Era la tappa della verità, una cronometro molto tecnica nel centro di Milano. Sui 28.2 km la sfida per la rosa era tra Hesjedal e Joaquim Rodríguez (anche se De Gendt insidiava il terzo posto di Scarponi). La vittoria di tappa va a Marco Pinotti, nettamente superiore, mentre la rosa è del canadese Ryder Hesjedal, vero outsider della corsa rosa. Subito un colpo di scena, con il terzo a partire, nonché uno dei favoriti, Taylor Phinney, che sbaglia strada (non sarà l'unico) e perde tempo.
Alla partenza di San Giorgio del Sannio (9a tappa, arrivo a Frosinone) Fabio Baldato, ds della BMC Racing, fa il punto della situazione sulla sua squadra: «Pinotti è il nostro capitano. È una garanzia ma le salite di Rocca di Cambio e Lago Laceno non erano adatte alle sue caratteristiche. Chi è andato bene è invece Johann Tschopp, tenuto volutamente davanti perché sulle Alpi potrebbe essere una valida alternativa a Pinotti. Phinney? Nessun programma di farlo ritirare, sta recuperando e se tutto va bene arriverà a Milano».
Alla partenza di Sulmona il giovane talento della BMC racconta la sua condizione attuale, quella della squadra e le ambizioni per le prossime tappe. «Penso solo a recuperare e se sopravvivo fino al giorno di riposo sarà molto buono. La squadra è unita, lavorare per Marco Pinotti è un onore per me. Se ritroverò la gamba che avevo prima delle cadute potrò pensare ad una tappa oltre alla crono di Milano ma adesso lavoro per la squadra».
È di Mark Cavendish la quinta tappa del Giro d'Italia. Subito fuga a 4, con Brian Bulgac, Olivier Kaisen (Lotto-Belisol), Alessandro De Marchi (Androni-Venezuela) e Pierpaolo De Negri (Farnese Vini-Selle Italia). Vantaggio massimo oltre i 6'. Ai -40 km dal traguardo la Garmin-Barracuda del leader Ramunas Navardauskas si mette a tirare ed il gruppo si avvicina ai fuggitivi. Ai -37 caduta che coinvolge, tra gli altri, Phinney, Boaro e Lucas Sebastian Haedo.