Giro d'Italia 2015: Ilnuragano a Imola - Bell'assolo del russo Zakarin. In salita Contador attacca Aru
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- Ilnur Zakarin
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Era calato in Italia per provare a conquistare la maglia rosa ma dopo soli quattro giorni Ilnur Zakarin aveva capito: bisognava arrangiarsi con le tappe. La Liguria è subito rimasta indigesta al russo della Katusha, che al Giro di Romandia aveva impressionato e, perché no, sorpreso. Tagliato fuori dai piani alti della generale (stamane è partito da Forlì con 42'32" di distacco da Contador), Ilnur è andato in fuga. Era la tappa giusta, per gli attaccanti (non che le altre...) e per lui.Un assolo stupendo, sotto la pioggia, terminato sul rettilineo di Imola, Autodromo Enzo e Dino Ferrari: non un luogo come un altro. Un assolo iniziato sulla penultima ascesa del Tre Monti e durato oltre 20 km. Una bella azione, anche se non porterà né la maglia rosa, né il podio al russo.
Il via da Forlì: si parla ancora di Porte e Clarke
Si riparte da Forlì all'indomani dell'affaire Clarke-Porte, il cambio di ruota che il primo ha effettuato al secondo: l'uno è dell'Orica, l'altro della Sky, entrambi australiani. Il gesto rischia di essere il momento fair play della Corsa Rosa, ma penalizza entrambi di 2'. Se per Clarke non sono importanti, per Porte significa trovarsi a 3'09" dalla maglia rosa. Non la situazione dei sogni per chi ambiva (ambisce) ad una piazza sul podio. L'undicesima tappa è complicata: 153 km da Forlì ad Imola con il Monte Trebbio subito dopo 24 km ed il circuito dei Tre Monti da ripetere per quattro volte nel finale. La pioggia non facilita le manovre. Al traguardo volante di Castrocaro Terme ricomincia la rimonta di Elia Viviani per la maglia rossa: il veronese è preceduto però da Giacomo Nizzolo e seguito da Nicola Boem, da ieri proprietario della maglia che contraddistingue la classifica a punti.
La fuga va via sul Trebbio
Sul Trebbio vanno via in quattro: Beñat Intxausti, Steven Kruijswijk, Diego Rosa ed Ilnur Zakarin. Intxausti scollina per primo davanti a Kruijswijk, Zakarin e Rosa, ma successivamente la fuga si rimpolpa. Gli uomini al comando diventano così dieci: Franco Pellizotti (Androni-Sidermec), Diego Rosa (Astana), Marek Rutkiewicz (CCC Sprandi-Polkowice), Ilnur Zakarin (Katusha), Steven Kruijswijk (Lotto.NL-Jumbo), Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin), Carlos Betancur e Matteo Montaguti (AG2R La Mondiale), Beñat Intxausti e Rubén Fernández (Movistar).
Gruppo spaccato nella discesa del Prugno
A 87 km da Imola i dieci hanno 3'15" sul gruppo, poi sul Valico del Prugno inizia la pioggia battente, a scollinare è il colombiano dell'AG2R La Mondiale Carlos Betancur, diventato uomo di riferimento della squadra francese dopo l'incidente che ha portato al ritiro di Domenico Pozzovivo. Alle spalle del Beta Intxausti e Kruijswijk. Nella discesa il gruppo, frenato dalla strada bagnata, si spacca. Davanti la Tinkoff-Saxo fa l'andatura insieme alla BMC, che da inizio tappa prova da sola a chiudere sulla fuga (presto desisterà), l'Astana di Fabio Aru si fa sorprendere ma nel breve volgere di pochi metri si riporta sui primi.
Küng ci prova, davanti sono pochi
A 44 km dal termine, primo passaggio sul traguardo di Imola, il vantaggio dei dieci fuggitivi è di soli 46" sul gruppo maglia rosa. Sulla successiva ascesa al Tre Monti rimangono al comando i soli Zakarin, Hesjedal, Betancur, Intxausti e Pellizotti, con il gruppo a 51". Proprio dal plotone esce uno che al Romandia, sotto la pioggia, ha fatto vedere quanto talento abbia: Stefan Küng, svizzero classe '93 della BMC, allunga e sulle prime guadagna 200 metri. Arriverà a collocarsi 30" davanti al gruppo, in un inseguimento dei primi che finirà per essere vano. Viene ripreso ma in futuro - ed anche nel presente - sentiremo parlare molto di lui.
Zakarin va via sul penultimo Tre Monti
Il penultimo passaggio sul Tre Monti è valido come Gpm e Zakarin allunga Per prendere punti utili, certo, ma soprattutto per seminare i compagni di fuga. Scollina per primo e se ne va nella discesa, avendo un più che discreto feeling con freddo e pioggia. Al suo inseguimento troviamo ora Betancur, Hesjedal, Intxausti, Kruijswijk, Pellizotti e Rosa. Zakarin guadagna chilometro dopo chilometro ed all'ultimo passaggio è chiaro che a meno di grandi sorprese sarà lui il vincitore, con oltre un minuto sugli ex compagni di fuga (1'21" per la precisione).
L'Orica tira, Urán cade e fatica
Ora tira l'Orica di Michael Matthews, che s'illude di poter vincere la tappa, dopo aver ripreso l'uomo solo al comando ed i fuggitivi dietro a lui. L'ultimo passaggio del Tre Monti, se non dà problemi a Zakarin, lanciatissimo verso la sua prima vittoria al Giro d'Italia, è interessante per la generale. In precedenza, proprio sul traguardo, era caduto male Rigoberto Urán, a cui il nuovo taglio non deve portare tutta questa fortuna: rompe il casco, il colombiano dell a Etixx, e rientra in gruppo non senza qualche difficoltà.
Ultimo Tre Monti: Contador attacca Aru
In salita invece Fabio Aru mette l'Astana a tirare, ma è Alberto Contador che scatta. Il sardo prova a rimanere nella scia della maglia rosa ma deve desistere. La salita è breve e così la maglia bianca si riporta velocemente su Alberto, su Michael Matthews, Dario Cataldo e Igor Antón, che nel frattempo avevano chiuso. Contador ha visto che qualcuno non stava pedalando proprio benissimo ed ha cercato di capire se le sue impressioni corrispondessero alla realtà. Nel caso quel famoso Signor Qualcuno fosse Fabio Aru, tutti i torti non li aveva, Contador.
Zakarin in solitaria, Betancur ritrovato e 2°
Il gruppo s'è ormai ricomposto e viaggia spedito verso il traguardo. Là Ilnur Zakarin fatica a credere a quel che ha fatto: una tappa al Giro non era per lui cosa scontata, figurarsi la classifica. Eppure il russo porta a casa un bel successo parziale. Vittoria in solitaria, con Carlos Betancur risorto ma solo secondo, distanziato di 53". Alle spalle del colombiano Franco Pellizotti, totem di un'Androni anche oggi in fuga, poi Beñat Intxausti, Diego Rosa, Steven Kruijswijk e Ryder Hesjedal. Ottava piazza per Maciej Paterski, uscito con Philippe Gilbert negli ultimi chilometri: la coppia chiude con un ritardo di 58". A 1'02" il gruppo viene regolato da Juan José Lobato, contrariato per il risultato ottenuto oggi: da un lato è il più veloce (davanti a Bole, Gavazzi, Mori e Geschke), dall'altro è solo decimo. Peccato, ci riproverà, anche se ormai le tappe per lui non sono troppe.
Classifica invariata, domani Monte Berico
La tappa odierna non provoca grossi sconvolgimenti nella classifica generale, con Alberto Contador in rosa e Fabio Aru lì a 3", poi Mikel Landa a 46", Dario Cataldo a 1'16", Roman Kreuziger a 1'46", Rigoberto Urán a 2'10", Giovanni Visconti a 2'12", Damiano Caruso a 2'20", Andrey Amador a 2'24" e Leopol Konig a 2'30". Dopo la batosta di ieri (foratura più 2' di penalità) Richie Porte è dodicesimo, con il ritardo di cui s'è già parlato, 3'09" dalla maglia rosa. È stretto nella tenaglia formata da Davide Formolo (11° a 3'01") e Damiano Cunego (13° a 3'10"). Domani altra tappa particolare, 190 km da Imola a Vicenza, per la precisione Monte Berico. Oltre alle salite di Castelnuovo e Crosara, il finale è tutto all'insù, con pendenze importanti. Se uno tra Fabio Aru ed Alberto Contador dovesse notare qualche difficoltà nell'avversario, sicuramente affonderà il colpo.