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Campionati Italiani MTB 2014: Braidot a Gorizia, tricolore e delizia - Luca su Kerschbaumer, crolla Fontana. Donne: c'è Lechner | Cicloweb

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Campionati Italiani MTB 2014: Braidot a Gorizia, tricolore e delizia - Luca su Kerschbaumer, crolla Fontana. Donne: c'è Lechner

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Luca Braidot festeggia sul tracciato di Gorizia © pianetamountainbike.itMentre gli sguardi degli appassionati di ciclismo in queste entusiasmanti giornate sono rivolti quasi esclusivamente al Tour de France per seguire le gesta in giallo di Vincenzo Nibali, non mancano altri appuntamenti degni ugualmente di attenzione. Non limitiamo però il nostro campo d'azione solamente alla strada o alla pista, che pure non mancano di fornire sfide ricche di emozioni, bensì non possiamo fare a meno di buttare un'occhio anche su ciò che accade nel fuoristrada. Quale occasione migliore quindi dei campionati italiani di Mountain Bike specialità Cross Country che ieri in Friuli-Venezia Giulia hanno sancito i nuovi possessori delle maglie tricolori?

La cornice di tale appuntamento, uno dei più importanti per i biker nostrani in una stagione ormai ampiamente nel vivo, è stata rappresentata da Gorizia, che nella giornata di ieri è apparsa tutto tranne che maledetta, come recita una famosa canzone che tristemente rimanda all'orrore della Grande Guerra, di cui ci si approssima al centenario. Nessun conflitto dunque ma splendide battaglie, sportivamente parlando, che hanno animato la domenica di sano agonismo andata in scena presso il Parco di Piuma, all'interno di un circuito di 5 chilometri che, superata la prima difficile salita iniziale, proseguiva attraverso un lungo single track nel bosco, con un'alternanza di strappi e discese presente anche nell'ultima parte di percorso che chiamava i piloti a tirar fuori il meglio delle proprie tecniche e abilità.

Una sfida particolarmente attesa dal pubblico friulano, il cui tifo ed entusiasmo s'indirizzava principalmente verso due nomi ed un cognome: i gemelli Luca e Daniele Braidot, gli enfants du pays che questa gara l'aspettavano da sempre. Immaginatevi quindi le punte di sostegno e di felicità raggiunte nella domenica appena trascorsa quando sono stati proprio loro due ad offrire lo spettacolo più grande, fino a che è stato proprio Luca Braidot ad involarsi solitario verso quella vittoria sognata, desiderata più di ogni altra cosa. Pazienza poi se la doppietta è sfumata proprio sul più bello per uno di quegli inconvenienti (stavolta toccato a Daniele) che spesso hanno condizionato le prestazioni dei due fortissimi fratelli in casacca Forestale, che durante l'inverno sanno farsi apprezzare degnamente anche nel ciclocross, secondo un'alternanza che ormai coinvolge moltissimi biker di casa nostra.

La grande prestazione dei Braidot ha fatto il paio anche con quella più che positiva del talentuoso Gerhard Kerschbaumer, costretto ad accontentarsi della medaglia d'argento ma che ha contribuito a ricordarci come nelle ultime stagioni il movimento italiano abbia tirato fuori atleti realmente interessanti: sia l'altoatesino, che con le sue risultanze non ci ha impiegato molto a meritarsi il ruolo di predestinato, che i due gemelli goriziani infatti disputavano ieri per la prima volta il campionato italiano nella prova regina, vale a dire quella degli Élite e con le loro prestazioni non hanno fatto altro che ribadire come il ricambio generazionale sia assolutamente florido e da monitorare ancora costantemente.

Prestazioni da segno più a cui ha fatto da contraltare la giornata negativa del protagonista più atteso, il naturale grande favorito della gara: Marco Aurelio Fontana, un'istituzione per un movimento che se solo avesse un adeguato seguito mediatico avrebbe tutto per bucare lo schermo e far breccia nei cuori anche di coloro che la disciplina non la seguono abitualmente. Il milanese è stato a lungo nel vivo della gara ma poi, proprio nel momento in cui c'era da aprire il gas per piazzare la stoccata decisiva, è rimbalzato clamorosamente indietro, terminando la prova mestamente lontano dalle posizioni che contavano, incappando così in un epilogo opaco che già aveva contraddistinto alcune sue uscite stagionali, specialmente in Coppa del Mondo. Eppure, soprattutto quando si trattava di scendere in campo per le prove degli Internazionali d'Italia (prevedibilmente conquistati con 3 successi su 5 gare), si aveva la sensazione di aver a che fare sempre col miglior Fontana, capace di fare la gara e dominare alla sua maniera. L'alternanza di queste prestazioni positive e negative pertanto impone delle riflessioni e un campanello d'allarme in vista del finale di stagione, in cui ci saranno le ultime prove di Coppa del Mondo e soprattutto il mondiale norvegese di Hafjell (a due passi da Lillehammer) a costituire i principali obiettivi.

Erano sei i giri da portare a termine nella gara degli Élite e già la prima tornata è stata particolarmente indicativa su ciò a cui si sarebbe assistito nelle successive: Luca Braidot, galvanizzato anche dal gran tifo è partito subito "a bomba", sfruttando immediatamente la salita iniziale e i seguenti tratti tecnici per riuscire a costruire un primo gap nei confronti di tutti gli altri, col fratello Daniele abile nel controllare da vicino Fontana, a cui spettava l'onere dell'inseguimento. Una prima fase, questa, dal quale è mancato Kerschbaumer, costretto ad uno sforzo supplementare a causa di una caduta (fortunatamente senza conseguenze) occorsagli nel primo tratto di discesa. Il talento di Verdignes però ha man mano colmato il disavanzo, riuscendosi a riportare sul duo Fontana-Daniele Braidot nel corso della seconda tornata, in cui davanti lo scatenato Luca Braidot continuava a pestare duro che inevitabilmente ha fatto aumentare il suo vantaggio.

Azione veemente quella prodotta dal goriziano che non ha subito flessioni e che ha reso quindi particolarmente arduo il compito degli immediati inseguitori, sui quali era riuscito a rientrare anche un bravo Andrea Tiberi. Si è così giunti al quinto e penultimo giro con la situazione pressoché invariata e ci si chiedeva quale sarebbe stato il momento in cui Marco Aurelio Fontana sarebbe entrato in azione, cosicché la stupore è stato al rovescio nel momento in cui il bronzo olimpico in carica non è riuscito più a tenere il passo di Daniele Braidot, Kerschbaumer e Tiberi, perdendo via via sempre più posizioni e dicendo così definitivamente addio anche alla possibilità di occupare uno dei restanti gradini del podio (che per uno come il milanese, per inciso, poco avrebbe aggiunto). Saltato quindi il principale contendente, a Luca Braidot pertanto non è rimasto altro da fare se non gestire al meglio il proprio vantaggio, andando così a prendersi meritatamente l'agognata maglia tricolore che avrà l'onore di vestire per un anno intero.

Alle sue spalle si era già pronti a celebrare la splendida doppietta con Daniele Braidot ma purtroppo una foratura occorsa al gemello nel momento meno opportuna ha di fatto posto fine alle sue speranze di podio, costringendolo a concludere staccato di 2'34" in quarta posizione. La medaglia d'argento è andata così ad un coriaceo Kerschbaumer, con l'atleta della Bianchi distanziato di 50" mentre Andrea Tiberi, portacolori dell' FRM Factory Team,  ha coronato la sua buona prova (ma del resto nelle ultime settimane era apparso uno dei nostri biker più brillanti anche in ambito internazionale) prendendosi il bronzo a 1'44". Giornata più complicata invece per il tricolore uscente Mirko Tabacchi, altro portacolori della Forestale (che ha quindi piazzato tre propri atleti nelle prime cinque posizioni), che ha concluso la sua fatica in quinta posizione, distanziato di 3'47". Non male la prestazione di Cristian Cominelli, sesto a 4'02" davanti a Marco Ponta (giunto a 4'37") e Giuseppe Lamastra (5'31" il suo ritardo), con quest'ultimo che ha anticipato di poco l'ormai deluso Marco Aurelio Fontana, precipitato in nona posizione con un distacco di 5'32". All'altoatesino Johannes Schweiggl, giunto a 6'24", il compito di chiudere la top-10 della gara regina.

Non meno entusiasmanti si sono rivelate le prove riservate ai più giovani, andate in scena tra mattinata e primo pomeriggio: la gara degli Under 23 ha incoronato Andrea Righettini, atleta del Focus Italy Team, capace di costruire il proprio tricolore con una grande prova di tenacia e perseveranza in cui era opposto alla forza del Team Merida, capace di schierare ben quattro potenziali atleti da podio, se non da vittoria. Così, dopo il veemente avvio del trentino, è stato Stefano Valdrighi a riportarsi su di lui e riuscire anche a staccarlo per un tratto di gara, fino a quando la stoccata di Righettini nel finale si è rivelata vincente e gli ha consentito di tagliare il traguardo con un margine di sicurezza sullo stesso Valdrighi, a cui va sicuramente il merito di avergli conteso la gara fino all'ultimo.

Medaglia di bronzo invece per Gioele Bertolini, probabilmente il grande favorito per la vittoria, che ha concluso a 18" pagando probabilmente una prima parte di gara non condotta al massimo. Lorenzo Samparisi (quarto a 20") e Mattia Setti (quinto a 1'25") hanno aggiunto altre due maglie Merida alle prime cinque posizioni, col rammarico che sia sfuggito proprio il gradino più alto del podio. ll team si è comunque potuto consolare nella gara degli Juniores, che ha invece vissuto prevedibilmente sul grande duello tra Alessandro Naspi e Moreno Pellizzon (alfiere della Caprivesi), ovvero i principali favoriti della prova. Dopo aver distanziato tutti gli altri, i due contendenti sono arrivati alla resa dei conti nel corso del terzo giro (cinque le tornate i programma), nel quale Naspi ha operato l'attacco decisivo in salita, distanziando definitivamente Pellizzon, costretto a ripiegare sulla medaglia d'argento, con un distacco di 50" all'arrivo. Podio e medaglia di bronzo per Juri Cerqui del Team Manuel Bike a 3'33", top-5 chiusa da Michele Marescutti, distanziato di 4'42" e Stefano Sala (4'53" il suo ritardo).

Pronostici invece ampiamente rispettati nelle categorie femminili, con Eva Lechner che è riuscita ad aggiungere l'ennesimo titolo Élite alla sua già ricca collezione di maglie tricolori: per l'altoatesina si è trattato del sesto titolo consecutivo, a testimonianza che il giorno dell'abdicazione è ancora ben lungi dall'essere arrivato. La Lechner, attesa anch'essa ad un bel finale di stagione dopo una prima parte contrassegnata da alti e bassi, è giunta all'appuntamento in maniera insolita, non rifinendo la preparazione con tradizionali di MTB ma sfruttando i chilometri incamerati con la partecipazione dal Giro Rosa su strada, a cui la bolzanina ha potuto partecipare dopo essere stata ingaggiata dalla RusVelo, formazione che oltre alla strada ha, per l'appunto, anche una sezione interamente dedita alla MTB.

Per Eva (che, come di consueto, ha vestito le insegne dell'Esercito) la gara si è risolta favorevolmente fin dalle prime battute, quando è riuscita ad incamerare il vantaggio sufficiente per poter affrontare le restanti tornate (5 i giri previsti anche per le ragazze) in assoluta tranquillità, andando così a trionfare in perfetta solitudine, come di consueto. Va vista invece in chiave assolutamente positiva la prestazione offerta dalla piemontese Serena Calvetti (atleta del Team Corratec), autrice di una gara autorevole e abbastanza lineare, in cui è riuscita a conquistare un'ottima medaglia d'argento senza peraltro soccombere allo strapotere della Lechner (2'16" è stato infatti il divario tra le due al traguardo). Decisamente più abissale invece il distacco accusato dalla terza classificata, la lombarda Mara Fumagalli del Ktm Protek (alla prima stagione nella massima categoria dopo aver vinto molto a livello amatoriale), che ha chiuso con un ritardo di 12'33" ma c'è anche da dire che tra le Élite erano ben poche le atlete al via e ciò ha contribuito a dilatare il gap tra le varie contendenti.

Parallelamente alle più grandi hanno gareggiato anche le Under 23 e Lisa Rabensteiner si è confermata come uno dei più interessanti giovani talenti, riconfermando il tricolore conquistato lo scorso anno ma soprattutto facendo segnare il terzo tempo assoluto, dal momento che il suo distacco dalla Lechner è stato di 2'46". Un'altra prova convincente per lei che aveva già ben figurato agli Europei e nelle prove di Coppa del Mondo e che ora può lecitamente puntare ad un podio mondiale per il finale di stagione. Molto bene anche la bergamasca Serena Tasca del FM Bike Factory Team che ha conquistato l'argento tra le Under con un distacco di 2'48" dalla Rabensteiner, riuscendo a precedere la più quotata Alessia Bulleri della Forestale che si è invece dovuta accontentare della quinta posizione assoluta e del bronzo tra le Under con un distacco di 3'49", più indietro invece la valdostana Emilie Collomb, al debutto nella categoria in stagione, e la piemontese Giulia Gaspardino che hanno chiuso la top-5.

Prevedibile monologo della promettente Chiara Teocchi invece tra le juniores, con l'atleta dell'I.Idro Drain Bianchi che ha aggiunto il tricolore ad una stagione che finora le sta regalando parecchie soddisfazioni, dopo il titolo italiano conquistato nel ciclocross (dove pure è uno dei nostri migliori prospetti al femminile) e dove ha saputo farsi valere anche su strada con un bel nono posto conquistato proprio in occasione del campionato italiano di Varese. La giovane bergamasca ha fatto valere la sua superiorità e si è imposta con 1'26" su Greta Seiwald (attenzione anche a quest'altoatesina alla prima stagione nella categoria) e con 2'55" sulla rivale di sempre Rebecca Gariboldi che ha invece conquistato il bronzo. Hanno chiuso tra le prime cinque anche la veneta Beatrice Prataviera, quarta a 4'17", e la marchigiana Elena Torcianti, quinta a 7'16".

È andata così in archivio un'edizione tricolore 2014 particolarmente spettacolare per una disciplina che merita senz'altro di essere seguita con molto entusiasmo, in attesa che il finale di stagione possa regalare ai colori azzurri qualche bellissima soddisfazione.

Vivian Ghianni

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