La Course by Le Tour de France 2015: Il vero capolavoro è firmato Van der Breggen - Sotto la pioggia, assolo dell'olandese sugli Champs-Élysées
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Scattare poco dopo l'Arc de Triomphe, quando al traguardo mancano 5 km: qualcosa vorrà ben dire. Anna Van der Breggen, fresca di rinnovo con la Rabo Liv per il 2016, fresca vincitrice del Giro Rosa (e della Freccia Vallone, in primavera), fresca e basta, si aggiudica la seconda edizione di una corsa che pare un campionato di club della Rabo Liv. La Course, con i Mondiali forse il massimo evento del ciclismo femminile, considerando il punto di vista medaitico, passa da Marianne Vos alla fortissima ex gregaria olandese, adesso a pieno titolo capitana.
È andata via ai -5, quando tutte aspettavano la volata. Ristretta. perché la pioggia, il porfido e le scivolate ne avevano fatte fuori parecchie, ma sempre volata. Invece questa ragazza che sa inventare ed imporre, ha deciso che l'andamento della gara doveva essere un altro. Ci ha provato, e se le fosse andata male avrebbe avuto Lucinda Brand e l'iridata Pauline Ferrand-Prévot, che correva in casa, da lanciare.
Se la Brand s'è comunque piazzata, esultando per la vittoria meravigliosa, la Ferrand-Prévot ha tagliato il traguardo a quasi due minuti e mezzo, quintultima. La Course, per la remoise iridata, è maledetta: lo scorso anno cadde 500 metri dopo il Tunnel di Pont du Carrousel, urtando una transenna. Stavolta è proprio la curva sinistrorsa a novanta gradi, resa viscida dalla pioggia, a fregare (anche) la bella francese. Sognava una vittoria - o una bella prestazione - sugli Champs-Élysées, deve rassegnarsi e rimandare.
Pavé parigino scivoloso, cadute ed attacchi
La Course by Le Tour de France si corre sul circuito di 7 km, tutto al centro della Ville Lumière: non c'è la campionessa uscente, Marianne Vos. La fuoriclasse olandese, dopo una stagione travagliata, ha deciso di non gareggiare più su strada per questo 2015. Forma non ottimale, un fisico che chiede pietà dopo anni di sforzi bestiali, la concentrazione che è già sui Giochi di Rio, strada e possibilmente MTB. Piove, largo alle ragazze da classiche, come Emma Johansson, recentemente vincitrice del Thüringen Rundfahrt, e Lizzie Armitstead. Anche col maltempo c'è una discreta folla su quel circuito che nel tardo pomeriggio verrà affrontato dai colleghi uomini. Presenti 19 squadre, con 119 atlete che hanno preso il via. Due le formazioni italiane (Alé-Cipollini-Galassia e INPA-Bianchi-Giusfredi), con le nostre atlete in gara che sono 12.
Gracie Elvin allunga, poi ripartono Mackaij e Williams
Scatti e controscatti nelle prime fasi di gara, ma a 62 km dal traguardo una caduta in Place de la Concorde frantuma il gruppo: davanti rimangono non troppe atlete, una quarantina. A 47 km dall'arrivo allunga Gracie Elvin: lo fa sul pavé in salita di Avenue des Champs-Élysées, lei che proprio sul pavé aveva portato a casa una bellissima vittoria cinque giorni fa al Thüringen Rundfahrt, in quel di Meerane. L'australiana della Orica-AIS guadagna 12" sul gruppo.
Altra caduta, e se mentre nella scivolata precedente era stata Ellen Van Dijk a rimetterci la clavicola, in quest'ultima Shelley Olds spacca il forcellino posteriore del cambio: gara finita per la statunitense della Alé-Cipollini-Galassia. Floortje Mackaij (Liv Plantur) e Lizzie Williams (Orica-AIS) ripartono ai -37, quando Gracie Elvin viene riassorbita. La coppia è però ripresa dal plotone sul rettilineo finale: mancano 33 km alla fine
Orica tutta per Emma Johansson. Cecchini fora e si ritira
L'Orica rende la corsa dura, con scatti delle diverse atlete che si susseguono: tutte allungano tranne Emma Johansson, che vuole rendere il gruppo più sfilacciato possibile, in vista di un'azione finale, o di una volata non troppo allargata. Protagoniste, oltre alle cadute, le forature: una fa fuori la Campionessa d'Italia Elena Cecchini, che si vede costretta al ritiro. Peccato. Nel finale la Rabo Liv si mette in testa ad un gruppo non troppo folto, dettando un ritmo decisamente blando. Ed è proprio una ragazza Rabo Liv, Anna Van der Breggen, a mettere fuori il musetto: definitivamente.
Ai -5 allunga la Van der Breggen, il gruppo cincischia
Se ne va dopo l'Arc de Triomphe, a 5 km dall'arrivo. Guadagna subito 9", che poi diventano 8". Nel gruppo, davvero ridotto all'osso, non c'è convinzione: le Rabo non tirano - ci mancherebbe! - le altre si guardano. In tutto questo, la Van der Breggen esce dal Tunnel di Pont du Carrousel con 6" da amministrare. Pochi, ma la ragazza è in una condizione da urlo. Si presenta sul traguardo, sente il fiato sul collo del gruppo, dello sprinta lanciato dalle varie Amy Pieters e Jolien D'Hoore. Sembra quasi presa, la Van der Breggen, che però imita il gruppo: un lungo sprint, per lei che velocista non è, le consegna la vittoria in solitaria.
Vittoria da manuale, le velociste lottano per il piazzamento
Un colpo da manuale, una vittoria di prestigio: esultare su questo traguardo, sotto la pioggia, anticipando il gruppo, può valere una bella fetta di stagione. Alle spalle della Van der Breggen c'è solo delusione: lo sprint delle battute va infatti a Jolien D'Hoore, con Amy Pieters terza. Rimane giù dal podio Lizzie Armitstead, che teneva particolarmente a quest'appuntamento.
Dietro alla britannica la finlandese della Bigla Lotta Lepistö, quindi Lisa Brennauer, Emma Johansson, Lucinda Brand, Kirsten Wild (lo scorso anno partiva favorita e venne battuta dalla sola Vos) e Christine Majerus.
Prima delle italiane Giorgia Bronzini, diciannovesima a 8" dalla Van der Breggen, con Maria Giulia Confalonieri 26esima a 16", Barbara Guarischi 29esima a 20", Anna Stricker 55esima a 1'58". Le altre, da Elena Cecchini ad Annalisa Cucinotta, tutte ritirate per un motivo o per l'altro.
Van der Breggen, una vittoria che esalta la Vos
Due terzi di podio olandese (oltre alla Van der Breggen, anche la Pieters), due edizioni su due olandesi; Marianne Vos, dalla cabina di commento di NOS (la tv olandese), ha accompagnato l'ex gregaria verso la vittoria a suon di urla ed incitamenti. Come se fosse lei sulla strada, lei da sola contro un gruppo, lei sulla bici di Anna. Invece era la Van der Breggen.