La Vuelta al Táchira di José Rujano si stava trasformando in un vero e proprio calvario a causa di un virus che gli ha portato febbre, dolori e problemi intestinali: dopo aver perso più di 15' nella prima tappa di montagna ed averne accusati altri 9 ieri lo scalatore venezuelano era scivolato fino al 56° posto della generale a 38'42" da Medina quindi ha deciso di gettare la spugna nel corso dell'ottava tappa, anche per non compromettere la preparazione per il Giro d'Italia, suo grande obiettivo stagionale.
Definiti nel corso del ritiro svolto in questi giorni a Cesenatico i programmi di inizio stagione del roster dell'Androni Giocattoli 2011. La squadra esordirà il 17 gennaio al Tour de San Luis in Argentina con Serpa, Rodríguez, Vicioso, Ferrari, Ermeti e Solari.
«Lo avevamo scoperto in un pueblo delle Ande e lanciato tra i professionisti nel 2003. Dopo due stagioni in cui lo avevamo fatto crescere gradualmente, a soli ventitre anni, come capitano della nostra squadra, aveva conquistato il podio al Giro d'Italia, aggiudicandosi anche la tappa del Sestrière e la maglia verde del Gran Premio della Montagna. Poi ci ha lasciati e si è perso. Noi vogliamo rilanciarlo, perché crediamo nel suo talento e riteniamo che, con lo spirito del nostro gruppo, possa ritornare ad ottenere grandi risultati».
La notizia arriva - via Biciciclismo - direttamente dalla voce del manager Hernán Alemán in occasione della presentazione della Vuelta al Zulia: José Rujano farà parte del roster dell'Androni Giocattoli 2011. Si tratterebbe dunque di un ritorno "a casa" per il piccolo scalatore venezuelano che, sotto l'ala di Gianni Savio sin dal 2003, si fece conoscere dal mondo intero issandosi sul podio del Giro d'Italia 2005, con tanto di tappone vinto e maglia verde conquistata.
Come era prevedibile non ci sono stati sconvolgimenti nella parte alta della classifica durante l'ultima tappa della Vuelta a Colombia, una cronometro di 35 km con partenza ed arrivo a Medellin: Sergio Luis Henao non ha avuto problemi a mantenere la prima posizione e a soli 24 anni è diventato uno dei vincitori più giovani della corsa nei suoi 60 anni di storia.
Ci ha provato e riprovato, José Rujano, a fare la differenza sull'ultima salita, ma s'è poi dovuto arrendere a una forma decisamente inferiore a quella che gli ha concesso il successo nel 2009.