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Coppa del Mondo su Pista Hong Kong 2016: Cavendish torna a masticare gli anelli - Mark per ora quarto nell'Omnium. Le azzurre del quartetto qualificate per Rio | Cicloweb

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Coppa del Mondo su Pista Hong Kong 2016: Cavendish torna a masticare gli anelli - Mark per ora quarto nell'Omnium. Le azzurre del quartetto qualificate per Rio

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Mark Cavendish guida il quartetto : un ritorno in Coppa del Mondo per il britannico © The Guardian

L'Italia della pista forse può tornare finalmente a sorridere: nella seconda giornata di gare nel velodromo di Hong Kong, teatro della terza ed ultima prova stagionale della Coppa del Mondo, non arrivano podi o vittorie, ma per quanto riguarda le discipline olimpiche i segnali inviati dagli azzurri sono molto incoraggianti. Bene i due quartetti dell'Inseguimento (il pass per Rio è praticamente certo per le ragazze), bene anche Ceci nel Keirin.

 

Gli Insegiumenti a squadre brillano, le donne vanno a Rio
Il risultato più bello e sorprendente è senza dubbio quello dell'Inseguimento a Squadre a maschile che nella qualificazione ha stampato addirittura il terzo tempo assoluto, un 4'02"545 che portato i nostri Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Michele Scartezzini ad appena 1"6 dal miglior tempo dell'Australia. La semifinale contro la Danimarca ha visto il quartetto azzurro migliorarsi ancora fino a 4'01"280, un tempo che però è bastato solo per accedere alla finale 5°-6° posto poi persa contro la Russia. Al di là del piazzamento finale, piace vedere i progressi costanti di questi ragazzi che sono tutti molto giovani e su cui si potrebbero costruire le basi della nazionale per il prossimo ciclo olimpico: Scartezzini, il più vecchio, è un classe '92, poi ci sono Consonni e Lamon entrambi del '94 ed infine Ganna che compirà 20 anni solo nel prossimo mese di luglio.

La vittoria nell'Inseguimento a Squadre è andata l'Australia che senza i migliori si è spinta fino ad un grandissimo tempo di 3'56"517: loro sì che stanno già lavorando alla grande in ottica Tokyo 2020 visto che sono stati schierati Scotson (1994), Porter (1996), Welsford (1996) e Wight (1997), una nuova generazione di inseguitori già pronta. Ancora più giovane è il quartetto danese che ha chiuso al secondo posto: addirittura qui abbiamo un solo classe '96, un '97 e due '98, Frederik Madsen e Casper Pedersen; la differenza con i nostri è evidente, ma la Danimarca ha sempre avuto grandi risultati con i giovanissimi che poi però sono evoluti poco con il passare degli anni.

Il quartetto femminile invece si conferma stabile tra i migliori otto al mondo e prosegue senza intoppi il suo cammino verso Rio 2016: ormai è cosa fatta anche se la certezza matematica ancora non c'è, ma per non vedere le nostre ragazze in gara in Brasile ai prossimi Campionati del Mondo dovrebbero verificarsi una serie di coincidenze abbastanza improbabili (azzurre squalificate e Bielorussia o Polonia a podio). A Hong Kong il ct Dino Salvoldi ha schierato Balsamo, Bartelloni, Pattaro e Frapporti in batteria, con quest'ultima che ha lasciato il posto a Cecchini nei due turni finali: il miglior tempo è stato il 4'31"98 fatto registrare proprio nelle qualificazioni mentre oggi la sconfitta con la Germania e la vittoria sulla Polonia hanno portato le nostre a chiudere in settima posizione. La vittoria è andata al Canada che nel braccio di ferro finale ha piegato la Gran Bretagna (senza Laura Trott) per appena 3 decimi di secondo: una sfida bellissima con le nordamericane che hanno portato a casa anche il successo finale in Coppa del Mondo. Terzo posto per gli Stati Uniti in cui ha esordito la giovanissima Chloe Dygert, iridata juniores su strada e a cronometro a Richmond.

 

Velocità a squadre: riscatto GB tra gli uomini, dominio russo nel femminile
Le altre prove a squadre, quelle di Velocità, hanno premiato rispettivamente la Gran Bretagna tra gli uomini e la Russia tra le donne. Il terzetto britannico formato da Matthew Crampton, Philip Hindes e Jason Kenny è riuscito a trovare modo di riscattarsi dopo diverse prove non particolarmente esaltanti: in finale la sempre più solida Polonia è stata piegata per appena mezzo decimo (43"751 contro 43"802) ma non si può non evidenziare come molte nazionali, una su tutte la Germania, non abbiano portato a Hong Kong la formazione titolare. A tal proposito va registrato in ritorno in pista nella Velocità dell'olandese Theo Bos che dal 2009 si era dedicato al ciclismo su strada: gli Oranje hanno chiuso con un discreto sesto posto ma Bos dovrà dimostrare ancora tanto se vorrà guadagnarsi un posto a Rio de Janeiro.

La gara femminile è stata vinta nettamente delle russe Daria Shmeleva e Anastasia Voinova che sia in qualifica che in finale hanno rifilato sei decimi alla coppia britannica Varnish-Marchart. Il podio è stato completato dalla Spagna (Helena Casas-Tania Calvo) che ha approfittato delle assenze (Meares, Vogel, Welte) e di un errore nella partenza della qualificazione della Cina che si è ritrovata solo settima e tagliata fuori dal gioco delle medaglie.

 

Keirin, gran prova di Ceci. La velocità donne parla cinese
Il secondo bellissimo colpo azzurro invece lo realizza Francesco Ceci nel Keirin che è riuscito ad approdare in semifinale vincendo il ripescaggio chiudendo poi con un buon ottavo posto: il marchigiano è in piena lotta per uno degli ultimi posti a disposizione per Rio e questo risultato gli consente di fare un bel passo in avanti, sebbene tutto si giocherà al Campionato del Mondo di Londra. Dopo un quarto posto nel primo turno, come detto l'exploit di Ceci è arrivato nel ripescaggio dove si è lasciato alle spalle Vorzhev, Lendel, Vynokurov e Szalontay, gli avversari che gli aveva portato in dote un sorteggio per una volta benevolo: ottimo anche il secondo posto nella finalina, dietro a Kelemen ma davanti a gente come Awang, Engler e Dmitriev. La gara è stata vinta dall'olandese Matthijs Buchli davanti al canadese Hugo Barrette ed al coreano Chaebin Im.

Nella Velocità femminile finale tutta asiatica tra la padrona di casa Wai Sze Lee e la cinese Lin Junhong: la sfida termina 2-0 per quest'ultima che dopo il quarto tempo in batteria ha realizzato il percorso netto vincendo tutti gli scontri diretti. Ancora a podio la Anastasia Voinova che nello scontro per il bronzo ha rifilato un 2-0 all'australiana Stephanie Morton conquistando la sua seconda medaglia di giornata.

 

Consonni e Frapporti, Omnium indigesti
Chiudiamo il resoconto con le due gare dell'Omnium dopo le prime tre prove. Tra gli uomini fari puntati su Mark Cavendish alla ricerca di un posto per Rio: il britannico è partito bene piazzandosi secondo sia nello Scratch (dietro al kazako Zakharov), sia nell'Eliminazione (dietro all'infallibile Boudat), ma ha fallito nell'Inseguimento ed ora si trovo al quarto posto con 86 punti. Davanti a tutti c'è Zakharov a quota 112, poi Boudat a 108 e Gate a 92: Simone Consonni ha brillato con il terzo tempo nell'Inseguimento ma nelle due prove di gruppo ha chiuso nelle retrovie ed in classifica insegue con 56 punti.

Sfortunata invece Simona Frapporti nell'Omnium femminile: la bresciana è caduta nella prima prova, lo Scratch, e questo ha condizionato inevitabilmente le sue prestazioni che la vedono lontanissima dalle prime a metà gara. Sempre nello Scratch sono finite a terra tra le anche Kirsten Wild e Jolien D'Hoore perdendo punti preziosi: alla belga è stata riscontrata anche la frattura di due costole ma ha tenuto duro e si è ripresentata in pista per l'Inseguimento e l'Eliminazione con buoni risultati. Dopo le prime tre prove si prospetta quindi un duello tra le specialiste Laura Trott e Sarah Hammer che comandano la classifica divise di due punti, 110 per la britannica contro i 108 per l'americana.

Sebastiano Cipriani

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