Peter Sagan ha vinto la prima corsa del suo 2014, esultando nella quarta tappa del Tour of Oman, da Wadi al Abiyad a Ministry of Housing, 173 km con finale molto mosso. Lo slovacco della Cannondale si è imposto dopo essere andato all'attacco negli ultimi chilometri insieme a Vincenzo Nibali e Rigoberto Urán. La tappa aveva visto in precedenza una fuga a 4 con Evan Huffman, Yaroslav Popovych, Jelle Wallays e Greg Van Avermaet, partiti al km 16, passati da un vantaggio massimo di 8'10" al km 50 e approdati alla quadruplice scalata di Bousher Alamrat con ancora 5' di margine.
La quinta edizione del Tour dell'Oman, in programma da domani a domenica 23 febbraio, vede come di consueto la presenza di grandissimi nomi del panorama mondiale.
Partito presto rispetto agli altri favoriti della crono d'apertura del Dubai Tour, Taylor Phinney ha fissato un tempo (12'03" sui 9.9 km della prova) che poi non è stato più battuto. L'americano della BMC precede un compagno di squadra, Stephen Cummings (che era partito prima di lui), il quale ha chiuso la tappa a 14" dal vincitore; terzo a 16" il danese Lasse Norman Hansen, bravissimo a precedere due mostri sacri della specialità come Tony Martin (quarto a 22" da Phinney) e Fabian Cancellara (quinto a 25").
L'ultimo numero di Bicisport ha creato un po' di allarme tra i tifosi di Vincenzo Nibali e Valerio Agnoli: da anni quasi inseparabili in gara, tra i due si sarebbe rotto qualcosa, almeno stando al resoconto della nota rivista. "Agnoli scaricato - «Vincenzo perché?»", il titolo del réportage di Luca Neri dal Tour Down Under. Nell'occhiello è riportata un'altra frase del laziale che non lascerebbe spazio a dubbi: «Ero l'ombra del capitano, avevamo sognato insieme il Tour e fatto mille progetti. Poi il team ci ha separati e lui non ha mosso un dito...».