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GiroNotes 2011 - 7a tappa: Maddaloni - Montevergine di Mercogliano | Cicloweb

Il Portale del Ciclismo professionistico

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La tappa in linea più breve del Giro ci propone un arrivo tra i più frequentati dell'ultimo decennio. I due successi di Di Luca (2001 e 2007) e quello di Cunego (2004) sono arrivati in una volata ristretta tra i migliori e anche quest'edizione non dovrebbe sfuggire alla regola. Le novità rappresentate dall'inserimento di una salita che precederà l'ultima (Serra della Strada, 10 km per un Gpm di 2a categoria che in sé non farà comunque grossi danni) e - appunto - il basso chilometraggio potrebbero rappresentare delle variabili interessanti.

Betclic.it oggi non propone un favorito netto sugli altri. Michele Scarponi, apparso pimpante quando se n'è presentata l'occasione, è l'uomo da battere, con una quota di 6, davanti a Joaquim Rodríguez (a 8), Stefano Garzelli (a 9) e Alberto Contador (a 10). Noi però ci siamo fatti impressionare dalla facilità con cui Fabio Duarte ha preceduto tutti nella volata per il secondo posto a Orvieto e mettiamo 1 euro sulla sua vittoria, data a 10, sperando che il colombiano sappia aspettare il momento giusto per sferrare il suo attacco. La voglia di rivincita di Di Luca (già dimostrata ieri, peraltro) ci induce a dargli fiducia e, anche allettati dal 15 che Betclic.it mette accanto al suo nome, mettiamo 2 euro anche su di lui.
Maddaloni

A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.

Montevergine di Mercogliano

I 1260 metri s.l.m. di questo Santuario hanno ospitato l'arrivo del Giro per sole quattro volte, eppure negli ultimi anni è diventato quasi un classico. La prima volta fu nel 1962 e fu roba per stranieri. Lo spagnolo Armand Desmet precedette infatti il transalpino Henri Anglade, andando a vestire in quell'occasione anche la maglia rosa. Montevergine non vide più la carovana rosa fino agli anni duemila, quando si registrano ben tre arrivi di tappa. 2001, 2004 e 2007, ove si ricordano due vittorie di Danilo Di Luca ed una, nel 2004, di Damiano Cunego, alla fine vincitore a sorpresa dell'edizione. Nonostante l'arrivo sia in salita, le pendenze non eccessive - anzi, alquanto blande - hanno permesso, negli ultimi tre arrivi, che si salisse a Montevergine spingendo rapportoni e che a fine tappa si disputasse lo sprint.

Francesco Sulas
Maddaloni

A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.

Montevergine di Mercogliano

I 1260 metri s.l.m. di questo Santuario hanno ospitato l'arrivo del Giro per sole quattro volte, eppure negli ultimi anni è diventato quasi un classico. La prima volta fu nel 1962 e fu roba per stranieri. Lo spagnolo Armand Desmet precedette infatti il transalpino Henri Anglade, andando a vestire in quell'occasione anche la maglia rosa. Montevergine non vide più la carovana rosa fino agli anni duemila, quando si registrano ben tre arrivi di tappa. 2001, 2004 e 2007, ove si ricordano due vittorie di Danilo Di Luca ed una, nel 2004, di Damiano Cunego, alla fine vincitore a sorpresa dell'edizione. Nonostante l'arrivo sia in salita, le pendenze non eccessive - anzi, alquanto blande - hanno permesso, negli ultimi tre arrivi, che si salisse a Montevergine spingendo rapportoni e che a fine tappa si disputasse lo sprint.

Maddaloni

A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.

Montevergine di Mercogliano

I 1260 metri s.l.m. di questo Santuario hanno ospitato l'arrivo del Giro per sole quattro volte, eppure negli ultimi anni è diventato quasi un classico. La prima volta fu nel 1962 e fu roba per stranieri. Lo spagnolo Armand Desmet precedette infatti il transalpino Henri Anglade, andando a vestire in quell'occasione anche la maglia rosa. Montevergine non vide più la carovana rosa fino agli anni duemila, quando si registrano ben tre arrivi di tappa. 2001, 2004 e 2007, ove si ricordano due vittorie di Danilo Di Luca ed una, nel 2004, di Damiano Cunego, alla fine vincitore a sorpresa dell'edizione. Nonostante l'arrivo sia in salita, le pendenze non eccessive - anzi, alquanto blande - hanno permesso, negli ultimi tre arrivi, che si salisse a Montevergine spingendo rapportoni e che a fine tappa si disputasse lo sprint.

Maddaloni

A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.

Montevergine di Mercogliano

I 1260 metri s.l.m. di questo Santuario hanno ospitato l'arrivo del Giro per sole quattro volte, eppure negli ultimi anni è diventato quasi un classico. La prima volta fu nel 1962 e fu roba per stranieri. Lo spagnolo Armand Desmet precedette infatti il transalpino Henri Anglade, andando a vestire in quell'occasione anche la maglia rosa. Montevergine non vide più la carovana rosa fino agli anni duemila, quando si registrano ben tre arrivi di tappa. 2001, 2004 e 2007, ove si ricordano due vittorie di Danilo Di Luca ed una, nel 2004, di Damiano Cunego, alla fine vincitore a sorpresa dell'edizione. Nonostante l'arrivo sia in salita, le pendenze non eccessive - anzi, alquanto blande - hanno permesso, negli ultimi tre arrivi, che si salisse a Montevergine spingendo rapportoni e che a fine tappa si disputasse lo sprint.

Maddaloni

A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.

Montevergine di Mercogliano

I 1260 metri s.l.m. di questo Santuario hanno ospitato l'arrivo del Giro per sole quattro volte, eppure negli ultimi anni è diventato quasi un classico. La prima volta fu nel 1962 e fu roba per stranieri. Lo spagnolo Armand Desmet precedette infatti il transalpino Henri Anglade, andando a vestire in quell'occasione anche la maglia rosa. Montevergine non vide più la carovana rosa fino agli anni duemila, quando si registrano ben tre arrivi di tappa. 2001, 2004 e 2007, ove si ricordano due vittorie di Danilo Di Luca ed una, nel 2004, di Damiano Cunego, alla fine vincitore a sorpresa dell'edizione. Nonostante l'arrivo sia in salita, le pendenze non eccessive - anzi, alquanto blande - hanno permesso, negli ultimi tre arrivi, che si salisse a Montevergine spingendo rapportoni e che a fine tappa si disputasse lo sprint.

Maddaloni

A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.

Montevergine di Mercogliano

I 1260 metri s.l.m. di questo Santuario hanno ospitato l'arrivo del Giro per sole quattro volte, eppure negli ultimi anni è diventato quasi un classico. La prima volta fu nel 1962 e fu roba per stranieri. Lo spagnolo Armand Desmet precedette infatti il transalpino Henri Anglade, andando a vestire in quell'occasione anche la maglia rosa. Montevergine non vide più la carovana rosa fino agli anni duemila, quando si registrano ben tre arrivi di tappa. 2001, 2004 e 2007, ove si ricordano due vittorie di Danilo Di Luca ed una, nel 2004, di Damiano Cunego, alla fine vincitore a sorpresa dell'edizione. Nonostante l'arrivo sia in salita, le pendenze non eccessive - anzi, alquanto blande - hanno permesso, negli ultimi tre arrivi, che si salisse a Montevergine spingendo rapportoni e che a fine tappa si disputasse lo sprint.

Meteo

14.25 - Maddaloni
16.00 - Chianchetelle
17.15 - Montevergine

Soggetti Alternativi

Con i suoi 21 anni (ne compirà 22 nel prossimo mese di ottobre) è il più giovane ciclista in gara in questa edizione del Giro, che segna anche il suo debutto in una grande corsa a tappe. Atleta talentuoso, tra gli Under 23 ha colto alcuni risultati prestigiosi che ne hanno messo in luce le doti di scalatore, non solo nelle gare a tappe ma anche in corse in linea particolarmente impegnative: vincitore della Vuelta a Colombia Under 23 nel 2009, vero e proprio dominatore dell'ultima edizione del Giro Bio (con 2 successi di tappa) e vicecampione del mondo Under 23 a Mendrisio nel 2009. Bastano questi riscontri per considerarlo una delle principali speranze del ciclismo colombiano. In questo Giro punta a fare esperienza ed aiutare Garzelli. Chissà che un giorno la c di campione non faccia parte davvero del suo alfaBeta...ncur!

Vivian Ghianni

Con i suoi 21 anni (ne compirà 22 nel prossimo mese di ottobre) è il più giovane ciclista in gara in questa edizione del Giro, che segna anche il suo debutto in una grande corsa a tappe. Atleta talentuoso, tra gli Under 23 ha colto alcuni risultati prestigiosi che ne hanno messo in luce le doti di scalatore, non solo nelle gare a tappe ma anche in corse in linea particolarmente impegnative: vincitore della Vuelta a Colombia Under 23 nel 2009, vero e proprio dominatore dell'ultima edizione del Giro Bio (con 2 successi di tappa) e vicecampione del mondo Under 23 a Mendrisio nel 2009. Bastano questi riscontri per considerarlo una delle principali speranze del ciclismo colombiano. In questo Giro punta a fare esperienza ed aiutare Garzelli. Chissà che un giorno la c di campione non faccia parte davvero del suo alfaBeta...ncur!

Con i suoi 21 anni (ne compirà 22 nel prossimo mese di ottobre) è il più giovane ciclista in gara in questa edizione del Giro, che segna anche il suo debutto in una grande corsa a tappe. Atleta talentuoso, tra gli Under 23 ha colto alcuni risultati prestigiosi che ne hanno messo in luce le doti di scalatore, non solo nelle gare a tappe ma anche in corse in linea particolarmente impegnative: vincitore della Vuelta a Colombia Under 23 nel 2009, vero e proprio dominatore dell'ultima edizione del Giro Bio (con 2 successi di tappa) e vicecampione del mondo Under 23 a Mendrisio nel 2009. Bastano questi riscontri per considerarlo una delle principali speranze del ciclismo colombiano. In questo Giro punta a fare esperienza ed aiutare Garzelli. Chissà che un giorno la c di campione non faccia parte davvero del suo alfaBeta...ncur!

Con i suoi 21 anni (ne compirà 22 nel prossimo mese di ottobre) è il più giovane ciclista in gara in questa edizione del Giro, che segna anche il suo debutto in una grande corsa a tappe. Atleta talentuoso, tra gli Under 23 ha colto alcuni risultati prestigiosi che ne hanno messo in luce le doti di scalatore, non solo nelle gare a tappe ma anche in corse in linea particolarmente impegnative: vincitore della Vuelta a Colombia Under 23 nel 2009, vero e proprio dominatore dell'ultima edizione del Giro Bio (con 2 successi di tappa) e vicecampione del mondo Under 23 a Mendrisio nel 2009. Bastano questi riscontri per considerarlo una delle principali speranze del ciclismo colombiano. In questo Giro punta a fare esperienza ed aiutare Garzelli. Chissà che un giorno la c di campione non faccia parte davvero del suo alfaBeta...ncur!

Con i suoi 21 anni (ne compirà 22 nel prossimo mese di ottobre) è il più giovane ciclista in gara in questa edizione del Giro, che segna anche il suo debutto in una grande corsa a tappe. Atleta talentuoso, tra gli Under 23 ha colto alcuni risultati prestigiosi che ne hanno messo in luce le doti di scalatore, non solo nelle gare a tappe ma anche in corse in linea particolarmente impegnative: vincitore della Vuelta a Colombia Under 23 nel 2009, vero e proprio dominatore dell'ultima edizione del Giro Bio (con 2 successi di tappa) e vicecampione del mondo Under 23 a Mendrisio nel 2009. Bastano questi riscontri per considerarlo una delle principali speranze del ciclismo colombiano. In questo Giro punta a fare esperienza ed aiutare Garzelli. Chissà che un giorno la c di campione non faccia parte davvero del suo alfaBeta...ncur!

Con i suoi 21 anni (ne compirà 22 nel prossimo mese di ottobre) è il più giovane ciclista in gara in questa edizione del Giro, che segna anche il suo debutto in una grande corsa a tappe. Atleta talentuoso, tra gli Under 23 ha colto alcuni risultati prestigiosi che ne hanno messo in luce le doti di scalatore, non solo nelle gare a tappe ma anche in corse in linea particolarmente impegnative: vincitore della Vuelta a Colombia Under 23 nel 2009, vero e proprio dominatore dell'ultima edizione del Giro Bio (con 2 successi di tappa) e vicecampione del mondo Under 23 a Mendrisio nel 2009. Bastano questi riscontri per considerarlo una delle principali speranze del ciclismo colombiano. In questo Giro punta a fare esperienza ed aiutare Garzelli. Chissà che un giorno la c di campione non faccia parte davvero del suo alfaBeta...ncur!

GiroTweet

marcopinotti: Tappa "piatta/da velocisti" al Giro: 2520 metri di dislivello.

MarkCavendish: Posso dire che siamo a sud della Toscana perché cominciano a farmi male le palle. Le strade peggiorano gradualmente più scendiamo l'Italia. Sicilia=Owww!

RobbieHunter: Amo assolutamente la vita!! Ora di cena a parlare con i compagni di squadra sulle avventure quotidiane... :) Ok, anche il primo bicchiere di vino da una vita!

chrisbarton88: Il Giro è finito per me. Mi piacerebbe fare di nuovo questa corsa quando sarò allenato! Il lato positivo è che starò a casa per un po'.

VincenzoNibali: Sono contento che i miei amici Agnoli e Giovanna si sposino. Ho visto lui sudare più sul palco della RAI che durante la tappa!

La corsa nella corsa

La vittoria di Coppi celebrata da un giornale dell'epocaCome accaduto nella prima tappa di questo Giro, parliamo oggi di una corsa che - ahinoi - non c'è più. Il primo arrivo in salita, quello di Montevergine di Mercogliano, rievoca una gara dura e selettiva quale è stata sino al 2001 il Giro di Campania. Nato nel 1911 per volere di alcuni giornalisti de Il Mattino, il Giro di Campania non ebbe una cadenza regolare fino al 1931. Dal 1911 se ne contano appena sette edizioni, tutte corse con la modalità della gara a tappe. Il motivo principale di questa enorme discontinuità era la pessima condizione in cui versavano le strade campane. Solo Learco Guerra se n'è aggiudicato in carriera tre edizioni, mentre ad altri è riuscito al massimo un bis. Due vittorie infatti per Leonida Frascarelli, Fausto Coppi (nella foto un giornale che celebra la sua vittoria), Gino Bartali, Franco Bitossi, Giuseppe Saronni e Francesco Moser. Corsa italianissima, stando all'albo d'oro, con sole quattro vittorie straniere in sessantuno edizioni disputate, ad opera di Rik Van Linden (1976), Roger De Vlaeminck (1984), Rolf Gölz (1986) e Dimitri Konyshev (2001). Manifestazione selettiva, vide raramente un arrivo in volata. Tra tutte le asperità sono rimarchevoli il Vesuvio e gli insidiosi saliscendi della costiera amalfitana. Franco Ballerini la vinse nel 1990, Davide Cassani, oggi commentatore tecnico del Giro, nel 1992, Dario Frigo arrivò tutto solo sul traguardo in quella che sarebbe stata la penultima edizione della corsa. Correva l'anno 2000.

Francesco Sulas

La corsa nella corsa

La vittoria di Coppi celebrata da un giornale dell'epocaCome accaduto nella prima tappa di questo Giro, parliamo oggi di una corsa che - ahinoi - non c'è più. Il primo arrivo in salita, quello di Montevergine di Mercogliano, rievoca una gara dura e selettiva quale è stata sino al 2001 il Giro di Campania. Nato nel 1911 per volere di alcuni giornalisti de Il Mattino, il Giro di Campania non ebbe una cadenza regolare fino al 1931. Dal 1911 se ne contano appena sette edizioni, tutte corse con la modalità della gara a tappe. Il motivo principale di questa enorme discontinuità era la pessima condizione in cui versavano le strade campane. Solo Learco Guerra se n'è aggiudicato in carriera tre edizioni, mentre ad altri è riuscito al massimo un bis. Due vittorie infatti per Leonida Frascarelli, Fausto Coppi (nella foto un giornale che celebra la sua vittoria), Gino Bartali, Franco Bitossi, Giuseppe Saronni e Francesco Moser. Corsa italianissima, stando all'albo d'oro, con sole quattro vittorie straniere in sessantuno edizioni disputate, ad opera di Rik Van Linden (1976), Roger De Vlaeminck (1984), Rolf Gölz (1986) e Dimitri Konyshev (2001). Manifestazione selettiva, vide raramente un arrivo in volata. Tra tutte le asperità sono rimarchevoli il Vesuvio e gli insidiosi saliscendi della costiera amalfitana. Franco Ballerini la vinse nel 1990, Davide Cassani, oggi commentatore tecnico del Giro, nel 1992, Dario Frigo arrivò tutto solo sul traguardo in quella che sarebbe stata la penultima edizione della corsa. Correva l'anno 2000.

Francesco Sulas

Rassegna stampa

Rassegna GiroNotes 2011 – 7a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 7a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 7a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 7a tappa
Rassegna GiroNotes 2011 – 7a tappa

La corsa nella corsa

La vittoria di Coppi celebrata da un giornale dell'epocaCome accaduto nella prima tappa di questo Giro, parliamo oggi di una corsa che - ahinoi - non c'è più. Il primo arrivo in salita, quello di Montevergine di Mercogliano, rievoca una gara dura e selettiva quale è stata sino al 2001 il Giro di Campania. Nato nel 1911 per volere di alcuni giornalisti de Il Mattino, il Giro di Campania non ebbe una cadenza regolare fino al 1931. Dal 1911 se ne contano appena sette edizioni, tutte corse con la modalità della gara a tappe. Il motivo principale di questa enorme discontinuità era la pessima condizione in cui versavano le strade campane. Solo Learco Guerra se n'è aggiudicato in carriera tre edizioni, mentre ad altri è riuscito al massimo un bis. Due vittorie infatti per Leonida Frascarelli, Fausto Coppi (nella foto un giornale che celebra la sua vittoria), Gino Bartali, Franco Bitossi, Giuseppe Saronni e Francesco Moser. Corsa italianissima, stando all'albo d'oro, con sole quattro vittorie straniere in sessantuno edizioni disputate, ad opera di Rik Van Linden (1976), Roger De Vlaeminck (1984), Rolf Gölz (1986) e Dimitri Konyshev (2001). Manifestazione selettiva, vide raramente un arrivo in volata. Tra tutte le asperità sono rimarchevoli il Vesuvio e gli insidiosi saliscendi della costiera amalfitana. Franco Ballerini la vinse nel 1990, Davide Cassani, oggi commentatore tecnico del Giro, nel 1992, Dario Frigo arrivò tutto solo sul traguardo in quella che sarebbe stata la penultima edizione della corsa. Correva l'anno 2000.

Francesco Sulas

La corsa nella corsa

La vittoria di Coppi celebrata da un giornale dell'epocaCome accaduto nella prima tappa di questo Giro, parliamo oggi di una corsa che - ahinoi - non c'è più. Il primo arrivo in salita, quello di Montevergine di Mercogliano, rievoca una gara dura e selettiva quale è stata sino al 2001 il Giro di Campania. Nato nel 1911 per volere di alcuni giornalisti de Il Mattino, il Giro di Campania non ebbe una cadenza regolare fino al 1931. Dal 1911 se ne contano appena sette edizioni, tutte corse con la modalità della gara a tappe. Il motivo principale di questa enorme discontinuità era la pessima condizione in cui versavano le strade campane. Solo Learco Guerra se n'è aggiudicato in carriera tre edizioni, mentre ad altri è riuscito al massimo un bis. Due vittorie infatti per Leonida Frascarelli, Fausto Coppi (nella foto un giornale che celebra la sua vittoria), Gino Bartali, Franco Bitossi, Giuseppe Saronni e Francesco Moser. Corsa italianissima, stando all'albo d'oro, con sole quattro vittorie straniere in sessantuno edizioni disputate, ad opera di Rik Van Linden (1976), Roger De Vlaeminck (1984), Rolf Gölz (1986) e Dimitri Konyshev (2001). Manifestazione selettiva, vide raramente un arrivo in volata. Tra tutte le asperità sono rimarchevoli il Vesuvio e gli insidiosi saliscendi della costiera amalfitana. Franco Ballerini la vinse nel 1990, Davide Cassani, oggi commentatore tecnico del Giro, nel 1992, Dario Frigo arrivò tutto solo sul traguardo in quella che sarebbe stata la penultima edizione della corsa. Correva l'anno 2000.

Francesco Sulas

La corsa nella corsa

La vittoria di Coppi celebrata da un giornale dell'epocaCome accaduto nella prima tappa di questo Giro, parliamo oggi di una corsa che - ahinoi - non c'è più. Il primo arrivo in salita, quello di Montevergine di Mercogliano, rievoca una gara dura e selettiva quale è stata sino al 2001 il Giro di Campania. Nato nel 1911 per volere di alcuni giornalisti de Il Mattino, il Giro di Campania non ebbe una cadenza regolare fino al 1931. Dal 1911 se ne contano appena sette edizioni, tutte corse con la modalità della gara a tappe. Il motivo principale di questa enorme discontinuità era la pessima condizione in cui versavano le strade campane. Solo Learco Guerra se n'è aggiudicato in carriera tre edizioni, mentre ad altri è riuscito al massimo un bis. Due vittorie infatti per Leonida Frascarelli, Fausto Coppi (nella foto un giornale che celebra la sua vittoria), Gino Bartali, Franco Bitossi, Giuseppe Saronni e Francesco Moser. Corsa italianissima, stando all'albo d'oro, con sole quattro vittorie straniere in sessantuno edizioni disputate, ad opera di Rik Van Linden (1976), Roger De Vlaeminck (1984), Rolf Gölz (1986) e Dimitri Konyshev (2001). Manifestazione selettiva, vide raramente un arrivo in volata. Tra tutte le asperità sono rimarchevoli il Vesuvio e gli insidiosi saliscendi della costiera amalfitana. Franco Ballerini la vinse nel 1990, Davide Cassani, oggi commentatore tecnico del Giro, nel 1992, Dario Frigo arrivò tutto solo sul traguardo in quella che sarebbe stata la penultima edizione della corsa. Correva l'anno 2000.

Francesco Sulas

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