La vittoria della Parigi-Roubaix con Niki Terpstra non fa che rinsaldare il primato nella classifica a squadre dell'Omega Pharma-Quick Step. Sono 543 i punti dello squadrone belga mentre la prima inseguitrice, la Katusha di Kristoff, è a quota 382. AG2R La Mondiale sempre terza, con la Tinkoff-Saxo che segue. Passi in avanti per la Trek, che da ottava si ritrova quinta, mentre la BMC, non abilissima a finalizzare ieri a Roubaix, dal quinto posto scende di una posizione. Perde una posizione la Movistar, ora settima, così come la Sky, che segue.
John Degenkolb due settimane fa, sul traguardo di Wevelgem, esultava. Non altrettanto bene è andata al Fiandre, al tedesco, che alla Roubaix vuole mettersi in bell'evidenza: «La Parigi-Roubaix è una delle corse più grandi, per me. Adoro il suo essere dura ed è un mio sogno vincerla, un giorno. Mi piace il pavé, sto bene e spero di poter correre bene anche domani. La squadra è molto forte, l'atmosfera nel gruppo è fantastica e stiamo dimostrando di essere davvero un top team. Vogliamo continuare così anche domani».
Il 24enne svedese Jonas Ahlstrand s'è imposto in volata nella seconda tappa del Circuit Cycliste Sarthe: il corridore della Giant ieri s'era classificato 10° ed oggi ha stupito tutti andando a vincere la sua prima corsa con il team di Iwan Spekenbrink che si conferma come un'ottima scuola per le ruote veloci. La tappa, molto breve visto che oggi pomeriggio ci sarà una cronometro, è stata caratterizzata da una fuga di Emanuele Sella, Tony Hurel e Duber Quintero partita al chilometro 0 e annullata definitivamente a 6 chilometri dalla linea d'arrivo.
24 formazioni per l'appuntamento che da qualche anno caratterizza la metà della Settimana Santa (ovvero i 7 giorni che vanno dalla domenica del Giro delle Fiandre a quella della Parigi-Roubaix): la Scheldeprijs, classica fiamminga che spessissimo sorride ai velocisti, schiererà ai nastri di partenza molti protagonisti della categoria, da Marcel Kittel (vincitore delle ultime due edizioni) a Tom Boonen, da Tyler Farrar ad Alessandro Petacchi (che qui s'impose nel 2009), da Alexander Kristoff a Peter Sagan, da Arnaud Démare a Theo Bos, da Michael Van Staeyen a Danilo Napolitano.