Coppa del Mondo su Pista 2014: BritGirls imbattute da quattro anni - Inseguimento, il dominio GBR continua
- London 2014
- Alex Buttazzoni
- Anastasya Voinova
- Andrew Tennant
- Anna Meares
- Annalisa Cucinotta
- Beatrice Bartelloni
- Ciara Horne
- Eduardo Sepúlveda
- Ekaterina Gnidenko
- Elinor Barker
- Eloy Teruel Rovira
- Francesco Ceci
- Francesco Lamon
- Giorgia Bronzini
- Jannie Milena Salcedo Zambrano
- Jinjie Gong
- Joachim Eilers
- Katarzyna Pawlowska
- Katie Archibald
- Kenny De Ketele
- Kristina Vogel
- Laura Trott
- Lauren Robertson Stephens
- Liam Bertazzo
- Maila Andreotti
- Maria Giulia Confalonieri
- Mark Christian
- Matthew Glaetzer
- Miriam Welte
- Nathan Hart
- Omar Bertazzo
- Owain Doull
- René Enders
- Robert Förstemann
- Shane Perkins
- Silvia Valsecchi
- Simona Frapporti
- Simone Consonni
- Stephanie Morton
- Steven Burke
- Tatiana Guderzo
- Tianshi Zhong
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Domìni che proseguono incontrastati, domìni che mostrano qualche crepa. La pista internazionale offre vecchi e nuovi spunti nella seconda tappa di Coppa del Mondo 2014-2015, in corso di sviluppo da ieri a domani in quel di Londra. Da un lato le imbattibili inseguitrici di casa, le quali hanno portato la loro imbattibilità, nella prova a squadre, a quattro anni tondi tondi: il terzetto-poi quartetto femminile della Gran Bretagna non perde un Inseguimento in competizioni ufficiali dal dicembre del 2010! (L'esclamativo ci sta, per una striscia che prosegue imperterrita malgrado i successivi fisiologici cambiamenti della formazione).
Il dominio che abbiamo invece visto incrinarsi è quello delle tedesche nella Velocità a squadre: da diverso tempo Miriam Welte e Kristina Vogel rappresentano la coppia d'oro della specialità; ebbene, ieri sera hanno trovato due avversarie più veloci, ovvero le cinesi Tianshi Zhong e Jinjie Gong, che le hanno clamorosamente battute nella finale, bruciandole per un'inezia (14 millesimi di secondo) ma regalando loro una cocente delusione: un errore dei cronometri in pista aveva infatti sulle prime assegnato la vittoria alle tedesche, che si sono giustamente abbandonate ai festeggiamenti di prammatica, ma che poi hanno dovuto bere - ex post - l'amaro calice della sconfitta.
Citati i due risultati più rilevanti della prima delle tre giornate londinesi, perché non procedere con ordine nella narrazione degli eventi? Presto fatto. Le prime atlete a scendere in pista sono state proprio le inseguitrici, per le qualificazioni della prova a squadre. Impegnata anche l'Italia con il quartetto (in fase di consolidamento) formato da Beatrice Bartelloni, Simona Frapporti, Tatiana Guderzo e Simona Valsecchi: purtroppo dobbiamo segnare una controprestazione delle azzurre rispetto alla tappa di Guadalajara, un mese fa; se in Messico le italiane furono quinte in qualifica, stavolta hanno fatto segnare appena il nono tempo, restando così fuori dalle finali.
Ci son rimaste fuori per poco più di mezzo secondo e mezzo, precedute dalla Russia, e se alla prestazione assoluta va fatta la tara (in Messico le condizioni ambientali - lèggasi l'altura - favoriscono tempi più bassi), bisogna dire che il peggioramento per le nostre è misurabile in quasi 7": un risultato un po' al di sotto delle attese.
Le finali - come accennato - hanno visto il dominio britannico, facilitato anche dalla squalifica del quartetto statunitense in semifinale; in finale Katie Archibald, Laura Trott, Elinor Barker e Ciara Horne hanno battuto abbastanza nettamente l'Australia (4'22"194 contro 4'24"335), mentre il Canada andava a prendersi il bronzo battendo la Cina (che comunque è segnalata in crescita anche in questo settore della pista).
Fra i colleghi maschili dell'Inseguimento l'esito è stato simile: nel senso che a vincere sono stati anche qui i britannici, ma è mancata la grande sfida con l'Australia (che avrebbe dato forse esiti favorevoli agli oceanici), vittima di una foratura (evento assai raro in pista) che l'ha fatta fuori in semifinale, dopo che nelle qualificazioni aveva fatto segnare il miglior tempo proprio davanti alla Gran Bretagna. Merito ai padroni di casa (citiamoli: Steven Burke, Mark Christian, Owain Doull e Andrew Tennant) per aver però sfornato una semifinale di pregio per battere una scatenata Danimarca (preceduta per appena 195 millesimi al termine dei 4 km della prova, col miglior tempo della giornata: 4'00"251), mentre poi in finale il successo contro la Nuova Zelanda è stato più agevole. Il bronzo è andato proprio ai danesi, che nella finalina si sono imposti sulla Svizzera.
L'Italia, presente nelle qualifiche, non ha per nulla impressionato, chiudendo appena al 17esimo posto con un tempo altissimo (sul piede dei 4'13"), molto lontano dalla prestazione di un mese fa a Guadalajara. In questo caso però il quartetto è cambiato per tre quarti rispetto al Messico, e pur con tutto l'impegno, per Omar Bertazzo, Alex Buttazzoni e Francesco Lamon non è stato facile sostituire Elia Viviani, Marco Coledan e Michele Scartezzini (che avevano gareggiato nella prima tappa; l'elemento in comune tra i due quartetti era Liam Bertazzo). Archiviamo quindi questa prestazione come utile - al limite - per le statistiche, visto che anche sul piano dei punti per la qualificazione alle Olimpiadi siamo messi maluccio, con l'allargarsi della forbice rispetto alle nazionali che staccheranno il pass per Rio.
Capitolo Velocità a squadre: tra le donne, come detto in apertura, le cinesi Zhong-Gong hanno spodestato le regine Vogel-Welte. In finale la coppia asiatica è partita sin troppo forte nel primo giro, esponendosi alla rimonta delle avversarie; tale rimonta, ad opera della Vogel, c'è effettivamente stata, ma si è fermata a 14 millesimi dall'essere compiuta. Il bronzo è andato alla coppia russa (Gnidenko-Voinova) che ha battuto le australiane Morton-Meares.
Tra gli uomini invece resta indiscussa la supremazia tedesca: Joachim Eilers, Rene Enders e il popolare Robert Förstemann (che un anno fa di questi tempi fissavano il record di specialità ad Aguascalientes) si sono imposti battendo in finale gli australiani Glaetzer-Perkins-Hart. Bronzo alla Nuova Zelanda che ha avuto la meglio sulla rinomata Francia.
La prima giornata era completata da due prove non olimpiche e non valevoli neanche per la Coppa del Mondo (in pratica due riempitivi del programma londinese), lo Scratch femminile e la Corsa a punti maschile. Nella prima l'Italia si giocava le migliori chance della giornata, con Giorgia Bronzini e Maria Giulia Confalonieri in gara. Purtroppo le azzurre si son lasciate sfuggire il treno buono, formato dalla colombiana Jannie Salcedo e la statunitense Lauren Stephens, riuscite a prendere un giro di vantaggio e poi passate nell'ordine al traguardo. Il bronzo è andato alla polacca Katarzyna Pawlowska, le nostre si sono piazzate ottava (Bronzini) e 22esima (Confalonieri).
La Corsa a punti ha visto la netta affermazione dello spagnolo Eloy Teruel, sempre in controllo e capace di guadagnare un giro (come tutti gli atleti che hanno terminato nei primi 5 posti); Teruel ha totalizzato 43 punti contro i 34 del belga Kenny De Ketele, secondo, e i 31 dell'argentino Eduardo Sepúlveda, terzo. In gara per l'Italia Liam Bertazzo, che però è stato abbastanza trasparente, chiudendo solo 18esimo senza aver guadagnato punti (anzi, ne ha avuti 20 di penalità per aver perso un giro).
Oggi il programma parte al mattino con il torneo della Velocità femminile (che si esaurirà in giornata) e le prime prove degli Omnium; da pomeriggio a sera si svilupperà anche il torneo del Keirin maschile, e saranno previste altre due prove non olimpiche come la Corsa a punti femminile e la Madison. Italiani in gara: Maila Andreotti nella Velocità, Annalisa Cucinotta e Simone Consonni negli Omnium, Francesco Ceci nel Keirin; nella Madison avremo due coppie (Liam Bertazzo-Buttazzoni e Omar Bertazzo-Lamon), mentre Giorgia Bronzini cercherà nella Corsa a punti migliori fortune rispetto allo Scratch di ieri.