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Tirreno-Adriatico 2014: Cavendish brinda, offre la Omega - Cronosquadre, battute Orica e Movistar | Cicloweb

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Tirreno-Adriatico 2014: Cavendish brinda, offre la Omega - Cronosquadre, battute Orica e Movistar

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La Omega Pharma festeggia Cavendish, primo leader della Tirreno-Adriatico 2014 © BettiniphotoSostanzialmente potremmo dire che la storia si ripete: a distanza di un anno, sulle stesse strade d'apertura della Tirreno-Adriatico, la Omega Pharma-Quick Step si produce in una grande cronosquadre, rifila 11" di distacco alla seconda (12 mesi fa la Movistar, oggi la Orica), e lancia Mark Cavendish in maglia blu di leader della corsa. Quello che è cambiato è il senso della crono (si è andati da Donoratico a San Vincenzo, la strada inversa rispetto al 2014), ed è cambiata pure la dimensione dei capitani della formidabile squadra belga.

Quelli buoni per la classifica, intendiamo (perché invece Cavendish lo vedremo sprintare nei prossimi giorni): e se quando nel 2013 si presentò al via della corsa dei due mari Michal Kwiatkowski era un nome tra tanti, in gruppo, stavolta è molto atteso, dopo la bella vittoria nella Strade Bianche, che ha fatto seguito a quella nella Volta ao Algarve. Il polacco lo scorso anno la chiuse al quarto posto, la Tirreno, e oggi pare più forte, e beneficia pure del supporto di Rigoberto Urán, che ha a sua volta concrete e legittime aspirazioni a far bene in classifica.

Tra i due deciderà la strada, come si suol dire, ma per loro avere già decine di secondi su quasi tutti gli avversari diretti è un viatico niente male. I big da classifica pagano un conto salato, in effetti: il più vicino è Nairo Quintana, terzo con la Movistar, che ci rimette 18"; Contador e Kreuziger (Tinkoff) ne pagano 24"; Sagan e Basso (Cannondale) 26"; Porte e Wiggins (Sky) 27"; Van den Broeck (Lotto) 28"; Mollema e Gesink (Belkin) 37"; Pinot (FDJ) 43"; Evans (BMC) 47"; Pozzovivo (AG2R) 53" come Machado (NetApp) e i Lampre (Cunego, Ulissi, Horner); ancora più indietro Scarponi (Astana), a 54", Talansky e Martin (Garmin), a 1'04", Dani Moreno (Katusha), a 1'06", Pirazzi (Bardiani), a 1'17", e Rolland, addirittura ultimo con la Europcar a 1'31".

Siccome però è ancora presto per occuparci dei giochi di classifica, diamo due cenni di cronaca sulla tappa odierna: dopo i 21' netti della BMC è stata la Cannondale ad abbassare il limite fino a 20'39", ma subito dopo la Orica ha fissato un tempo di 20'24" che sarebbe stato perfetto per vincere, se non ci fosse stata di mezzo la Omega Pharma. Gli australiani sono rimasti a lungo al comando virtuale della tappa, vedendo transitare dopo di loro ben 11 squadre, tra le quali quelle in lotta per il podio parziale (Tinkoff e Movistar su tutte) e qualche nobile decaduta (la Garmin che ha pagato problemi meccanici, la Sky che non è più quella di 2-3 anni fa, la Trek che con Cancellara in calo contro il tempo si è dovuta accontentare di un 20'49" che le è poi valso l'ottavo posto).

La dodicesima formazione a gareggiare dopo la Orica era proprio quella che l'avrebbe scavalcata andando a vincere la tappa, la Omega Pharma appunto: con un Tony Martin in grande spolvero e meccanismi perfettamente oliati nei quali non hanno sfigurato i nostri Trentin (pur staccatosi nel finale) e Petacchi, la squadra di Lefévère è riuscita anche a scongiurare una defaillance di Cavendish (che, anche a causa di un problemino alla catena, nel finale ha un po' sofferto, prima di ritrovare le forze e andare a sprintare per primo tra i suoi compagni), chiudendo poi alla media di 54.9 km/h.

Cavendish guida la generale con lo stesso tempo dei compagni Kwiatkowski, Urán, Renshaw e Poels, con 2" su Petacchi e 3" su Martin (che si sono staccati di poco quando Mark ha sprintato), e con 11" su Impey e gli altri Orica. Domani il britannico teoricamente non dovrebbe correre rischi, visto che la seconda tappa, da San Vincenzo a Cascina (166 km), si risolverà presumibilmente con una volata di gruppo: se nella prima parte della frazione c'è qualche salitella, gli ultimi 60 chilometri sono completamente piatti, e vedremo quindi le prime schermaglie dirette tra molti di quelli che da qui a 10 giorni avranno in mente un solo nome: Sanremo.

Marco Grassi

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