Europei MTB 2013: L'Italia che cresce, entusiasma, vince - Colte quattro medaglie alla rassegna continentale di Berna
A questo punto è inutile nascondersi: l'Italia della Mountain Bike piace. Na cifra anche, come direbbero dalle parti di Roma (in proposito, tra poco meno di un mese Nemi e la sua splendida cornice ospiteranno i campionati italiani Cross Country). Le partenze scattanti, le folli discese giù dai boschi, gli ostacoli superati con abilità impareggiabile per i comuni mortali e i suggestivi passaggi in single track sono ormai situazioni che il pubblico e gli stessi addetti ai lavori sembrano destinati a vivere in maniera sempre più partecipe e che non sono figlie di medaglie olimpiche fini a loro stesse e di conseguenza legate solamente a cotanto evento.
No, appare chiaro che qualcosa è cambiato già da qualche stagione e non è un qualcosa che prescinde meramente dall'avere a disposizione una fortunata nidiata di talenti. Se si lavora in modo proficuo, lavorando già in giovanissima età in scuole di fuoristrada che magari prendono corpo anche in zone del nostro paese di recente tradizione, i risultati possono essere ben superiori alle aspettative.
L'immagine che abbiamo avuto nel tardo pomeriggio di giovedì è stata già significativa: Marco Aurelio Fontana, Eva Lechner, Gerhard Kerschbaumer e Gioele Bertolini sul gradino più alto del podio, ancora una volta, per ribadire la propria supremazia nel Team Relay, la prova a staffetta che oltre ad essere una delle prove più spettacolari, è anche quella che nelle ultime stagioni sta regalando sempre più soddisfazioni ai nostri portacolori, a testimonianza di un lavoro di squadra perfetto in grado di esaltare degnamente il talento di ogni singolo componente. Terzo titolo europeo della storia, il secondo consecutivo conquistato dai ragazzi di Pallhuber che si sono presentati a questo appuntamento con l'ulteriore pressione del titolo mondiale conquistato in Austria lo scorso anno.
Anche questa volta però la musica non è cambiata, gli automatismi hanno funzionato per il meglio e così Kerschbaumer, protagonista di un'ottima ultima frazione su un percorso tecnico e suggestivo, è potuto giungere sul traguardo sventolando il tricolore, resistendo così molto bene alla rimonta di uno scatenato Nino Schürter, desideroso di guidare i suoi connazionali al successo (per la Svizzera medaglia d'argento con un distacco di 18" mentre il bronzo, con un distacco di 30", è andato alla Repubblica Ceca). Miglior inizio non ci si poteva attendere e l'attesa per le successive prove si è fatta inevitabilmente sempre più spasmodica, visto che la possibilità di conquistare almeno un altro titolo non appariva affatto come una chimera.
Inevitabile che quando al via ci sia un personaggio come lui non possa non catalizzare l'attenzione degli appassionati, anche perché Marco Aurelio Fontana è uno di quelli che in quanto all'abbinare allo spettacolo dato in gara la guasconeria del proprio essere, piacerebbe a tanti anche se corresse su strada (anzi, quanto ci sarebbe bisogno di un personaggio così, con Sagan - uno che, guarda caso, viene proprio dalle ruote grasse - ci sarebbe da divertirsi eccome). Tuttavia nel corso del tempo ha saputo eleggersi a degna star del nostro movimento, di cui ormai è il leader indiscusso ed ha ora aggiunto un ulteriore tassello mancante, andando a conquistare il podio anche lì dove mancava, ai campionati europei per l'appunto. Un risultato meritato, ottimamente incoraggiante per il prosieguo della stagione del milanese che ha faticato a trovare la forma ottimale in questo avvio di 2013 a causa di una caduta (con conseguente frattura) immediatamente successiva alla sua partecipazione alla Cape Epic che quindi ne ha rallentato sensibilmente i programmi. Ora che però il miglior Fontana inizia a riavvicinarsi le prestazioni iniziano ad essere quelle attese e questo podio di Berna è senza dubbio di ottima fattura, considerando anche la condotta di gara avuta.
La vittoria è andata al mostro sacro Julien Absalon, uno che nonostante abbia un palmarès che parli da solo, non sempre ha visto le cose andare per il meglio nelle ultime stagioni e la lotta di cui è stato protagonista con l'iridato in carica nonchè padrone di casa Nino Schürter ha rappresentato un'ideale e bellissima rivincita. Fa piacere che per un po' abbia cercato d'inserirsi in questa lotta lo stesso Marco Aurelio, che ha poi saputo proseguire secondo il passo a lui più consono e senza il rischio di andare alla deriva, giungendo neppure lontano da Schürter (2'06" il distacco accusato da Fontana contro l' 1'53" del campione del mondo) ma riuscendo a tenersi alle spalle validi contendenti quali Lukas Flückiger, Josè Hermida ed anche un buon Sven Nys.
Il bronzo di Fontana è stato l'ultimo in ordine di tempo, in quanto nella prova riservata alle Donne Elite si era avuta una volta di più la conferma dell'ulteriore crescita avuta da Eva Lechner in questa stagione, in cui è partita alla grandissima e dove è riuscita persino a vincere la prima prova di Coppa del Mondo ad Albstadt in Germania a metà maggio. L'atleta bolzanina ha disputato una prova d'autorità su un percorso insidioso, in cui spesso si è fatta vedere in testa, dovendosi arrendere soltanto al momento di strepitosa forma che già da qualche settimana accompagna la slovena Tania Zakelj, vincitrice delle ultime due prove di Coppa del Mondo e ora anche campionessa europea con 38" di vantaggio nei confronti di Eva, che però è riuscita a tenersi alle spalle la sempre temibile polacca Maja Wloszczowska, giunta con un ritardo superiore al minuto e mezzo. La Lechner, presenza ormai fissa nei quartetti del Team Relay e con già una buona esperienza maturata finora, sta vivendo una stagione in cui il confronto con le migliori specialiste sta dando riscontri senza dubbio soddisfacenti, tanto che al giro di boa in Coppa del Mondo anche le speranze di portare a casa l'intera kermesse (attualmente è terza con 470 punti) sono assolutamente intatte, mantenendo poi un ruolo molto importante in un movimento che, come vedremo più avanti, è in decisa crescita.
In ottica futura poi sono assolutamente confortanti i continui progressi di Gioele Bertolini, ragazzo che ha nelle sue potenzialità quella di conquistare una vittoria veramente importante, spregiudicato al punto giusto e dotato di una buonissima guida della bici. Nella prova di sabato scorso riservata agli Juniores ha saputo mettere in difficoltà il tedesco Lukas Baum e pazienza se poi quest'ultimo sia venuto prepotentemente fuori, conquistando il titolo con 1'21" sul valtellinese e 1'33" sul danese Niels Rasmussen. La sua prova è stata indubbiamente molto positiva, come già lo era stata recentemente in Coppa del Mondo ed in futuro c'è la possibilità concreta di poter arrivare a quel bersaglio grosso che per un motivo o per l'altro finora è sfuggito. Tra l'altro è molto interessante notare come Bertolini, al pari di Fontana e della Lechner, sia uno dei rappresentanti di punta della nostra nazionale anche nel ciclocross, a dimostrazione di quanto quest'ultima disciplina possa essere complementare ed aiutare molto anche nella preparazione della successiva stagione nella Mountain Bike.
Nonostante il podio non sia arrivato e la gara abbia avuto un epilogo non troppo atteso (vittoria del francese Jordan Sarrou, davanti al più quotato belga Jens Schuermans e all'altro transalpino Hugo Drechou), anche tra gli Under 23 vi sono ottime prospettive per il futuro: nonostante infatti ci si aspettasse di più da loro, sia Kerschbaumer (ottavo a 1'20") che i fratelli Luca (12esimo a 2'49") e Daniele Braidot (16esimo a 3'30") sono atleti che hanno grandi potenzialità e che, soprattutto per quanto riguarda l'altoatesino, posso diventare veramente grandi protagonisti delle stagioni future. In più c'è da considerare anche la crescita di altri atleti come ad esempio Nicholas Pettinà, che torna dalla gara europea con un ottimo quinto posto a 27" dal vincitore che fa seguito al bel podio conquistato in Coppa del Mondo in Val di Sole.
Tornando al settore femminile, i titoli Under 23 e Juniores sono andati rispettivamente all'ucraina Yana Belomoyna (battute la svedese Rissveds di 1'13" e la tedesca Grobert di 1'41") e alla danese Marlene Degn (che ha prevalso con 41" sulla tedesca Wiedenroth e 57" sulla svizzera Keller), qualche parola merita sicuramente di essere spesa per le nostre atlete juniores: il gruppo che si è creato in questa stagione appare ben affiatato e con ragazze molto valide che hanno già dato ottime dimostrazioni nei vari confronti internazionali. Su tutte si è distinta Greta Weithaler che, nonostante una giornata decisamente no in quel di Berna, conclusa con il ritiro, ha finora racimolato ben tre podi in prove di Coppa del Mondo, vincendo le prime due e terminando terza in Val di Sole, proponendosi così come uno dei talenti più interessanti da seguire e che occorrerà far crescere ancora al meglio. Molto bene ha fatto però anche la valdostana Emilie Collomb, campionessa italiana in carica, che ha saputo racimolare un bel secondo posto a Commezzadura e che a Berna è andata molto vicina a conquistare una medaglia, chiudendo quarta a 1'22"; costanti e confortanti anche le prove della bergamasca Chiara Teocchi (decima a 5'45"), spesso tra le prime 10 anche nelle scorse settimane e buone prestazioni anche per Serena Tasca, a testimonianza di un gruppo di ragazze che costituisce una delle basi migliori su cui lavorare per i prossimi appuntamenti ed anche per le successive stagioni.
In conclusione un rapporto con la Mountain Bike che si fa sempre più idilliaco, con la specialità che trova sempre più consensi tra il pubblico e che attira anche sempre più ex stradisti (ma ciò non impedisce anche ai biker di avere un buon futuro su strada, vedasi le belle prove di Diego Rosa ad esempio, solo per restare in ambito azzurro) e che non ha neppure paura di sperimentare nuove e spettacolari prove come quella dell'Eliminator, ormai inserita in tutti i principali appuntamenti. È un mondo che sa conquistare e di questo, visti anche i riscontri del campionato europeo appena concluso, con l'Italia seconda assoluta nel medagliere appena dietro la Francia, noi non possiamo che rallegrarcene.