Giro d'Italia 2015: Finisce il Giro dei clasicómani - Bravo Ulissi, Geniez acrobata; Cunego e la classifica
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- Damiano Cunego
- Damiano Cunego
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- Michael Matthews
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- Philippe Gilbert
- Philippe Gilbert
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La tappa di Vicenza, in faccia al Santuario del Monte Berico, l'ha vinta Philippe Gilbert, che l'aveva provata nelle scorse settimane e se l'è ritrovata nella memoria, cosa utilissima avendo l'obiettivo di domare un finale pieno di insidie; non a caso partiva come il favorito principale, non ha caso ha ottenuto un bellissimo successo sotto la pioggia.
Al secondo posto si è piazzato Alberto Contador, e neanche questo sorprende: per la conformazione degli ultimi 30 km dell'undicesima tappa del Giro d'Italia 2015, era prevedibile che anche gli uomini di classifica potessero emergere, e il madrileno - tra tutti - è il migliore, almeno al momento (non la stessa cosa possiamo dire di un Fabio Aru abbastanza in affanno).
I clasicómani passano la mano
Ma quella di Vicenza era anche l'ultima frazione adatta ai finisseur (Gilbert rientra a pieno titolo nella categoria) e a corridori più votati alle classiche; da qui in avanti avremo un paio di frazioni da sprinter (domani a Jesolo e domenica 31 a Milano), una crono (sabato a Valdobbiadene), una tappa da fughe (quella di Lugano) e poi solo Alpi (Madonna di Campiglio, Aprica, Verbania, Cervinia, Sestrière).
Corridori come Gilbert hanno avuto a disposizione più di metà Giro per trovare una giornata vincente, e se oggi il vallone della BMC ha preso l'ultimo treno disponibile, in precedenza avevamo visto alzare le braccia al cielo Diego Ulissi a Fiuggi (oggi il toscano ha chiuso al terzo posto) e Michael Matthews a Sestri Levante; mettiamo nel novero anche Davide Formolo (promettentissimo corridore da classiche - e non solo), primo a La Spezia dopo una bella fuga (a San Giorgio del Sannio, altra tappa adatta agli uomini da gare di un giorno, si è imposto Paolo Tiralongo, ancora una fuga a segno).
Cunego e un vecchio pallino: la classifica
Chi avremmo avuto piacere di veder lottare per un successo parziale in una di queste tappe miste è Damiano Cunego, che oggi non ha vissuto la sua miglior giornata (pur essendo arrivato a ridosso dei primi); ma il veronese, fedele a un'impostazione che resiste negli anni, anche stavolta sta provando a tenere in qualche modo per portare a casa un piazzamento nella generale.
In un Giro in cui non abbondano gli uomini da classifica, il capitano della Nippo-Fantini potrebbe anche riuscire a conquistare una top ten, e in fondo il risultato non sarebbe disprezzabile, soprattutto pensando che Damiano era considerato in fase più che calante nei suoi ultimi tempi alla Lampre.
Non è peraltro detto che Cunego non riesca a entrare in una fuga di montagna, le sue qualità di fondo (il tormentone della terza settimana di qualche anno fa se lo ricordano tutti) dovrebbero emergere proprio nelle frazioni più dure della corsa rosa: una vittoria di tappa (che gli manca dal 2004) più una classifica decente rappresenterebbero un bottino più che lusinghiero per lui.
La caduta di Gerrans e Formolo, le acrobazie di Geniez
Sulla discesa di Crosara uno dei corridori più attesi oggi, Simon Gerrans, è caduto per l'ennesima volta in questo 2015. L'australiano ha vestito per un giorno la maglia rosa, ma se il bilancio del suo Giro si fermerà qui (domani non parte), non potrà essere del tutto soddisfatto.
Insieme a Gerrans è caduto Davide Formolo, che poi (a differenza di Simon) è riuscito a rientrare sui migliori, proprio nel finale. E proprio le difficoltà del veneto della Cannondale in discesa fanno riflettere sulla scelta dei materiali da parte di molte squadre.
Sintomatiche le mille acrobazie che il francese Alexandre Geniez, proprio sulla picchiata di Crosara, ha dovuto fare per restare in piedi: in almeno 4 occasioni il corridore della FDJ ha rischiato grosso. Si è giocato tutti i jolly di cui disponeva, diciamo.
Però in vista di tappe più difficili di quella odierna (pensando ad esempio alla complicatissima discesa che caratterizzerà il finale verso Verbania), sarà bene che i meccanici dei vari team riflettano sull'assetto da dare ai mezzi dei loro assistiti.
In caso di maltempo, bisogna essere pronti a rinunciare a una percentuale di prestazionalità di ruote e freni (e, laddove possibile, telai), per offrire un margine di sicurezza in più ai corridori. Fare i salti mortali per restare in piedi non aiuta, e oltre a far perdere terreno e secondi preziosi, costa anche tanto a livello di stress psicologico, fattore di primaria importanza in un GT.
Ulissi e un'occasione sfumata per poco
Diego Ulissi, dal canto suo, le difficoltà in discesa ce le ha indipendentemente dal fatto che monti carbonio o alluminio o acciaio. Oggi ha prima forato (ai piedi della salita di Castelnuovo), poi ha perso contatto giù dalla Crosara e ha dovuto fare gli straordinari per rientrare in tempo, prima che il gruppo (o meglio, la sua avanguardia), approcciasse la scalata di Monte Berico.
Senza quel surplus di sforzo per riportarsi sui migliori, probabilmente il cecinese oggi avrebbe dato veramente filo da torcere a Gilbert. In ogni caso, la sua determinazione a voler chiudere il gap rispetto ai primi la dice lunga sulla grande voglia che anima Ulissi in questo periodo. Quest'anno la stagione delle classiche è andata male per lui, ma se pensiamo alle sue caratteristiche, ottimamente esibite oggi, possiamo pensare con maggiore serenità alle prossime Monumento. Nell'attuale scenario italiano, è tanta roba.