'MPCC dal 2014. Inoltre non è accettabile che venga associato il nostro team Neri Sottoli ad un altro team, con il quale non ci sono alcun tipo di legami possibili, né sportivi né giuridici. Ritengo che il fatto che il Presidente dell'MPCC non sia a conoscenza di questi fatti sia assai paradossale».
«In riferimento all'ultimo comunicato stampa dell'MPCC, del 21 ottobre 2014, possiamo notare come venga ingiustamente accusato il corridore di 'positività' che al momento è non negativo e ha chiesto che vengano effettuate controanalisi, non riconoscendo in nessun modo di aver assunto sostanze dopanti. Finché non saranno pervenuti i risultati di queste controanalisi, non è possibile e non è accettabile parlare di positività accertata».
«Infine, sembra che il team Neri Sottoli 'non abbia fornito spiegazioni accettabili per l'assemblea generale'. Nella nostra comunicazione all'attenzione dell'MPCC datata 16 settembre 2014, abbiamo comunicato la sospensione immediata del corridore e che una volta accertati i fatti avremmo adito le vie legali del caso. Quale altra spiegazione dovevamo fornire all'assemblea?»
«Il migliore strumento di lotta al doping per le squadre ciclistiche è senza dubbio il passaporto biologico. Ma è opportuno constatare che qualunque sia il budget di una squadra, nessuna è in grado materialmente di avere il pieno controllo dei corridori, di monitorarli 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno. Noi non abbiamo risorse stratosferiche. Nonostante tutto, aderiamo al Passaporto Biologico ed effettuiamo numerosi controlli medici interni. Ma siamo nell'impossibilità, come qualunque altro team, di garantire al 100% l'onestà di tutti i corridori».
«Ben venga qualsiasi movimento che agisce per il bene del nostro sport, ma quale credibilità può ridare al Ciclismo un'associazione le cui regole interne non sono integrate a quelle dell'UCI, unica Istituzione riconosciuta? In varie circostanze l'MPCC ha dimostrato poca chiarezza nei confronti dei propri associati, come il caso Pellizotti ad esempio. I trattamenti inflitti ad uno devono valere per tutti. Serve un trattamento equo. Servono maggiore chiarezza e maggiore conformità, nel rispetto delle regole interne e nel rispetto delle regole dell'Unione Ciclistica Internazionale».
«E a che cosa sarebbe servita la mia presenza o quella di un mio delegato all'ultima assemblea generale dell'MPCC? Non avrebbe cambiato nulla alla sostanza di quanto accaduto. Abbiamo già dato le risposte che eravamo in grado di dare all'epoca dei fatti. La nostra presenza era una formalità, pur rispettabile, ma la nostra assenza non reca nessun danno a nessuno. Al contrario del caso Astana, molto diverso dal nostro in quanto i corridori coinvolti hanno ammesso le proprie colpe, il corridore Matteo Rabottini ha chiesto le controanalisi e, come indicato da lui stesso attraverso il comunicato del suo Avvocato, dichiara di non aver fatto uso di sostanze dopanti. La presenza o meno di Angelo Citracca all'assemblea generale dell'MPCC non avrebbe cambiato nulla alla sostanza dei fatti».
Il team Neri Sottoli-Alé ha chiesto, attraverso il Presidente della Federazione Italiana di Ciclismo, di incontrare i vertici dell'Unione Ciclistica Internazionale per cercare di capire l'ufficialità o meno di un movimento come l'MPCC e per mettersi a disposizione dell'Istituzione internazionale per fare qualcosa in più nella lotta contro il doping, con la speranza che venga indicata una strada da seguire in maniera concreta, per fare di più.
(Comunicato stampa Neri Sottoli-Alé)