Caso Astana, la Sky appoggia l'operato UCI. Froome: «Non aiutano il ciclismo». Brailsford: «Bene esser sotto esame»
Versione stampabileIn un'intervista al Daily Mail, Chris Froome ha rivelato, tra le altre cose, di aver parlato con il CIRC (Cycling Independent Reform Commission, una commissione indipendente incaricata di indagare sul passato del ciclismo. Sì, fa già ridere così) alla fine della scorsa stagione. «Abbiamo parlato per qualche ora del momento del ciclismo e di come si possono migliorare le cose, secondo me - ha rivelato Froome. A questo proposito, penso che lo sport stia sicuramente facendo molti passi avanti nel tentativo di migliorare la propria immagine e di mettersi il passato alle spalle. I controlli funzionano, lo dimostra il fatto che ci siano corridori che vengono scoperti e fermati. Non è bello pensare di correre contro chi infrange le regole, ma se vengono scoperti almeno sai che il sistema funziona». Sul caso Astana, non è andato per il sottile: «Non puoi andare alla partenza di una corsa chiedendoti se correrai contro qualcuno che ha il turbo. Non lo puoi fare perché facendo così probabilmente perderai la corsa già prima di partire. Io penso che giochiamo tutti nello stesso campo. Dobbiamo avere fiducia nell'UCI e nel lavoro che sta portando avanti. Certo, quanto è successo in casa Astana nella passata stagione non aiuta il movimento, non fa bene a nessuno».
Sempre oggi Dave Brailsford, General Manager del Team Sky, afferma a Cyclingweekly: «Solo l'UCI ha la visione d'insieme per decidere quale linea d'azione seguire nel caso Astana. Personalmente accolgo con favore il fatto che siamo tutti sotto esame e che l'UCI abbia reagito in maniera forte. Ci sono criteri che devono essere rispettati da tutti i team sulla strada del ritorno del ciclismo alla massima credibilità. Il passato è ben documentato. Condividiamo le scelte dell'UCI e la strada intrapresa, ma accade che mentre noi stiamo guardando al futuro, qualcuno continua a guardare al passato».