Da alcuni anni Robert Gesink soffre di un'aritmia cardiaca che si manifesta durante gli sforzi più intensi, ma gli esami svolti in passati (e i risultati lo confermano) hanno mostrato che il problema non condizionava la prestazione di un ciclista anche di alto livello.
Forse trova risposta la domanda che molti si sono posti in questi anni relativamente all'andamento altalenante delle prestazioni di Robert Gesink. L'olandese, uno dei corridori più talentuosi del gruppo, sembrava destinato a diventare un protagonista delle grandi gare a tappe e delle classiche più dure altimetricamente, ma la sua carriera è da tempo come bloccata. Oggi scopriamo (tramite il sito Ad.nl) che il 28enne della Belkin soffre di un'aritmia dovuta allo stress.
Una sola wild card (alla Caja Rural di Luis León Sánchez e David Arroyo) per completare - con le 18 formazioni del World Tour - il novero delle squadre che da domani a sabato 12 si daranno battaglia sulle strade dei Paesi Baschi, nella Vuelta al País Vasco. Partecipazione qualificatissima, a partire dagli spagnoli Alejandro Valverde (dorsale numero 1), Alberto Contador (21), Samuel Sánchez (53), Mikel Nieve (61), proseguendo coi colombiani Betancur (11) e Atapuma (54), i francesi Péraud (12), Pinot (71), Rolland (134) e Barguil (161).
La Tirreno-Adriatico perde uno dei possibili protagonisti: Robert Gesink, atteso nelle tappe più impegnative della corsa dei due mari (quelle di oggi e domani), ha gettato la spugna proprio nel corso della quarta tappa, da Indicatore a Cittareale (con arrivo in salita a Selvarotonda). Dopo 160 dei 244 km totali, l'olandese della Belkin è sceso dalla bicicletta, abbandonando la corsa. La ragione del ritiro, secondo quanto è stato ventilato da ambienti del team, è un problema alle vie urinarie.
Ci sono gli uomini da grandi giri che si disputeranno la classifica generale, da Contador e Kreuziger a Evans, da Urán (e Kwiatkowski) a Porte, senza dimenticare ovviamente Quintana e Gesink, Mollema e Van den Broeck, Pozzovivo e Scarponi, Pinot e Talansky, Basso e Rolland, Horner e Dan Martin; ci sono quelli da classiche, come Cancellara e Sagan, Vanmarcke e Gilbert, Moser e Cunego, Pozzato e Ulissi, Moreno e Kolobnev, Paolini e Stannard, e altri ancora; e ci sono i velocisti, pronti a sprintarsi contro nelle tre tappe ad essi favorevoli, e parliamo di Cavendish e Appollonio, Bennati e Gua