Ciclocross: Tom Meeusen parte di un'inchiesta antidoping, ma come testimone
Versione stampabileTom Meeusen non potrà prender parte alla Coppa del Mondo in programma domenica a Roma in quanto l'atleta della Telenet-Fidea è coinvolto in un'inchiesta antidoping. Tutto vero, ma il ruolo di Meeusen sarebbe quello del testimone e non dell'indagato, come poteva apparire in un primo tempo. L'indagine riguarda un medico di Leuven che Meeusen avrebbe frequentato una sola volta. Il ragazzo, ascoltato dagli investigatori, non ha potuto prendere il via nella Coppa del Mondo di Roma, secondo le regole della Federazione Ciclistica Belga.
«Appena superati i problemi che mi hanno colpito in questi mesi ecco che cosa mi succede - ha dichiarato Meeusen in un comunicato stampa della Telenet-Fidea. Trovo tutto ciò terribile perché sono totalmente consapevole di non aver fatto del male a nessuno. Veramente, io non sono un imbroglione. L'unica cosa, dopo il cross di Diegem , lo scorso 30 dicembre, la polizia ha perquisito il mio camper, non trovando nulla, naturalmente. Mi dispiace non partire nella Coppa del Mondo di Roma, mio padre era già là, ha fatto un lungo viaggio per niente».
«Sicuramente non è un sospetto in un'inchiesta di doping - sottolinea il team manager della Telenet-Fidea Hans van Kasteren - perché in quel caso sarebbe stato sospeso sia dalla la federazione che dalla squadra. Tom per tutta la settimana prossima sarà interrogato dal pubblico ministero. Quella di tenerlo fuori dalla nazionale belga che correrà a Roma è una decisione drastica, ma dobbiamo attenerci alle regole».