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Giro Rosa 2015: Abbott, una scalata che vale il podio - Mara trionfa a San Domenico di Varzo. Anna Van der Breggen vince la classifica finale

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Da sinistra: Mara Abbott, Anna Van der Breggen e Megan Guarnier sul podio del 26° Giro Rosa © Wiggle Honda Pro Cycling

Due su tre. Come le vittorie ottenute da Mara Abbott a San Domenico di Varzo. Come le statunitensi sul podio finale di questo Giro Rosa che va in archivio. Davanti a tutte Anna Van der Breggen, che sfrutta l'immenso vantaggio ottenuto ieri nella cronometro del Vergante e porta la maglia rosa in Olanda per la quarta volta nelle ultime sei edizioni. In precedenza era stata la grande assente di quest'edizione, Marianne Vos, a portare in alto i Paesi Bassi, mentre nel 2010 e nel 2013 era stata proprio Mara Abbott la migliore. Alla luce della prestazione di oggi - ampiamente prevedibile - il Giro Rosa della ragazza di Boulder diventa seminato di qualche rimpianto. Ha perso tempo un po' qui, un po' là, sempre per colpa dei suoi problemi con la guida del mezzo. Una crono superba per i suoi standard non è bastata e così stamane s'è presentata al via di Verbania con 2'29" da recuperare ad Anna Van der Breggen. Tanti, troppi, anche se in salita Mara vola. E sebbene si sia lanciata sulle rampe di San Domenico di Varzo, a poco e servito, in ottica maglia rosa.

 

Van der Breggen, una maglia rosa meritata
Maglia rosa che, come detto, resta in casa Rabo Liv, ma ad Anna Van der Breggen. Chi è costei? Nata a Zwolle vent'anni fa, si mette in luce sin dalle categorie minori per cambiare passo nel 2012. In quella stagione corre per la belga Sengers ma ai Mondiali di Valkenburg si rivela più che una gregaria per Marianne Vos, che in casa si prende l'iride. Succede lo stesso l'anno dopo, a Firenze, ed in autunno Anna firma per la Rabo Liv. Corre per Marianne Vos e per sé, ed il Giro Rosa dello scorso anno, in cui dà una grande mano alla fuoriclasse ed al tempo stesso si piazza terza, né è la prova. A settembre, sulle strade di Ponferrada, patisce la frattura della cresta iliaca durante la cronosquadre iridata e dice addio ad un Mondiale che, con una Vos a mezzo servizio, l'avrebbe potuta vedere capitanare l'Olanda.

Il 2015 però, ancora con Marianne fuori causa (per infortunio prima, per scelte differenti poi), la vede protagonista. Nelle prime due gare che disputa, Omloop Het Nieuwsblad e Le Samyn, è rispettivamente prima e seconda. Va a podio sia al Trofeo Binda che al Fiandre ma l'appuntamento con la grande vittoria è solo rimandato. Il 22 aprile trionfa sul Muro di Huy e fa sua la Freccia Vallone. Lascia spazio alla giovane Kasia Niewiadoma all'Emakumeen Euskal Bira, vince il Campionato olandese a cronometro ed approda a Ljubljana coma leader della Rabo Liv, in coabitazione con Pauline Ferrand-Prévot. La francese è però reduce da un infortunio, mentre le gambe della Van der Breggen girano che è una meraviglia. Profilo basso per una settimana, poi mazzata nella crono e difesa strenua della maglia a San Domenico. Una stagione fin qui da incorniciare.

 

Partenza forte, cade e si ritira Roxane Knetemann
La cronaca della tappa: in programma 92.7 km con il via dato da Verbania e l'arrivo in salita a San Domenico di Varzo, ormai meta abituale d'arrivo della gara a tappe italiana. Lassù, dove s'imposero Mara Abbott nel 2013 ed Emma Pooley nel 2014, si deciderà tutto: Anna Van der Breggen saprà confermare la leadership conquistata ieri nella cronometro del Vergante oppure qualche avversaria la scalzerà? Alla partenza si propende per la prima opzione. Si parte alle 12:30 e nel trasferimento una caduta fa fuori Roxane Knetemann. L'olandese della Rabo Liv era decima e si deve ritirare con una frattura multipla al braccio. Peccato.

La prima ad attaccare è la Campionessa polacca Malgorzata Jasinska; alla ragazza della Alé-Cipolini-Galassia si unisce la nipponica della Wiggle-Honda Mayuko Hagiwara. È un attacco che non riceve il via libera del gruppo, al contrario di quanto accade a Chantal Blaak (Boels-Dolmans), alla Campionessa d'Italia Elena Cecchini (Lotto-Soudal) e Tayler Wiles (Velocio-SRAM). Guadagnano 14" e provano a condurre una gara di testa, ma la velocità è elevatissima. In molte si staccano dal gruppo maglia rosa.

 

Prima dell'ascesa finale vanno via in dodici
Il terzetto viene raggiunto dalla canadese Joëlle Numainville (Bigla), che non porterà a termine la tappa, quindi Elisa Longo Borghini (Wiggle-Honda), Lucinda Brand (Rabo Liv) Megan Guarnier e Demi De Jong (Boels-Dolmans). Troppe ragazze pericolose per la classifica generale, Guarnier e Longo Borghini su tutte, così il gruppo dopo 28 km ritorna compatto. Ripartono Uenia Fernandes e Marta Tagliaferro (Alé-Cipollini-Galassia), con la ligure della BePink-LaClassica Ilaria Sanguineti, ma il gruppo non concede loro nesssun foglio di via.

Al traguardo volante di Ornavasso la 19enne Floortje Mackaij regola Giorgia Bronzini e Shara Gillow, quindi se ne va la fuga, dopo chilometri di scatti e controscatti. Sono in dodici le battistrada: Malgorzata Jasinska, Uenia Fernandes e Marta Tagliaferro (Alé-Cipollini-Galassia), Chloe McConville e Valentina Scandolara (Orica-AIS), Soraya Paladin e Chiara Pierobon (Top Girls-Fassa Bortolo), Annemiek Van Vleuten (Bigla), Shara Gillow (Rabo Liv), Mayuko Hagiwara (Wiggle-Honda), Anisha Vekemans (Lotto-Soudal), Silvia Valsecchi (BePink-LaClassica) e Lara Vieceli (Michela Fanini-Rox). Guadagnano poco più di un minuto ma appena inizia la salita finale verso San Domenico di Varzo sia davanti che dietro i gruppi esplodono e perdono pezzi.

 

Mara Abbott fa il vuoto e vince ancora a San Domenico
Sugli 11 chilometri con una pendenza media del 7.8% che portano a San Domenico di Varzo Mara Abbott attacca e fa il vuoto: prevedibile. La statunitense chiude sul traguardo con 59" su una comunque fortissima Anna Van der Breggen, che conserva comodamente la maglia rosa. Al terzo posto Flavia Oliveira, la meno pronosticabile di tutte per il podio odierno; la brasiliana della Alé-Cipollini-Galassia paga alla Abbott 1'13". A 1'46" Megan Guarnier ed Ashleigh Moolman, con Francesca Cauz sesta a 1'55" e migliore delle italiane. A 2'14" la coppia Rabo Liv composta da Kasia Niewiadoma e dall'iridata Pauline Ferrand-Prévot, in crescita durante il Giro ma mai a livello delle migliori. Eppure una tappa, quella dell'Aprica, se l'è guadagnata. Nona a 3'12" l'ucraina dell'INPA-Bianchi-Giusfredi Tetyana Riabchenko, con Claudia Häusler-Lichtenberg decima a 4'35".

 

Van der Breggen resta in rosa, Abbott e Guarnier a podio
La classifica finale del 26° Giro Rosa vede primeggiare con grande merito Anna Van der Breggen, che lascia Mara Abbott a 1'30" ed una sorprendente Megan Guarnier a 1'43". Perde il podio Ashleigh Moolman, quarta a 2'12", mentre a 3'11" c'è la polacca Kasia Niewiadoma. Sesto posto per l'iridata Pauline Ferrand-Prévot, staccata di 6'57", settima Flavia Oliveira a 7'35", ottava Elisa Longo Borghini a 8'17", nona Evelyn Stevens a 9'08" e decima Shara Gillow a 10'07". Oltre a centrare una bella top ten finale, Flavia Oliveira porta a casa la maglia verde di miglior scalatrice, mentre Megan Guarnier si prende la ciclamino della classifica a punti. Maglia bianca di miglior giovane che finisce a Kasia Niewiadoma e maglia azzurra di miglior italiana che resta saldamente sulle spalle di Elisa Longo Borghini.

 

Casa Italia: Longo Borghini sofferente, ma è la migliore
Cosa ci ha detto questo Giro Rosa, per quanto riguarda i colori italiani? Elisa Longo Borghini era la ragazza su cui puntare per la classifica. La vincitrice dell'ultimo Fiandre è riuscita quasi sempre a restare con le migliori, nonostante una condizione fisica che è peggiorata tappa dopo tappa. Oggi ha accusato più di 6' e nella crono di ieri quasi 3': sulla salita di San Domenico il dolore alla gamba l'ha praticamente stoppata, impedendole di spingere. Resta la migliore delle nostre, sebbene anche Francesca Cauz, pur con prestazioni altalenanti, ma sulle salite vere, quando è in forma, è tra le più forti delle nostre.

Benissimo Alice Maria Arzuffi, in una corsa fatta di qualche fuga e tanta regolarità. Alla fine la crossista (meglio: anche crossista) dell'INPA-Bianchi-Giusfredi porta a casa un bel 20° posto. Nella stessa squadra bei lampi da Anna Stricker, mentre Rossella Ratto, protagonista di una stagione sciagurata, è stata costretta al ritiro ieri dopo giornata di nausea, giramenti di testa, febbriciattola.

Da rimarcare anche coma non si sia tirata indietro la due volte Campionessa italiana, Elena Cecchini, venuta al Giro per le tappe e vicina a conquistarle tra Mantova (dove ha brillato pure l'eterna fuggitiva Valentina Scandolara, altra atleta che meriterebbe risultati migliori) e Pozzo d'Adda. Chi, delle nostre, ha colto la vittoria, è invece Barbara Guarischi, subito a segno a Ljubljana, con Annalisa Cucinotta che s'è risvegliata a Pozzo d'Adda (non metteva le ruote davanti a tutte da febbraio), davanti ad una Marta Bastianelli seconda.

 

Il Giro di Van der Breggen, Abbott, Hagiwara, Guarnier...
È stato il Giro Rosa dell'ennesima olandese, Anna Van der Breggen, alla fine meritatamente in maglia rosa. Il Giro della prima giapponese a vincere una tappa - Mayuko Hagiwara a Morbegno. Il Giro di Megan Guarnier, a cui nove su dieci avrebbero preferito Evelyn Stevens, nelle gerarchie della Boels-Dolmans. Un Giro non duro ma nemmeno semplice, con tante tappe trabocchetto e due giornate - ieri ed oggi - decisive. Il Giro dove la Rabo Liv non ha dominato in lungo e in largo, pur vincendo quattro tappe (con Van der Breggen, Ferrand-Prévot e doppia Brand), la generale finale e piazzandone quattro nella top ten finale. Un Giro senza Marianne Vos ed Emma Johansson, assenze che, piaccia o non piaccia, si sono fatte sentire eccome.

Francesco Sulas

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