Elia Viviani ha ringraziato soprattutto la propria squadra per il gran lavoro svolto nel finale della 5a tappa del Tour of Turkey da lui vinta davanti a Cavendish. «Vincere oggi è stato fantastico - ha commentato a caldo subito dopo aver festeggiato coi compagni - ed è grazie al bellissimo lavoro svolto nel finale da tutto il team che ci sono riuscito. Siamo stati davanti a ruota di Cavendish ed è stata la mossa giusta».
Simone Ponzi è al Giro di Turchia per affinare la preparazione in vista del Giro d'Italia, «l'obiettivo fondamentale della mia stagione». Il corridore della Neri Sottoli-Yellow Fluo commenta la sua partecipazione alla corsa turca: «Tutto sta procedendo bene, nonostante due cadute. Non so ancora se porterò a termine questa gara o se mi ritirerò prima della fine». La gamba in ottica corsa rosa è comunque buona: «Vengo da un periodo in altura all'Etna, e in questi giorni mi sto allenando, senza badare troppo al risultato».
Tappa movimentata, la quinta del Giro di Turchia: prima una fuga di 9 uomini, con dentro Boem, Krizek, Fabricio Ferrari, Norris, Van Niekerk, De Maar, Sijmens, Pozzo e Mirko Tedeschi; ripresi a 8 km dal termine, nel convulso finale che portava a Turgutreis Mehrawi Kudus ha tentato il colpaccio, andando via con Marco Canola e Mirac Kal, ma il gruppo non ha lasciato fare; si è giunti così alla volata, dove Elia Viviani si è dimostrato più fresco di Mark Cavendish ed è riuscito a sorpassarlo allo sprint; terzo posto per Kristian Sbaragli (MTN) davanti ad Andrea Fedi (Neri Sottoli), ottavo Niccolò
Al Giro di Turchia si sta scontrando ogni giorno con Mark Cavendish e il suo treno, ma Elia Viviani guarda oltre e pensa già al Giro d'Italia: «L'anno scorso mi bruciò tantissimo non riuscire per poco a vincere la prima tappa e indossare la maglia rosa, l'obiettivo per me è proprio di vincere una tappa al Giro. Qui in Turchia mi sto preparando proprio in quest'ottica, e nel frattempo provo a buttarmi nelle volate per ottenere qualche buon piazzamento e magari anche un successo».
La quarta tappa del Giro di Turchia, 131 km da Fethiye a Marmaris, è di Mark Cavendish, alla terza vittoria del 2014 in terra turca. Frazione caratterizzata da una fuga di Belkov, Mas, Phelan, Backaert e Fedi, poi la pioggia forte, una discesa viscida, la neutralizzazione. Si riparte e si arriva in volata. Domina Mark Cavendish su Richeze e Renshaw, poi Sbaragli, Viviani e Bol, Ilesic, Haller, Orken e Van Staeyen. Classifica generale che vede sempre in testa Rein Taaramäe.
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Daniele Colli, coinvolto nella caduta di ieri a 30 km dall'arrivo, si lecca le ferite e difficilmente potrà essere protagonista nel finale della tappa di oggi dove in passato aveva già ottenuto un buon piazzamento. «L'arrivo di Marmaris - ha detto alla partenza della quarta tappa - lo conosco bene ed era perfetto per me perché due anni fa sono arrivato terzo allo sprint. La caduta di ieri però si farà sentire e sarà già difficile per me concludere la tappa. So già che mi aspetta una giornata faticosa».
La pioggia battente ha flagellato i primi chilometri della quarta tappa del Tour of Turkey, la Fethiye-Marmaris. Le numerose cadute avvenute lungo una discesa posta dopo una quarantina di chilometri dal via hanno costretto i giudici a neutralizzare la corsa per consentire ai tanti ciclisti coinvolti di rientrare in gruppo e farsi medicare. Greipel in un primo momento aveva deciso di abbandonare la corsa per non rischiare, dato che è al rientro dopo un brutto infortunio, ma alla fine è ripartito.
La tappa regina del Giro di Turchia, 187.4 km da Finike all'arrivo in salita di Elmali, è dell'estone della Cofidis Rein Taaramäe, che batte il britannico dell'Orica Adam Yates. In fuga Aramendia, Vanspeybrouck, Sijmens, Debesay e Le Mevel, ripresi a 13 km dal traguardo. Inizia la salita e Marco Canola allunga, subito ripreso. A 3.5 km dal traguardo parte Rein Taaramäe, raggiunto poi da Adam Yates. Nel gruppo di testa c'è sempre Davide Formolo. Ai -2 allunga Kevin Seeldraeyers, seguito da Kristijan Durasek, ma il gruppetto si riporta sotto. Ci prova allora Merhawi Kudus, ma niente da fare.