Il tappone dolomitico che vedeva gli atleti partire da Treviso e, dopo aver affrontato Manghen, Passo Pampeago, Passo Lavazè, l'arrivo terribile all'Alpe di Papeago va a Roman Kreuziger. Parte la fuga subito dopo 11 km di corsa, al suo interno 17 uomini: Sella, Pirazzi, Flecha, Santaromita, Pauwels, Garate, Malori, Ventoso, Zeits, Hansen, Benedetti, Cazaux, Ignatiev, Guardini, Haedo, Casar, Rohregger. Gruppo che insegue a 7'50". Guardini perde contatto sulle prime rampe del Manghen.
Prima tappa impegnativa al Giro d'Italia, la Cherasco-Cervinia, che va al corridore del Costarica Andrey Amador. Vanno in fuga dopo 58 km otto uomini: Amador, Montaguti, De Marchi, De Negri, Kaisen, Maes, Oliveira e Barta. Vantaggio massimo di questi uomini 13'. Sulle prime rampe del Col de Joux se ne va Jan Barta, con quattro inseguitori (Montaguti, De Negri, Amador e Kaisen) a 22". Negli ultimi chilometri del Col de Joux scatta dal gruppo Rujano e Cunego lo segue a ruota. Schleck in difficoltà ed anche Cunego viene staccato da Rujano.
Alla partenza della 12 tappa da Seravezza il colombiano della Sky Sergio Luis Henao Montoya: «Aspettiamo le tappe chiave, dove inizierà il difficile. Sono davanti e sto molto bene. L'obiettivo è restare davanti con Rigoberto Urán ed aiutarlo a restare nei primi cinque o dieci della classifica. Puntiamo alla maglia bianca e se ne avrò ancora vorrei restare in una buona posizione in classifica generale. Vediamo come staremo nelle prossime tappe. Non ne ho scelta una in particolare e le salite non le conosco, d'altra parte è il mio primo Giro».
Dario David Cioni, che dopo il ritiro dal ciclismo pedalato ricopre oggi il ruolo di business manager per l'Italia della Sky ProCycling, svela qualche retroscena sugli obiettivi della squadra inglese: «Puntiamo alla maglia bianca con Sergio Henao, che va bene in montagna, non è magari conosciuto come Urán e proprio per questo motivo potrebbe avere qualche libertà in più».