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Giro d'Italia 2012: Giusto, abbiamo un problema! - Basso&Scarponi, il tempo stringe

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Tutto la fatica di Michele Scarponi negli attimi dell'immediato dopotappa © Bettiniphoto

E già, abbiamo proprio un bel problema ora! Posto che quello di Cortina non era che il test preliminare in vista dell'esame intermedio di venerdì e di quello decisivo di sabato, e posto che tutto potrebbe essere ribaltato anche in soli 3 km di una delle prossime salite (come dice Basso), i favoriti d'Italia, Basso appunto, e Scarponi, si trovano stasera di fronte a un bel dilemma: le tappe difficili alle spalle cominciano a non essere poche, eppure in testa alla classifica c'è sempre Joaquim Rodríguez, e al secondo posto sempre Ryder Hesjedal.

Del primo si continua ad attendere la classica giornata di crisi che lo coglie in tutte le grandi gare a tappe, o forse dovremmo dire "che lo ha fin qui colto nelle grandi gare a tappe", visto che in questa occasione il catalano pare corazzato contro cali prestazionali. Rimangono da disputare sì le due frazioni più dure dell'intero Giro (Pampeago e Stelvio), ma le differenze che abbiamo visto fin qui tra JRO e i contendenti sono così marcate (in favore di questi ultimi) da prefigurare un crollo del catalano?

Lo stesso Joaquim ha ammesso oggi «di aver fatto una grande fatica per tenere il ritmo di Basso», ma la verità dice che alla fine ha comunque vinto lui, uscendo una volta di più rafforzato da uno scontro diretto con gli inseguitori. Il capitano della Katusha sta disputando un Giro eccezionale, come comprovato non solo dalla maglia rosa, ma anche dal fatto di essere secondo ad appena un punto da Cavendish nella classifica della maglia rossa: come dire, una regolarità ad alti livelli che non trova eguali tra gli uomini di classifica in questa edizione della corsa rosa.

Se di Rodríguez, come detto, si aspetta l'eventuale crisi, di Hesjedal qualcuno inizia a sospettare che quella crisi l'abbia già avuta, senza che gli avversari ne approfittassero. A Lago Laceno, tanto per fare il nome di una tappa in cui, si fosse appena voluto, il canadese avrebbe potuto pagare un conto salato. Invece quel giorno nessuno si mosse, oltre a Pozzovivo e Intxausti, e il capitano della Garmin si salvò. Ora ci sembra rinfrancato e ha dalla sua il match point a cronometro. A patto che superi indenne il resto delle Alpi, ma oggi non si scandalizzerebbe nessuno se scrivessimo che è stato il più brillante, con Basso, sul Giau.

Alibi adducibili da Ivan e Michele: il primo non ha potuto contare sull'apporto di Szmyd, che ha avuto un passaggio a vuoto (ma in compenso ha ricevuto forse anche più aiuto del previsto da uno strepitoso Caruso); il secondo non ha potuto contare sull'apporto di Niemiec, che ha forato sul Duran e non è più rientrato ad aiutare il capitano; il primo può dire che la discesa finale, terreno su cui notoriamente non è un drago, gli avrebbe annacquato le polveri, anche in caso di attacco più deciso sul Giau, e quindi può essere meglio risparmiare il colpo da ko per Pampeago o Stelvio; il secondo può dire che i crampi, che oggi l'hanno bersagliato nel momento topico (forse causati da scarsa idratazione, a sua volta forse causata dall'assenza del "portaborracce" Niemiec - interpretazione dello stesso Scarponi), non dovranno per forza tornare a fargli visita.

Fatto sta che siamo a 1'22" e 1'36" da recuperare su Rodríguez, per il varesino e per l'anconetano, che poi a Milano potranno avere buone ragioni di credere di non perdere dallo spagnolo a cronometro. Viceversa, da Hesjedal sanno che perderanno, e quindi non potranno accontentarsi di staccarlo in montagna dei soli 52" e dell'1'06" che al momento li separano da Ryder, ma dovranno mettere tra sé e il canadese una porzione di vantaggio a garanzia della loro resistenza nella tappa conclusiva.

Per entrambi sarà ancora fondamentale l'apporto della squadra, nel senso di treno inesorabile in salita per quel che riguarda la Liquigas, e di formazione in grado di architettare qualcosa a livello tattico per quel che concerne la Lampre. Tra i blufucsia abbiamo un Cunego non lontano in classifica né dalla forma migliore. Fin qui Damiano si è impegnato, proponendo attacchi che nelle tappe di Cervinia e Pian dei Resinelli avevano probabilmente l'intento di movimentare la corsa in favore di Scarponi, ma il problema di avvenire in frazioni in cui non era facile fare grosse differenze, data la natura delle salite inserite.

Ora il veronese ha l'obbligo, anche per dare una coloritura più viva al suo Giro, di riprovarci tra venerdì e sabato: potrebbe veramente scoprire di essere ancora determinante in un GT, se non per se stesso (anche se un successo di tappa, che gli manca nella corsa rosa da 8 anni, sarebbe un bel gioire), per un compagno di squadra.

Non lontano ma nemmeno vicinissimo (e probabilmente condannato a non poter ambire a più che un posto minore sul podio), c'è poi Domenico Pozzovivo che oggi per un momento ha dato l'impressione di poter staccare gli avversari, se solo avesse voluto provarci con più convinzione. Forse anche lui ha pensato al danno che poteva causargli la discesa finale, forse anche lui s'è riservato qualche energia in più per il dittico decisivo, ma dopo la mezza cotta dei Resinelli abbiamo anche avuto l'impressione che il ragazzo, nuovo a questi livelli (il suo massimo fu un ottavo posto nel 2008), abbia voluto oggi non strafare. La buona prestazione di questa tappa, però, potrà ridare sensazioni positive al lucano, e spingerlo ad avere maggiore ardimento già venerdì.

Un percorso che Pozzovivo potrebbe peraltro condividere con Rigoberto Urán, che in classifica gli è davanti (così come Intxausti) e che oggi ha varcato quella che per lui era una piccola grande soglia, quella che lo proietta in un drappello di protagonisti assoluti di un grande giro, lui che fin qui era stato nell'ideale plotoncino di inseguitori. Anche il colombiano non aveva brillato domenica, oscurato - nella sua prestazione - pure dalla bella prova del compagno Henao. Ora che, con quanto fatto sul Giau, ha rimesso a posto le cose in casa Sky, vincendo l'amichevole disfida col connazionale, potrebbe riproporsi a sua volta con più convinzione. Esattamente come Pozzovivo, con in più il fatto di essere rinfrancato dalla maglia bianca che ora indossa, avendola strappata proprio a Henao.

Insomma, ci sarà da attaccare, venerdì e sabato, e a fondo, se si vorrà ribaltare questo Giro. Siamo abbastanza convinti che qualcosa vedremo, in ogni caso; l'unica possibilità che ci sentiamo di escludere è che si creino le famose "sante alleanze" che spesso vengono invocate in questi casi. Da come conosciamo il ciclismo contemporaneo, ognuno farà da sé (al limite si troverà qualche amicizia strada facendo); tantopiù che, per tornare ai contendenti principali, sia Liquigas che Lampre hanno l'intima convinzione di schierare l'uomo che potrà vestire la maglia rosa domenica pomeriggio a Milano.

Marco Grassi

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