Il Portale del Ciclismo professionistico

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Pianura, pianura e solo pianura. Ecco cosa deve aspettarsi il gruppo nella prima tappa in linea in terra danese. Il Gpm simbolico posto a metà percorso a quota 48 metri servirà soltanto ad assegnare la prima maglia azzurra che andrà sulle spalle di uno dei fuggitivi o, se il gruppo fosse compatto, addirittura su quelle di un velocista. L'unica insidia possibile potrà essere rappresentata dal vento, soprattutto nei 50 km successivi al traguardo volante di Søndervig (al km 48), in pratica la parte di tappa che si disputerà costeggiando il Mare del Nord, in direzione (appunto) nord. Ma di spazio per recuperare eventuali defaillance in questo frangente, ce ne sarà a sufficienza: dopo il Gpm (km 118) si torna verso Herning, e nella cittadina d'arrivo verrà affrontato un circuito di poco più di 12 km che culminerà con un ultimo km in comune con la crono d'apertura.

Vento e ventagli a parte, comunque oggi a Herning avremo un arrivo in volata e bisognerà solo capire quanto corridori ci saranno a giocarselo. Il grande favorito è ovviamente il campione del mondo Mark Cavendish che i bookmaker quotano addirittura a 1.80: il britannico dell'Isola di Man, però, in dieci grandi giri disputati solo una volta s'è imposto nella prima volata: un po' la sfortuna, un po' la necessità di trovare i ritmi e le misure giuste, ma potremmo dire che gli avversari di Cannonball potrebbero avere una gran bella occasione. Attenzione quindi a Bos, Goss, Renshaw, ai nostri Guardini e Chicchi, al giovane Démare mentre in caso di ventagli saranno molto favoriti Farrar, Bennati e Hushovd che sono abili a cavarsela in queste situazioni. Visti i distacchi creati dalla cronometro di ieri nessun velocista è in grado di mettere in pericolo la maglia rosa di Taylor Phinney, anche perché l'americano è un corridore che con il vento non se la cava affatto male. Per i favoriti per la vittoria finale di questo Giro invece sarà fondamentale non finire intrappolati nei ventagli perché basta poco per trovarsi staccati di un paio di minuti: occorrerà quindi grande attenzione ed una squadra forte e compatta.

Herning

Non pensiate che Herning veda il ciclismo per la prima volta con il Giro d'Italia. Dal 1992 infatti si disputa regolarmente (seppur quest'anno non si correrà) nel mese di maggio il GP Herning, corsa in linea che si disputa attorno alla cittadina della grande partenza rosa. Dal 2005 il GP Herning fa parte dell'UCI Europe Tour come categoria 1.1. Corsa vinta per 13 delle 19 edizioni ad oggi disputate da corridori danesi, con qualche straniero a colpire di quando in quando. Il britannico Brian Smith la fa sua nel 1994 ed il francese Frédéric Moncassin la conquista l'anno seguente. L'olandese Rudy Kemna coglie la doppietta tra 2001 e 2002 mentre nel 2007 è Kurt-Asle Arvesen, norvegese, a colpire. Nel 2008 la corsa non viene disputata mentre nel 2009, 2010 e 2011 solo danesi al primo posto (rispettivamente René Jørgensen, Alex Rasmussen e Troels Vinther). Una sola volta i colori italiani si affacciarono su questo palcoscenico fatto di asfalto danese e di stradine sterrate: era il 2004 e Michele bartoli si piazzò alle spalle del forte danese Frank Høj. Il maggior detentore del GP Herning? Naturalmente è un nativo di questo posto: il suo nome è Bjarne Riis...

Herning

Senza dubbio la personalità più importante legata ad Herning è l'ex ciclista, ora team manager della Saxo Bank, Bjarne Riis. Bjarne nasce ad Herning e diventa ciclista professionista nel 1986 ma sale sul palcoscenico del grande ciclismo negli anni '90, grazie alla Gewiss ed al Tour de France. Nel 1995 si piazza 3° alle spalle di Indurain e Zülle ma l'anno seguente sarà proprio Riis (nel mentre è passato alla Deutsche Telekom) a sfilare sui Campi Elisi in maglia gialla. È il primo danese a vincere un Tour de France. Il '97 sorride a Riis, che vince l'Amstel Gold Race, ma al Tour trova sulla sua strada il giovane Ullrich, compagno di squadra che vincerà la sua prima (ed unica) Grande Boucle. Appesa al bicicletta al chiodo diventa team manager della CSC, poi Saxo Bank (ma il club di proprietà, di Riis, non cambierà). Numerosi i successi ma mai uno al Tour. Per vincere in Francia dall'ammiraglia si affida ad Alberto Contador, che nel 2011 gli regala il Giro, dominando, ma non riesce l'accoppiata nemmeno al più forte corridore per gare a tappe. L'astuzia ed i trappoloni tesi agli avversari sono un marchio di fabbrica di Bjarne Riis. Saprà oggi, sulle strade di casa, sfruttare il vento e portare il nostro Manuele Boaro verso la rosa? Lui, Bjarne, ci crede.

Francesco Sulas
Herning

Non pensiate che Herning veda il ciclismo per la prima volta con il Giro d'Italia. Dal 1992 infatti si disputa regolarmente (seppur quest'anno non si correrà) nel mese di maggio il GP Herning, corsa in linea che si disputa attorno alla cittadina della grande partenza rosa. Dal 2005 il GP Herning fa parte dell'UCI Europe Tour come categoria 1.1. Corsa vinta per 13 delle 19 edizioni ad oggi disputate da corridori danesi, con qualche straniero a colpire di quando in quando. Il britannico Brian Smith la fa sua nel 1994 ed il francese Frédéric Moncassin la conquista l'anno seguente. L'olandese Rudy Kemna coglie la doppietta tra 2001 e 2002 mentre nel 2007 è Kurt-Asle Arvesen, norvegese, a colpire. Nel 2008 la corsa non viene disputata mentre nel 2009, 2010 e 2011 solo danesi al primo posto (rispettivamente René Jørgensen, Alex Rasmussen e Troels Vinther). Una sola volta i colori italiani si affacciarono su questo palcoscenico fatto di asfalto danese e di stradine sterrate: era il 2004 e Michele bartoli si piazzò alle spalle del forte danese Frank Høj. Il maggior detentore del GP Herning? Naturalmente è un nativo di questo posto: il suo nome è Bjarne Riis...

Herning

Senza dubbio la personalità più importante legata ad Herning è l'ex ciclista, ora team manager della Saxo Bank, Bjarne Riis. Bjarne nasce ad Herning e diventa ciclista professionista nel 1986 ma sale sul palcoscenico del grande ciclismo negli anni '90, grazie alla Gewiss ed al Tour de France. Nel 1995 si piazza 3° alle spalle di Indurain e Zülle ma l'anno seguente sarà proprio Riis (nel mentre è passato alla Deutsche Telekom) a sfilare sui Campi Elisi in maglia gialla. È il primo danese a vincere un Tour de France. Il '97 sorride a Riis, che vince l'Amstel Gold Race, ma al Tour trova sulla sua strada il giovane Ullrich, compagno di squadra che vincerà la sua prima (ed unica) Grande Boucle. Appesa al bicicletta al chiodo diventa team manager della CSC, poi Saxo Bank (ma il club di proprietà, di Riis, non cambierà). Numerosi i successi ma mai uno al Tour. Per vincere in Francia dall'ammiraglia si affida ad Alberto Contador, che nel 2011 gli regala il Giro, dominando, ma non riesce l'accoppiata nemmeno al più forte corridore per gare a tappe. L'astuzia ed i trappoloni tesi agli avversari sono un marchio di fabbrica di Bjarne Riis. Saprà oggi, sulle strade di casa, sfruttare il vento e portare il nostro Manuele Boaro verso la rosa? Lui, Bjarne, ci crede.

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Non pensiate che Herning veda il ciclismo per la prima volta con il Giro d'Italia. Dal 1992 infatti si disputa regolarmente (seppur quest'anno non si correrà) nel mese di maggio il GP Herning, corsa in linea che si disputa attorno alla cittadina della grande partenza rosa. Dal 2005 il GP Herning fa parte dell'UCI Europe Tour come categoria 1.1. Corsa vinta per 13 delle 19 edizioni ad oggi disputate da corridori danesi, con qualche straniero a colpire di quando in quando. Il britannico Brian Smith la fa sua nel 1994 ed il francese Frédéric Moncassin la conquista l'anno seguente. L'olandese Rudy Kemna coglie la doppietta tra 2001 e 2002 mentre nel 2007 è Kurt-Asle Arvesen, norvegese, a colpire. Nel 2008 la corsa non viene disputata mentre nel 2009, 2010 e 2011 solo danesi al primo posto (rispettivamente René Jørgensen, Alex Rasmussen e Troels Vinther). Una sola volta i colori italiani si affacciarono su questo palcoscenico fatto di asfalto danese e di stradine sterrate: era il 2004 e Michele bartoli si piazzò alle spalle del forte danese Frank Høj. Il maggior detentore del GP Herning? Naturalmente è un nativo di questo posto: il suo nome è Bjarne Riis...

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Senza dubbio la personalità più importante legata ad Herning è l'ex ciclista, ora team manager della Saxo Bank, Bjarne Riis. Bjarne nasce ad Herning e diventa ciclista professionista nel 1986 ma sale sul palcoscenico del grande ciclismo negli anni '90, grazie alla Gewiss ed al Tour de France. Nel 1995 si piazza 3° alle spalle di Indurain e Zülle ma l'anno seguente sarà proprio Riis (nel mentre è passato alla Deutsche Telekom) a sfilare sui Campi Elisi in maglia gialla. È il primo danese a vincere un Tour de France. Il '97 sorride a Riis, che vince l'Amstel Gold Race, ma al Tour trova sulla sua strada il giovane Ullrich, compagno di squadra che vincerà la sua prima (ed unica) Grande Boucle. Appesa al bicicletta al chiodo diventa team manager della CSC, poi Saxo Bank (ma il club di proprietà, di Riis, non cambierà). Numerosi i successi ma mai uno al Tour. Per vincere in Francia dall'ammiraglia si affida ad Alberto Contador, che nel 2011 gli regala il Giro, dominando, ma non riesce l'accoppiata nemmeno al più forte corridore per gare a tappe. L'astuzia ed i trappoloni tesi agli avversari sono un marchio di fabbrica di Bjarne Riis. Saprà oggi, sulle strade di casa, sfruttare il vento e portare il nostro Manuele Boaro verso la rosa? Lui, Bjarne, ci crede.

Herning

Non pensiate che Herning veda il ciclismo per la prima volta con il Giro d'Italia. Dal 1992 infatti si disputa regolarmente (seppur quest'anno non si correrà) nel mese di maggio il GP Herning, corsa in linea che si disputa attorno alla cittadina della grande partenza rosa. Dal 2005 il GP Herning fa parte dell'UCI Europe Tour come categoria 1.1. Corsa vinta per 13 delle 19 edizioni ad oggi disputate da corridori danesi, con qualche straniero a colpire di quando in quando. Il britannico Brian Smith la fa sua nel 1994 ed il francese Frédéric Moncassin la conquista l'anno seguente. L'olandese Rudy Kemna coglie la doppietta tra 2001 e 2002 mentre nel 2007 è Kurt-Asle Arvesen, norvegese, a colpire. Nel 2008 la corsa non viene disputata mentre nel 2009, 2010 e 2011 solo danesi al primo posto (rispettivamente René Jørgensen, Alex Rasmussen e Troels Vinther). Una sola volta i colori italiani si affacciarono su questo palcoscenico fatto di asfalto danese e di stradine sterrate: era il 2004 e Michele bartoli si piazzò alle spalle del forte danese Frank Høj. Il maggior detentore del GP Herning? Naturalmente è un nativo di questo posto: il suo nome è Bjarne Riis...

Herning

Senza dubbio la personalità più importante legata ad Herning è l'ex ciclista, ora team manager della Saxo Bank, Bjarne Riis. Bjarne nasce ad Herning e diventa ciclista professionista nel 1986 ma sale sul palcoscenico del grande ciclismo negli anni '90, grazie alla Gewiss ed al Tour de France. Nel 1995 si piazza 3° alle spalle di Indurain e Zülle ma l'anno seguente sarà proprio Riis (nel mentre è passato alla Deutsche Telekom) a sfilare sui Campi Elisi in maglia gialla. È il primo danese a vincere un Tour de France. Il '97 sorride a Riis, che vince l'Amstel Gold Race, ma al Tour trova sulla sua strada il giovane Ullrich, compagno di squadra che vincerà la sua prima (ed unica) Grande Boucle. Appesa al bicicletta al chiodo diventa team manager della CSC, poi Saxo Bank (ma il club di proprietà, di Riis, non cambierà). Numerosi i successi ma mai uno al Tour. Per vincere in Francia dall'ammiraglia si affida ad Alberto Contador, che nel 2011 gli regala il Giro, dominando, ma non riesce l'accoppiata nemmeno al più forte corridore per gare a tappe. L'astuzia ed i trappoloni tesi agli avversari sono un marchio di fabbrica di Bjarne Riis. Saprà oggi, sulle strade di casa, sfruttare il vento e portare il nostro Manuele Boaro verso la rosa? Lui, Bjarne, ci crede.

Herning

Non pensiate che Herning veda il ciclismo per la prima volta con il Giro d'Italia. Dal 1992 infatti si disputa regolarmente (seppur quest'anno non si correrà) nel mese di maggio il GP Herning, corsa in linea che si disputa attorno alla cittadina della grande partenza rosa. Dal 2005 il GP Herning fa parte dell'UCI Europe Tour come categoria 1.1. Corsa vinta per 13 delle 19 edizioni ad oggi disputate da corridori danesi, con qualche straniero a colpire di quando in quando. Il britannico Brian Smith la fa sua nel 1994 ed il francese Frédéric Moncassin la conquista l'anno seguente. L'olandese Rudy Kemna coglie la doppietta tra 2001 e 2002 mentre nel 2007 è Kurt-Asle Arvesen, norvegese, a colpire. Nel 2008 la corsa non viene disputata mentre nel 2009, 2010 e 2011 solo danesi al primo posto (rispettivamente René Jørgensen, Alex Rasmussen e Troels Vinther). Una sola volta i colori italiani si affacciarono su questo palcoscenico fatto di asfalto danese e di stradine sterrate: era il 2004 e Michele bartoli si piazzò alle spalle del forte danese Frank Høj. Il maggior detentore del GP Herning? Naturalmente è un nativo di questo posto: il suo nome è Bjarne Riis...

Herning

Senza dubbio la personalità più importante legata ad Herning è l'ex ciclista, ora team manager della Saxo Bank, Bjarne Riis. Bjarne nasce ad Herning e diventa ciclista professionista nel 1986 ma sale sul palcoscenico del grande ciclismo negli anni '90, grazie alla Gewiss ed al Tour de France. Nel 1995 si piazza 3° alle spalle di Indurain e Zülle ma l'anno seguente sarà proprio Riis (nel mentre è passato alla Deutsche Telekom) a sfilare sui Campi Elisi in maglia gialla. È il primo danese a vincere un Tour de France. Il '97 sorride a Riis, che vince l'Amstel Gold Race, ma al Tour trova sulla sua strada il giovane Ullrich, compagno di squadra che vincerà la sua prima (ed unica) Grande Boucle. Appesa al bicicletta al chiodo diventa team manager della CSC, poi Saxo Bank (ma il club di proprietà, di Riis, non cambierà). Numerosi i successi ma mai uno al Tour. Per vincere in Francia dall'ammiraglia si affida ad Alberto Contador, che nel 2011 gli regala il Giro, dominando, ma non riesce l'accoppiata nemmeno al più forte corridore per gare a tappe. L'astuzia ed i trappoloni tesi agli avversari sono un marchio di fabbrica di Bjarne Riis. Saprà oggi, sulle strade di casa, sfruttare il vento e portare il nostro Manuele Boaro verso la rosa? Lui, Bjarne, ci crede.

Herning

Non pensiate che Herning veda il ciclismo per la prima volta con il Giro d'Italia. Dal 1992 infatti si disputa regolarmente (seppur quest'anno non si correrà) nel mese di maggio il GP Herning, corsa in linea che si disputa attorno alla cittadina della grande partenza rosa. Dal 2005 il GP Herning fa parte dell'UCI Europe Tour come categoria 1.1. Corsa vinta per 13 delle 19 edizioni ad oggi disputate da corridori danesi, con qualche straniero a colpire di quando in quando. Il britannico Brian Smith la fa sua nel 1994 ed il francese Frédéric Moncassin la conquista l'anno seguente. L'olandese Rudy Kemna coglie la doppietta tra 2001 e 2002 mentre nel 2007 è Kurt-Asle Arvesen, norvegese, a colpire. Nel 2008 la corsa non viene disputata mentre nel 2009, 2010 e 2011 solo danesi al primo posto (rispettivamente René Jørgensen, Alex Rasmussen e Troels Vinther). Una sola volta i colori italiani si affacciarono su questo palcoscenico fatto di asfalto danese e di stradine sterrate: era il 2004 e Michele bartoli si piazzò alle spalle del forte danese Frank Høj. Il maggior detentore del GP Herning? Naturalmente è un nativo di questo posto: il suo nome è Bjarne Riis...

Herning

Senza dubbio la personalità più importante legata ad Herning è l'ex ciclista, ora team manager della Saxo Bank, Bjarne Riis. Bjarne nasce ad Herning e diventa ciclista professionista nel 1986 ma sale sul palcoscenico del grande ciclismo negli anni '90, grazie alla Gewiss ed al Tour de France. Nel 1995 si piazza 3° alle spalle di Indurain e Zülle ma l'anno seguente sarà proprio Riis (nel mentre è passato alla Deutsche Telekom) a sfilare sui Campi Elisi in maglia gialla. È il primo danese a vincere un Tour de France. Il '97 sorride a Riis, che vince l'Amstel Gold Race, ma al Tour trova sulla sua strada il giovane Ullrich, compagno di squadra che vincerà la sua prima (ed unica) Grande Boucle. Appesa al bicicletta al chiodo diventa team manager della CSC, poi Saxo Bank (ma il club di proprietà, di Riis, non cambierà). Numerosi i successi ma mai uno al Tour. Per vincere in Francia dall'ammiraglia si affida ad Alberto Contador, che nel 2011 gli regala il Giro, dominando, ma non riesce l'accoppiata nemmeno al più forte corridore per gare a tappe. L'astuzia ed i trappoloni tesi agli avversari sono un marchio di fabbrica di Bjarne Riis. Saprà oggi, sulle strade di casa, sfruttare il vento e portare il nostro Manuele Boaro verso la rosa? Lui, Bjarne, ci crede.

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12.25 - Herning
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Soggetti Alternativi

Con i suoi 20 anni è il più giovane partecipante dell'edizione 2012 del Giro. Naturalmente per vedere un così giovane neopro al via di un grande giro servono credenziali importanti e lui ne ha già portate a sufficienza. Uomo nuovo del ciclismo transalpino per le volate, è capace di esaltarsi ancor di più quando i finali tendono a tirare un po' all'insù ma in generale, nelle giornate di maggior forma, la sua progressione sa essere devastante. Dopo i tanti allori a livello giovanile (titolo mondiale Under 23 lo scorso anno, bronzo europeo nel 2010, più alcuni successi in prove di Coppa delle Nazioni, tra cui la Côte Picarde 2011), il suo avvio tra i pro è stato ottimo: quattro vittorie nei primi mesi, tra cui spicca l'ultima frazione del Tour of Qatar. Affronta il suo primo Giro con ambizione e voglia di fare una bella esperienza. D'altronde tra il dire e il fare c'è di mezzo...Demare!

Vivian Ghianni

Con i suoi 20 anni è il più giovane partecipante dell'edizione 2012 del Giro. Naturalmente per vedere un così giovane neopro al via di un grande giro servono credenziali importanti e lui ne ha già portate a sufficienza. Uomo nuovo del ciclismo transalpino per le volate, è capace di esaltarsi ancor di più quando i finali tendono a tirare un po' all'insù ma in generale, nelle giornate di maggior forma, la sua progressione sa essere devastante. Dopo i tanti allori a livello giovanile (titolo mondiale Under 23 lo scorso anno, bronzo europeo nel 2010, più alcuni successi in prove di Coppa delle Nazioni, tra cui la Côte Picarde 2011), il suo avvio tra i pro è stato ottimo: quattro vittorie nei primi mesi, tra cui spicca l'ultima frazione del Tour of Qatar. Affronta il suo primo Giro con ambizione e voglia di fare una bella esperienza. D'altronde tra il dire e il fare c'è di mezzo...Demare!

Con i suoi 20 anni è il più giovane partecipante dell'edizione 2012 del Giro. Naturalmente per vedere un così giovane neopro al via di un grande giro servono credenziali importanti e lui ne ha già portate a sufficienza. Uomo nuovo del ciclismo transalpino per le volate, è capace di esaltarsi ancor di più quando i finali tendono a tirare un po' all'insù ma in generale, nelle giornate di maggior forma, la sua progressione sa essere devastante. Dopo i tanti allori a livello giovanile (titolo mondiale Under 23 lo scorso anno, bronzo europeo nel 2010, più alcuni successi in prove di Coppa delle Nazioni, tra cui la Côte Picarde 2011), il suo avvio tra i pro è stato ottimo: quattro vittorie nei primi mesi, tra cui spicca l'ultima frazione del Tour of Qatar. Affronta il suo primo Giro con ambizione e voglia di fare una bella esperienza. D'altronde tra il dire e il fare c'è di mezzo...Demare!

Con i suoi 20 anni è il più giovane partecipante dell'edizione 2012 del Giro. Naturalmente per vedere un così giovane neopro al via di un grande giro servono credenziali importanti e lui ne ha già portate a sufficienza. Uomo nuovo del ciclismo transalpino per le volate, è capace di esaltarsi ancor di più quando i finali tendono a tirare un po' all'insù ma in generale, nelle giornate di maggior forma, la sua progressione sa essere devastante. Dopo i tanti allori a livello giovanile (titolo mondiale Under 23 lo scorso anno, bronzo europeo nel 2010, più alcuni successi in prove di Coppa delle Nazioni, tra cui la Côte Picarde 2011), il suo avvio tra i pro è stato ottimo: quattro vittorie nei primi mesi, tra cui spicca l'ultima frazione del Tour of Qatar. Affronta il suo primo Giro con ambizione e voglia di fare una bella esperienza. D'altronde tra il dire e il fare c'è di mezzo...Demare!

Con i suoi 20 anni è il più giovane partecipante dell'edizione 2012 del Giro. Naturalmente per vedere un così giovane neopro al via di un grande giro servono credenziali importanti e lui ne ha già portate a sufficienza. Uomo nuovo del ciclismo transalpino per le volate, è capace di esaltarsi ancor di più quando i finali tendono a tirare un po' all'insù ma in generale, nelle giornate di maggior forma, la sua progressione sa essere devastante. Dopo i tanti allori a livello giovanile (titolo mondiale Under 23 lo scorso anno, bronzo europeo nel 2010, più alcuni successi in prove di Coppa delle Nazioni, tra cui la Côte Picarde 2011), il suo avvio tra i pro è stato ottimo: quattro vittorie nei primi mesi, tra cui spicca l'ultima frazione del Tour of Qatar. Affronta il suo primo Giro con ambizione e voglia di fare una bella esperienza. D'altronde tra il dire e il fare c'è di mezzo...Demare!

Con i suoi 20 anni è il più giovane partecipante dell'edizione 2012 del Giro. Naturalmente per vedere un così giovane neopro al via di un grande giro servono credenziali importanti e lui ne ha già portate a sufficienza. Uomo nuovo del ciclismo transalpino per le volate, è capace di esaltarsi ancor di più quando i finali tendono a tirare un po' all'insù ma in generale, nelle giornate di maggior forma, la sua progressione sa essere devastante. Dopo i tanti allori a livello giovanile (titolo mondiale Under 23 lo scorso anno, bronzo europeo nel 2010, più alcuni successi in prove di Coppa delle Nazioni, tra cui la Côte Picarde 2011), il suo avvio tra i pro è stato ottimo: quattro vittorie nei primi mesi, tra cui spicca l'ultima frazione del Tour of Qatar. Affronta il suo primo Giro con ambizione e voglia di fare una bella esperienza. D'altronde tra il dire e il fare c'è di mezzo...Demare!

GiroTweet

Andrea Guardini: Ed oggi...2'Tappa, le occasioni si devono sfruttare al meglio! Rischio vento fin da subito, concentrazione e motivazione al massimo!!!

Mark Cavendish: Arrivato alla partenza della tappa 2 del @girod'italia a Herning. Non c'è molto vento, ma nuvole grigie e goccioline di pioggia. E se tutto va bene una volata!

Geraint Thomas: Grandi complimenti a @taylorphinney imbattibile oggi. Grazie per tutti i messaggi gente, li ho apprezzati molto. #1fatta20dafare

Valerio Agnoli: Pronti per la seconda tappa!si vede che sono ancora fresco...la valigia stranamente e' in ordine!ma credo durerà poco..

Filippo Pozzato: È ora di dormire!!!! Oggi nn male.... Si poteva far qualcosa meglio,ma da tanto tempo nn preparo prolighi e crono,quindi sono soddisfatto...

La maglia rosa virtuale

La volata vincente di Cavendish sul traguardo di HerningSeconda tappa del nostro Giro d'Italia virtuale realizzato grazie alla community di PcCiclismo.net (visitate il sito scaricare i lavori passati e gli aggiornamenti appena usciti): i 206 chilometri pianeggianti della Herning-Herning favorivano i velocisti del gruppo ed alla fine, infatti, s'è arrivati tutti assieme allo sprint. Già dal chilometro 0, però, sono stati in tanti che hanno provato ad attaccare per andare in fuga: il primo è stato lo sloveno Gazvoda (AG2R) e nel tentativo di seguirlo s'è formato un gruppetto di 12 uomini in testa alla corsa. Con il vantaggio molto ridotto l'azione sembrava destinata ad esaurirsi presto ma Adriano Malori, Brett Lancaster, Gatis Smukulis e Andrey Zeits ci hanno creduto, sono riusciti a sganciarsi e sono quindi stati i protagonisti della prima fuga di questo Giro d'Italia, riuscendo ad accumulare un vantaggio massimo di 3'36".

In gruppo, stranamente, la Sky del leader Thomas s'è vista pochissimo in testa a lavorare, ma le altre squadre non si sono tirare indietro anche perché comunque Malori in classifica era 9° a 12" da Thomas: attive Saxo Bank, Farnese, Vacansoleil e Garmin, generossima invece la BMC che evidentemente ha fatto un po' di confusione tra finzione e realtà. Nonostante un tentativo di contrattacco di Lancaster e dello stesso Malori il gruppo è tornato compatti a 7.2 km dall'arrivo e sono iniziate le operazioni per la volata: la Sky è entrata in scena qui con un superlativo Mark Cavendish che con uno sprint perentorio negli ultimi 150 metri s'è aggiudicato la tappa davanti a Tyler Farrar, Alexander Kristoff ed il nostro Andrea Guardini. Tra gli altri corridori italiani vanno segnalati Ponzi e Ferrari, rispettivamente 5° e 6°, mentre la tanto criticata NetApp ha portato a casa subito la prima top-10 con Schorn (9°).

La classifica generale è rimasta invariata nelle prime 10 posizioni e Geraint Thomas guida sempre con 2" su Rasmussen e 4" su Phinney; non cambia quindi anche il padrone della maglia bianca (Phinney) mentre la maglia rossa della classifica a punti è di Cavendish e il primo leader della classifica dei gran premi della montagna è l'australiano Brett Lancaster.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Inutile dire che gli arancioni della Euskaltel ci regalano sempre delle grandi soddisfazioni, in questa classifica. Nessuno di noi potrà mai dimenticare la Faina Basca, al secolo Andoni Aranaga, un'iradiddio dei grandi giri al contrario. Oggi il testimone da cotanto predecessore è raccolto da Ivan Velasco Murillo, che con quel secondo cognome lo potremmo definire lo Special One-Nine-Eight, ovvero il... primo di 198. Lo spagnolo ha vinto con sapienza e con l'esperienza che gli è consona (ha 32 anni) a Herning, la prima tappa del Giro d'Italia, una cronometro in cui ha preceduto di 5" Carlos Ochoa, e di 6 l'altro rappresentante della Euskaltel, Pierre Cazaux. Per trovare il primo italiano dobbiamo arrivare al quarto posto di Cristiano Salerno, a 10" da Velasco e con 1" di vantaggio su Zeits e 2 su Jackson Rodríguez e Luca Mazzanti. Inutile dire che non è il caso di speculare troppo sulla classifica (identica all'ordine d'arrivo, ovviamente), visto che tutto potrebbe cambiare. È talmente corta, la generale, che non ci pare fantascienza pensare che addirittura l'attuale ultimo (Taylor Phinney, a 1'44" da Velasco) potrebbe tra qualche giorno entrare in gara per la maglia nera. Aspetteremo e vedremo: di tempo ce ne sarà, non siamo che alla prima tappa!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

La volata vincente di Cavendish sul traguardo di HerningSeconda tappa del nostro Giro d'Italia virtuale realizzato grazie alla community di PcCiclismo.net (visitate il sito scaricare i lavori passati e gli aggiornamenti appena usciti): i 206 chilometri pianeggianti della Herning-Herning favorivano i velocisti del gruppo ed alla fine, infatti, s'è arrivati tutti assieme allo sprint. Già dal chilometro 0, però, sono stati in tanti che hanno provato ad attaccare per andare in fuga: il primo è stato lo sloveno Gazvoda (AG2R) e nel tentativo di seguirlo s'è formato un gruppetto di 12 uomini in testa alla corsa. Con il vantaggio molto ridotto l'azione sembrava destinata ad esaurirsi presto ma Adriano Malori, Brett Lancaster, Gatis Smukulis e Andrey Zeits ci hanno creduto, sono riusciti a sganciarsi e sono quindi stati i protagonisti della prima fuga di questo Giro d'Italia, riuscendo ad accumulare un vantaggio massimo di 3'36".

In gruppo, stranamente, la Sky del leader Thomas s'è vista pochissimo in testa a lavorare, ma le altre squadre non si sono tirare indietro anche perché comunque Malori in classifica era 9° a 12" da Thomas: attive Saxo Bank, Farnese, Vacansoleil e Garmin, generossima invece la BMC che evidentemente ha fatto un po' di confusione tra finzione e realtà. Nonostante un tentativo di contrattacco di Lancaster e dello stesso Malori il gruppo è tornato compatti a 7.2 km dall'arrivo e sono iniziate le operazioni per la volata: la Sky è entrata in scena qui con un superlativo Mark Cavendish che con uno sprint perentorio negli ultimi 150 metri s'è aggiudicato la tappa davanti a Tyler Farrar, Alexander Kristoff ed il nostro Andrea Guardini. Tra gli altri corridori italiani vanno segnalati Ponzi e Ferrari, rispettivamente 5° e 6°, mentre la tanto criticata NetApp ha portato a casa subito la prima top-10 con Schorn (9°).

La classifica generale è rimasta invariata nelle prime 10 posizioni e Geraint Thomas guida sempre con 2" su Rasmussen e 4" su Phinney; non cambia quindi anche il padrone della maglia bianca (Phinney) mentre la maglia rossa della classifica a punti è di Cavendish e il primo leader della classifica dei gran premi della montagna è l'australiano Brett Lancaster.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Inutile dire che gli arancioni della Euskaltel ci regalano sempre delle grandi soddisfazioni, in questa classifica. Nessuno di noi potrà mai dimenticare la Faina Basca, al secolo Andoni Aranaga, un'iradiddio dei grandi giri al contrario. Oggi il testimone da cotanto predecessore è raccolto da Ivan Velasco Murillo, che con quel secondo cognome lo potremmo definire lo Special One-Nine-Eight, ovvero il... primo di 198. Lo spagnolo ha vinto con sapienza e con l'esperienza che gli è consona (ha 32 anni) a Herning, la prima tappa del Giro d'Italia, una cronometro in cui ha preceduto di 5" Carlos Ochoa, e di 6 l'altro rappresentante della Euskaltel, Pierre Cazaux. Per trovare il primo italiano dobbiamo arrivare al quarto posto di Cristiano Salerno, a 10" da Velasco e con 1" di vantaggio su Zeits e 2 su Jackson Rodríguez e Luca Mazzanti. Inutile dire che non è il caso di speculare troppo sulla classifica (identica all'ordine d'arrivo, ovviamente), visto che tutto potrebbe cambiare. È talmente corta, la generale, che non ci pare fantascienza pensare che addirittura l'attuale ultimo (Taylor Phinney, a 1'44" da Velasco) potrebbe tra qualche giorno entrare in gara per la maglia nera. Aspetteremo e vedremo: di tempo ce ne sarà, non siamo che alla prima tappa!

Marco Grassi

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2012 - 2a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 2a tappa
Rassegna GiroNotes 2012 - 2a tappa
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La maglia rosa virtuale

La volata vincente di Cavendish sul traguardo di HerningSeconda tappa del nostro Giro d'Italia virtuale realizzato grazie alla community di PcCiclismo.net (visitate il sito scaricare i lavori passati e gli aggiornamenti appena usciti): i 206 chilometri pianeggianti della Herning-Herning favorivano i velocisti del gruppo ed alla fine, infatti, s'è arrivati tutti assieme allo sprint. Già dal chilometro 0, però, sono stati in tanti che hanno provato ad attaccare per andare in fuga: il primo è stato lo sloveno Gazvoda (AG2R) e nel tentativo di seguirlo s'è formato un gruppetto di 12 uomini in testa alla corsa. Con il vantaggio molto ridotto l'azione sembrava destinata ad esaurirsi presto ma Adriano Malori, Brett Lancaster, Gatis Smukulis e Andrey Zeits ci hanno creduto, sono riusciti a sganciarsi e sono quindi stati i protagonisti della prima fuga di questo Giro d'Italia, riuscendo ad accumulare un vantaggio massimo di 3'36".

In gruppo, stranamente, la Sky del leader Thomas s'è vista pochissimo in testa a lavorare, ma le altre squadre non si sono tirare indietro anche perché comunque Malori in classifica era 9° a 12" da Thomas: attive Saxo Bank, Farnese, Vacansoleil e Garmin, generossima invece la BMC che evidentemente ha fatto un po' di confusione tra finzione e realtà. Nonostante un tentativo di contrattacco di Lancaster e dello stesso Malori il gruppo è tornato compatti a 7.2 km dall'arrivo e sono iniziate le operazioni per la volata: la Sky è entrata in scena qui con un superlativo Mark Cavendish che con uno sprint perentorio negli ultimi 150 metri s'è aggiudicato la tappa davanti a Tyler Farrar, Alexander Kristoff ed il nostro Andrea Guardini. Tra gli altri corridori italiani vanno segnalati Ponzi e Ferrari, rispettivamente 5° e 6°, mentre la tanto criticata NetApp ha portato a casa subito la prima top-10 con Schorn (9°).

La classifica generale è rimasta invariata nelle prime 10 posizioni e Geraint Thomas guida sempre con 2" su Rasmussen e 4" su Phinney; non cambia quindi anche il padrone della maglia bianca (Phinney) mentre la maglia rossa della classifica a punti è di Cavendish e il primo leader della classifica dei gran premi della montagna è l'australiano Brett Lancaster.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Inutile dire che gli arancioni della Euskaltel ci regalano sempre delle grandi soddisfazioni, in questa classifica. Nessuno di noi potrà mai dimenticare la Faina Basca, al secolo Andoni Aranaga, un'iradiddio dei grandi giri al contrario. Oggi il testimone da cotanto predecessore è raccolto da Ivan Velasco Murillo, che con quel secondo cognome lo potremmo definire lo Special One-Nine-Eight, ovvero il... primo di 198. Lo spagnolo ha vinto con sapienza e con l'esperienza che gli è consona (ha 32 anni) a Herning, la prima tappa del Giro d'Italia, una cronometro in cui ha preceduto di 5" Carlos Ochoa, e di 6 l'altro rappresentante della Euskaltel, Pierre Cazaux. Per trovare il primo italiano dobbiamo arrivare al quarto posto di Cristiano Salerno, a 10" da Velasco e con 1" di vantaggio su Zeits e 2 su Jackson Rodríguez e Luca Mazzanti. Inutile dire che non è il caso di speculare troppo sulla classifica (identica all'ordine d'arrivo, ovviamente), visto che tutto potrebbe cambiare. È talmente corta, la generale, che non ci pare fantascienza pensare che addirittura l'attuale ultimo (Taylor Phinney, a 1'44" da Velasco) potrebbe tra qualche giorno entrare in gara per la maglia nera. Aspetteremo e vedremo: di tempo ce ne sarà, non siamo che alla prima tappa!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

La volata vincente di Cavendish sul traguardo di HerningSeconda tappa del nostro Giro d'Italia virtuale realizzato grazie alla community di PcCiclismo.net (visitate il sito scaricare i lavori passati e gli aggiornamenti appena usciti): i 206 chilometri pianeggianti della Herning-Herning favorivano i velocisti del gruppo ed alla fine, infatti, s'è arrivati tutti assieme allo sprint. Già dal chilometro 0, però, sono stati in tanti che hanno provato ad attaccare per andare in fuga: il primo è stato lo sloveno Gazvoda (AG2R) e nel tentativo di seguirlo s'è formato un gruppetto di 12 uomini in testa alla corsa. Con il vantaggio molto ridotto l'azione sembrava destinata ad esaurirsi presto ma Adriano Malori, Brett Lancaster, Gatis Smukulis e Andrey Zeits ci hanno creduto, sono riusciti a sganciarsi e sono quindi stati i protagonisti della prima fuga di questo Giro d'Italia, riuscendo ad accumulare un vantaggio massimo di 3'36".

In gruppo, stranamente, la Sky del leader Thomas s'è vista pochissimo in testa a lavorare, ma le altre squadre non si sono tirare indietro anche perché comunque Malori in classifica era 9° a 12" da Thomas: attive Saxo Bank, Farnese, Vacansoleil e Garmin, generossima invece la BMC che evidentemente ha fatto un po' di confusione tra finzione e realtà. Nonostante un tentativo di contrattacco di Lancaster e dello stesso Malori il gruppo è tornato compatti a 7.2 km dall'arrivo e sono iniziate le operazioni per la volata: la Sky è entrata in scena qui con un superlativo Mark Cavendish che con uno sprint perentorio negli ultimi 150 metri s'è aggiudicato la tappa davanti a Tyler Farrar, Alexander Kristoff ed il nostro Andrea Guardini. Tra gli altri corridori italiani vanno segnalati Ponzi e Ferrari, rispettivamente 5° e 6°, mentre la tanto criticata NetApp ha portato a casa subito la prima top-10 con Schorn (9°).

La classifica generale è rimasta invariata nelle prime 10 posizioni e Geraint Thomas guida sempre con 2" su Rasmussen e 4" su Phinney; non cambia quindi anche il padrone della maglia bianca (Phinney) mentre la maglia rossa della classifica a punti è di Cavendish e il primo leader della classifica dei gran premi della montagna è l'australiano Brett Lancaster.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Inutile dire che gli arancioni della Euskaltel ci regalano sempre delle grandi soddisfazioni, in questa classifica. Nessuno di noi potrà mai dimenticare la Faina Basca, al secolo Andoni Aranaga, un'iradiddio dei grandi giri al contrario. Oggi il testimone da cotanto predecessore è raccolto da Ivan Velasco Murillo, che con quel secondo cognome lo potremmo definire lo Special One-Nine-Eight, ovvero il... primo di 198. Lo spagnolo ha vinto con sapienza e con l'esperienza che gli è consona (ha 32 anni) a Herning, la prima tappa del Giro d'Italia, una cronometro in cui ha preceduto di 5" Carlos Ochoa, e di 6 l'altro rappresentante della Euskaltel, Pierre Cazaux. Per trovare il primo italiano dobbiamo arrivare al quarto posto di Cristiano Salerno, a 10" da Velasco e con 1" di vantaggio su Zeits e 2 su Jackson Rodríguez e Luca Mazzanti. Inutile dire che non è il caso di speculare troppo sulla classifica (identica all'ordine d'arrivo, ovviamente), visto che tutto potrebbe cambiare. È talmente corta, la generale, che non ci pare fantascienza pensare che addirittura l'attuale ultimo (Taylor Phinney, a 1'44" da Velasco) potrebbe tra qualche giorno entrare in gara per la maglia nera. Aspetteremo e vedremo: di tempo ce ne sarà, non siamo che alla prima tappa!

Marco Grassi

La classifica al contrario

Inutile dire che gli arancioni della Euskaltel ci regalano sempre delle grandi soddisfazioni, in questa classifica. Nessuno di noi potrà mai dimenticare la Faina Basca, al secolo Andoni Aranaga, un'iradiddio dei grandi giri al contrario. Oggi il testimone da cotanto predecessore è raccolto da Ivan Velasco Murillo, che con quel secondo cognome lo potremmo definire lo Special One-Nine-Eight, ovvero il... primo di 198. Lo spagnolo ha vinto con sapienza e con l'esperienza che gli è consona (ha 32 anni) a Herning, la prima tappa del Giro d'Italia, una cronometro in cui ha preceduto di 5" Carlos Ochoa, e di 6 l'altro rappresentante della Euskaltel, Pierre Cazaux. Per trovare il primo italiano dobbiamo arrivare al quarto posto di Cristiano Salerno, a 10" da Velasco e con 1" di vantaggio su Zeits e 2 su Jackson Rodríguez e Luca Mazzanti. Inutile dire che non è il caso di speculare troppo sulla classifica (identica all'ordine d'arrivo, ovviamente), visto che tutto potrebbe cambiare. È talmente corta, la generale, che non ci pare fantascienza pensare che addirittura l'attuale ultimo (Taylor Phinney, a 1'44" da Velasco) potrebbe tra qualche giorno entrare in gara per la maglia nera. Aspetteremo e vedremo: di tempo ce ne sarà, non siamo che alla prima tappa!

Marco Grassi

La maglia rosa virtuale

La volata vincente di Cavendish sul traguardo di HerningSeconda tappa del nostro Giro d'Italia virtuale realizzato grazie alla community di PcCiclismo.net (visitate il sito scaricare i lavori passati e gli aggiornamenti appena usciti): i 206 chilometri pianeggianti della Herning-Herning favorivano i velocisti del gruppo ed alla fine, infatti, s'è arrivati tutti assieme allo sprint. Già dal chilometro 0, però, sono stati in tanti che hanno provato ad attaccare per andare in fuga: il primo è stato lo sloveno Gazvoda (AG2R) e nel tentativo di seguirlo s'è formato un gruppetto di 12 uomini in testa alla corsa. Con il vantaggio molto ridotto l'azione sembrava destinata ad esaurirsi presto ma Adriano Malori, Brett Lancaster, Gatis Smukulis e Andrey Zeits ci hanno creduto, sono riusciti a sganciarsi e sono quindi stati i protagonisti della prima fuga di questo Giro d'Italia, riuscendo ad accumulare un vantaggio massimo di 3'36".

In gruppo, stranamente, la Sky del leader Thomas s'è vista pochissimo in testa a lavorare, ma le altre squadre non si sono tirare indietro anche perché comunque Malori in classifica era 9° a 12" da Thomas: attive Saxo Bank, Farnese, Vacansoleil e Garmin, generossima invece la BMC che evidentemente ha fatto un po' di confusione tra finzione e realtà. Nonostante un tentativo di contrattacco di Lancaster e dello stesso Malori il gruppo è tornato compatti a 7.2 km dall'arrivo e sono iniziate le operazioni per la volata: la Sky è entrata in scena qui con un superlativo Mark Cavendish che con uno sprint perentorio negli ultimi 150 metri s'è aggiudicato la tappa davanti a Tyler Farrar, Alexander Kristoff ed il nostro Andrea Guardini. Tra gli altri corridori italiani vanno segnalati Ponzi e Ferrari, rispettivamente 5° e 6°, mentre la tanto criticata NetApp ha portato a casa subito la prima top-10 con Schorn (9°).

La classifica generale è rimasta invariata nelle prime 10 posizioni e Geraint Thomas guida sempre con 2" su Rasmussen e 4" su Phinney; non cambia quindi anche il padrone della maglia bianca (Phinney) mentre la maglia rossa della classifica a punti è di Cavendish e il primo leader della classifica dei gran premi della montagna è l'australiano Brett Lancaster.

Sebastiano Cipriani

La classifica al contrario

Inutile dire che gli arancioni della Euskaltel ci regalano sempre delle grandi soddisfazioni, in questa classifica. Nessuno di noi potrà mai dimenticare la Faina Basca, al secolo Andoni Aranaga, un'iradiddio dei grandi giri al contrario. Oggi il testimone da cotanto predecessore è raccolto da Ivan Velasco Murillo, che con quel secondo cognome lo potremmo definire lo Special One-Nine-Eight, ovvero il... primo di 198. Lo spagnolo ha vinto con sapienza e con l'esperienza che gli è consona (ha 32 anni) a Herning, la prima tappa del Giro d'Italia, una cronometro in cui ha preceduto di 5" Carlos Ochoa, e di 6 l'altro rappresentante della Euskaltel, Pierre Cazaux. Per trovare il primo italiano dobbiamo arrivare al quarto posto di Cristiano Salerno, a 10" da Velasco e con 1" di vantaggio su Zeits e 2 su Jackson Rodríguez e Luca Mazzanti. Inutile dire che non è il caso di speculare troppo sulla classifica (identica all'ordine d'arrivo, ovviamente), visto che tutto potrebbe cambiare. È talmente corta, la generale, che non ci pare fantascienza pensare che addirittura l'attuale ultimo (Taylor Phinney, a 1'44" da Velasco) potrebbe tra qualche giorno entrare in gara per la maglia nera. Aspetteremo e vedremo: di tempo ce ne sarà, non siamo che alla prima tappa!

Marco Grassi

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