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Giro d'Italia Ciclocross 2014: Fontana vince ed è già rimpianto - Rosa a Bertolini, tra le donne trionfa Teocchi

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Prima vittoria stagionale del ciclocross per Marco Aurelio Fontana © Ufficio stampa della corsaDopo il lungo week end scorso in cui la terza prova di Rossano Veneto era stata immediatamente seguita dal classico Ciclocross del Ponte di Faè d'Oderzo (quest'ultimo valido per il Selle Italia SMP Master Cross), il Giro d'Italia è tornato immediatamente protagonista con una delle prove più attese ed amate in assoluto: quella di Silvelle di Trebaseleghe, sempre in terra veneta ma con la provincia di Padova ad avvicendare quella trevigiana.

Una gara che in passato ha sempre regalato emozioni e spettacolo (testimoniato anche da pannelli collocati all'interno di ruote rosa che hanno ricordato gli illustri vincitori delle precedenti edizioni) e che anche in questo 2014 per il quarto atto della kermesse rosa voluta dall'ASD Romano Scotti ha fornito due risposte molto importanti. La prima è che Marco Aurelio Fontana, tra un impegno di sponsor e l'altro, pian piano si sta riavvicinando alla forma migliore ed alla terza uscita stagionale (dopo quelle di Brugherio e di Faè) ha centrato la sua prima affermazione di questa sessione invernale, approfittandone oltre che per godere del consueto bagno di folla che ormai contraddistingue le sue apparizioni, anche per effettuare un proficuo allenamento (già, perché in un ciclismo ormai iperspecializzato sembra ormai passata in secondo piano l'importanza e la capacità di sapersi allenare sotto sforzo in piena competizione) in vista dei lavori da fare successivamente. Oltre a far ridiventare attuale la questione che ormai in ogni inverno fa interrogare appassionati e addetti ai lavori: è giusto che un atleta del suo calibro che dimostra ormai di essere il personaggio a tutto tondo del fuoristrada italiano rinunci a priori alla possibilità di ottenere risultati importanti sia in Coppa del Mondo che in occasione dei mondiali?

Questione che non può non animare il dibattito, col CT Fausto Scotti che per primo vive la questione sospeso in questo continuo limbo in cui i progetti e l'opera di convincimento possono durare settimane ma che rischiano di cozzare con i programmi del team d'appartenenza dello stesso Fontana, ormai sempre più votato ad una Mountain Bike in cui è riuscito a divenire uno dei migliori al mondo. Proprio prendendo in esempio l'ultima stagione da biker verrebbe da pensare che uno come Marco Aurelio, se in giornata, sia capace di essere inferiore realmente a pochi e lo splendido podio mondiale conquistato in Norvegia (bronzo che si è affiancato a quello olimpico di Londra) dopo una stagione che era stata fin lì tutt'altro che esaltante è la dimostrazione più autorevole. Chi ci dice quindi che anche a Tabor, percorso che può ben addirsi alle sue caratteristiche, il campione milanese non possa garantire un risultato da top-ten almeno? Speranze che ad oggi sembrano più da sognatori che da persone che ragionano concretamente, nelle prossime settimane ne sapremo di più ma ad oggi appare molto ma molto difficile pensare che l'"imperatore" possa essere presente.

La seconda risposta autorevole giunta da questa domenica riguarda invece Gioele Bertolini, che ad appena 19 anni conquista aritmeticamente la vittoria nel Giro per il secondo anno consecutivo, proprio nella giornata forse più difficile tra tutte quelle viste finora, conclusa tenacemente con uno sprint all'ultimo respiro che gli ha regalato la seconda posizione ed i preziosi punti che gli permetteranno ora di preparare al meglio i prossimi appuntamenti e di onorare al meglio la maglia rosa in quel di Roma il prossimo 6 gennaio. Sul giovane talento di Talamona, speranza concreta del presente e del futuro del nostro ciclocross, abbiamo già speso in precedenza parole di elogio e, nonostante le difficoltà avute quest'oggi (come vedremo a breve), possiamo dire che ci siamo davvero divertiti nel vederlo battagliare senza risparmio con Nadir Colledani, suo coetaneo nonché una delle tante scommesse di Daniele Pontoni (uno che di sterrati se ne intende eccome!), in una contesa che idealmente stava a dimostrare che dietro Fontana qualcosa di veramente buono nel nostro movimento c'è, in un percorso di crescita che come sempre va fatto per gradi. 

Partenza alle 13.40 per affrontare un circuito praticamente privo di difficoltà altimetriche in cui, come da tradizione, era l'instabilità del terreno a rendere ardua la prova, col fango che in alcuni tratti obbligava a scaricare sui pedali tutta la forza a propria disposizione per non perdere terreno prezioso. Il tricolore di Fontana era subito in bella evidenza, anche se è stato Lorenzo Samparisi ad imboccare in testa la prima curva, seguito immediatamente da Bertolini, Silvestri, Fontana e Colledani.  Non è stato però necessario attendere molto per capire come proprio Fontana e Bertolini avevano tutte le intenzioni di regalarsi una giornata da protagonisti, sfruttando le loro eccellenti doti di biker, con un Colledani già in palla (anche lui viene dalla MTB) per costituire un terzetto che ha subito preso una decina di secondi di vantaggio su tutti gli altri, visto che Ponta e Silvestri sono transitati già con 15" al termine del primo giro.

Nella seconda tornata è stato Bertolini a cercare l'allungo in prossimità degli ostacoli artificiali, salvo però essere costretto nuovamente sulla difensiva nel tratto immediatamente successivo al passaggio ai box, in cui il terreno si faceva più pesante e scivoloso ed in cui Fontana, proprio come nella tornata inaugurale, aveva già provato ad esaltarsi con un bel forcing. Azione a cui Bertolini ha replicato con fatica, ricongiungendosi poco prima del passaggio, mentre Colledani era leggermente staccato. Si è così entrati nella terza tornata e qui si è verificata la svolta decisiva alla gara: proprio in prossimità dei box (dove tra l'altro Fontana in precedenza aveva già provveduto a cambiare la bici) in cui il campione italiano sembrava particolarmente a proprio agio, Gioele Bertolini che inseguiva poco dietro è stato forse tradito un po' dalla foga ed ha allargato troppo la traiettoria, prendendo in pieno un avvallamento che l'ha fatto rovinare in terra. Facile quindi prevedere che per il sondriese perdere terreno proprio lì avrebbe costituito uno sforzo supplementare che rendeva molto arduo recuperare il gap, tanto che Fontana ha aumentato il suo vantaggio a 10" su di lui che nel frattempo doveva cominciare a guardarsi dagli assalti di Colledani, che guardingo si era rifatto minaccioso poco dietro. Ben più marcati invece i distacchi nei confronti di tutti gli altri che occupavano le posizioni seguenti il podio parziale (ovvero Ponta, Caneva, il belga Van Compernolle e Luca Braidot).

Da lì in poi per Fontana la gara è stata tutta in discesa, cosicché dopo aver spinto senza esagerare il tricolore ha cominciato a gestire ottimamente la situazione, con una pedalata sciolta e leggiadra che dava alla prova quasi i tratti della sgambata, del resto essendo appena alla terza uscita (la prima in assoluto al Giro d'Italia) la gamba necessitava di girare per poter poi carburare. In questo modo senza il benché minimo patema sono trascorse altre due tornate, con tempi di poco superiori ai 7'20" per giro e il distacco nei confronti degli inseguitori che cresceva gradualmente. Bertolini cercava pian piano di rifarsi sotto ma col passare dei minuti la sua azione sembrava appesantirsi, cosicché mentre i suoi tempi erano decisamente più elevati, quelli di Colledani si abbassavano pian piano ed il portacolori del Trentino Rosa pian piano è stato capace di rifarsi sotto. Ben oltre il minuto invece il gap accusato da Kenneth Van Compernolle, belga che non è riuscito ad impegnare i nostri così come aveva saputo ottimamente fare Baestaens la settimana scorsa, tanto che poco dopo è stato decisamente insidiato da un Luca Braidot in splendida rimonta, tanto da essere capace di far segnare il giro più rapido.

L'ipoteca sul successo per Fontana era ormai cosa fatta e così il milanese, dopo aver portato il suo vantaggio sui diretti inseguitori alla soglie del minuto al sesto giro, ha continuato nella sua andatura controllata in bello stile, giungendo così alla prima meritata affermazione in maglia tricolore della stagione, in cui alcune "intraversate" con la ruota posteriore hanno fatto da preludio all'esultanza non preceduta dalla consueta impennata. Negli ultimi due giri però era stata la lotta per la seconda posizione a catalizzare la maggior parte delle attenzioni, in quanto Bertolini ad un certo punto sembrava attraversare un momento di seria difficoltà nei confronti di un Colledani caparbio e per nulla intimorito dal più blasonato rivale, costretto a pescare nel fondo di tutte le sue residue forze per tenergli testa. Non essendo l'uno riuscito a staccare l'altro si è arrivati così all'epilogo in volata, 43" dopo l'arrivo di Fontana e la lotta spalla a spalla tra i due classe 1995 ha sicuramente entusiasmato il pubblico presente sul rettilineo d'arrivo: Bertolini, partito in testa, si è visto pian piano rimontato da Colledani sulla destra e solamente il colpo di reni sulla riga ha sancito la piazza d'onore per l'atleta della Selle Italia nei confronti del friulano, autore senz'altro della miglior gara della carriera.

Quarta posizione per un buon Luca Braidot, staccato di 1'05" ma capace pian piano di riprendere e staccare decisamente Van Compernolle, non andato oltre la quinta posizione a 1'27". Sesto posto per Tommaso Caneva, giunto a 2'41" davanti ad un Elia Silvestri nuovamente calato alla distanza, settimo a 3'40". L'ottavo posto a 3'51" di Cristian Cominelli ha preceduto di alcuni secondi l'arrivo di Marco Ponta, il grande sconfitto di questa domenica visto che alla partenza occupava la seconda posizione in classifica generale e che invece è giunto in nona posizione a 4'08", con l'ex tricolore di MTB Mirko Tabacchi a chiudere la top-10 con un ritardo di 4'57". In virtù dell'epilogo odierno, in cui al via della gara non si è schierato il vincitore delle ultime due edizioni Enrico Franzoi, Gioele Bertolini ha conquistato matematicamente la maglia rosa del Giro (oltre a quella bianca degli U23), portandosi a quota 108 punti che lo rendono irraggiungibile sia per Colledani che per Ponta (che con i piazzamenti odierni si portano rispettivamente a quota 68 e 66 punti).

Non meno interessante era la lotta tra le donne open, in cui l'assenza di Eva Lechner (che ha preferito gareggiare in Svizzera dopo il vittorioso rientro della settimana scorsa) rendeva molto più incerta la situazione ed ancora più accanita la lotta tra Alice Arzuffi e Chiara Teocchi, ovvero le prime due della classifica generale. Dopo un avvio in cui entrambe si sono date battaglia e procedevano assieme, la giovane bergamasca al primo anno tra le Under che già aveva saputo ben impressionare gli osservatori nelle scorse settimane, è stata capace di piazzare l'assalto decisivo nella terza tornata, sfruttando a proprio favore il tratto maggiormente fangoso, in cui ha cominciato a distanziare gradualmente la milanese della Selle Italia. La Teocchi ha via via guadagnato sempre più terreno, portando il suo vantaggio da 18" a 37" e si è così involata verso una meritata affermazione (la seconda personale dopo quella ottenuta a Portoferraio) che ha così riaperto i giochi per il successo del Giro.

L'Arzuffi ha pagato 45" sul traguardo, dovendosi accontentare della seconda posizione, mentre a completare il podio ci ha pensato l'elbana Alessia Bulleri, staccata di 1'36" mentre più indietro sono finite Oberparleiter (a 2'49"), Gariboldi (a 3'24") e Bresciani (a 3'45"), uniche altre atlete a pieni giri. Sofia Beggin, giunta in settima posizione, è stata invece la migliore delle Juniores, categoria nella quale le insegne del primato restano alla marchigiana Alice Torcianti, oggi undicesima. In classifica generale Alice Arzuffi resta al comando portandosi a quota 108 punti ma sono appena 6 i punti che ora può vantare su Chiara Teocchi, salita a 102, per cui sarà proprio la conclusiva prova che avrà luogo all'Ippodromo delle Capannelle a sancire colei che sarà la vincitrice.

Giochi ancora incerti anche tra gli juniores uomini, dove la prova di Silvelle ha premiato un ottimo Daniel Smarzaro, abile ad approfittare nell'ultimo giro di un rallentamento di Edoardo Nichele in fase di doppiaggio per involarsi tutto solo verso il traguardo, dove ha avuto la meglio per 8" mentre la terza posizione è stata appannaggio di Jakob Dorigoni (atleta da tenere d'occhio in prospettiva, forte su tutti i terreni, strada e MTB comprese), giunto a 26". Quarto a 54" il leader della generale Stefano Sala, che ora dovrà difendere il primato nell'ultima prova (101 i suoi punti contro i 96 di Dorigoni e i 91 di Giorgio Rossi, oggi sesto). 

Verdetto rimandato anche tra gli allievi uomini dove quest'oggi si è imposto Filippo Zana davanti a Samuele Carpene e Lorenzo Calloni, con quest'ultimo che si presenta all'ultima gara con 104 contro gli 85 di Carpene, mentre con il quarto successo in altrettante gare Sara Casasola ha ipotecato la vittoria tra le donne allieve (precedute Francesca Baroni e Valentina Iaccheri), anche se per la matematica occorrerà attendere l'ultima prova (al momento Casasola in testa con 120 punti contro i 100 della Baroni). Vittoria e colpo doppio, dato che la maglia rosa passa sulle sue spalle, invece per Alessandro Verre tra gli esordienti uomini mentre nella medesima categoria femminile la vittoria è andata a Marina Guadagnin con Asia Zontone sempre in maglia rosa.

Appuntamento quindi al 6 gennaio per la conclusione dell'edizione 2014/2015 del Giro d'Italia di ciclocross con l'ippodromo romano delle Capannelle, già teatro della Coppa del Mondo nelle ultime stagioni, che sancirà i verdetti finali di tutte le altre categorie agonistiche, in cui finora si è registrata una buona partecipazione di atleti. Per gli appassionati invece la prossima data da cerchiare in rosso è quella di sabato 20 dicembre, con il Bpost Bank Trofee che tornerà protagonista ad Essen.

Vivian Ghianni

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