La tappa in linea più breve del Giro ci propone un arrivo tra i più frequentati dell'ultimo decennio. I due successi di Di Luca (2001 e 2007) e quello di Cunego (2004) sono arrivati in una volata ristretta tra i migliori e anche quest'edizione non dovrebbe sfuggire alla regola. Le novità rappresentate dall'inserimento di una salita che precederà l'ultima (Serra della Strada, 10 km per un Gpm di 2a categoria che in sé non farà comunque grossi danni) e - appunto - il basso chilometraggio potrebbero rappresentare delle variabili interessanti.
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marcopinotti: Tappa "piatta/da velocisti" al Giro: 2520 metri di dislivello.
MarkCavendish: Posso dire che siamo a sud della Toscana perché cominciano a farmi male le palle. Le strade peggiorano gradualmente più scendiamo l'Italia. Sicilia=Owww!
RobbieHunter: Amo assolutamente la vita!! Ora di cena a parlare con i compagni di squadra sulle avventure quotidiane... :) Ok, anche il primo bicchiere di vino da una vita!
chrisbarton88: Il Giro è finito per me. Mi piacerebbe fare di nuovo questa corsa quando sarò allenato! Il lato positivo è che starò a casa per un po'.
VincenzoNibali: Sono contento che i miei amici Agnoli e Giovanna si sposino. Ho visto lui sudare più sul palco della RAI che durante la tappa!
A sud-est di Caserta, il suo nome compare per la prima volta, in un documento del Principe longobardo Arechi, come "Mataluni", nel 774. Ai suoi piedi sorgeva al città di Calatia, occupata dal console Caio Giunio Bubulco nel 309 a.C., e che si consegnò ai romani dopo aver parteggiato per Annibale durante la seconda guerra punica. Dopo la distruzione di Calatia nell'862 per opera dei Saraceni, gli abitanti si rifugiarono sul colle dove fondarono Mataluni. Il paese è caratteristico per la sua attività artigianale specializzata nella fabbricazione delle sedie. Tra i luoghi d'interesse vi è la necropoli di Calatia ed il castello, che domina la città e ne è il simbolo. Probabilmente risale alla seconda guerra punica ma viene citato in documenti ufficiali solo nel 1099. Distrutto e ricostruito nell'arco dei secoli, fu un importante possesso di diverse famiglie finché, abbandonato sino al 1821, fu acquistato dalla famiglia De Sivo che lo rese dimora per battute di caccia ed incontri.