World Tour: L'Astana vede di nuovo nero - L'UCI: «Via la licenza!». C'è l'inchiesta di Padova ed un futuro nebuloso
Astana, ancora tu. Ma non dovevamo rivederci più (se non in strada, alle gare)? Pare di no. Ci eravamo lasciati, appunto, ad inizio dicembre, con la tumultuosa e tormentata vicenda del team kazako e dell'enorme spada di Damocle: licenza World Tour sì, licenza World Tour no? Arrivò, quella benedetta licenza, l'11 dicembre, appena in tempo per le prime gare, dopo analisi, controanalisi, altri studi, diverse esternazioni. L'UCI, in parole povere, dava il via libera a Nibali, Aru e compagnia per correre nella massima serie del ciclismo, ponendo un 'ma'. Quello stesso 'ma' che tutti si sono (ci siamo?) scordati, una volta udite le quattro paroline: Astana-nel-World-Tour. Un 'ma' che si rivela oggi grande come un grattacielo di Astana.
Dicembre 2014: licenza sì, ma con delle condizioni
Rivediamo dunque le condizioni poste dall'UCI in dicembre per far correre l'Astana nel World Tour:
1) il team sarebbe stato esaminato dall'ISSUL (Institut des Sciences du Sport de l'Université de Lausanne), ente indipendente che avrebbe cercato di capire se ed in quale misura l'Astana avesse colpe per le positività di Maxim e Valentin Iglinsky (oltre ai positivi del vivaio, Artur Fedosseyev, Victor Okishev e Ilya Davidenok, che con la prima squadra c'entrano poco, ufficialmente);
2) nel caso l'Astana non avesse rispettato alcune regole, o se ci fossero stati ulteriori casi di doping, l'UCI avrebbe potuto chiedere alla Commissione Licenze di rivedere la posizione della squadra.
Quello dicembrino era un via libera, certo, con un lungo guinzaglio. E quel guinzaglio stamane s'è riavvolto, proprio come il tempo: siamo tornati al 10 dicembre 2014.
Rapporto ISSUL ed indagine di Padova contro l'Astana
L'Équipe ha rivelato in esclusiva un fatto. Meglio, una bomba: l'UCI chiede infatti alla Commissione Licenze di rivedere la posizione dell'Astana. Non certo una carezza, ma un pugno nello stomaco del Kazakistan. Cos'è successo? Vediamo. Mentre la squadra turchese correva e vinceva in giro per il Mondo, l'ISSUL produceva un rapporto riguardante la cultura antidoping, le politiche, le strutture ed il sistema manageriale della squadra. Risultato: vi è una forte discrepanza tra le politiche e le strutture che il team ha presentato alla Commissione Licenze a dicembre e la realtà dei fatti. Già questo basterebbe per ridiscutere la posizione dell'Astana in sede Commissione Licenze. Discrepanze tra realtà e quanto presentato dal team? Già. Un ruolo rilevante, se non decisivo, deve averlo giocato il faldone proveniente dall'Italia, precisamente da Padova. L'UCI stessa ha precisato infatti che, tando ad alcuni documenti riguardanti l'inchiesta di Padova, ci sarebbero persone dell'Astana implicate. Un niente affatto piccolo terremoto, a fine febbraio.
Quali scenari per il futuro immediato?
Adesso che cosa può succedere? La stagione è iniziata, l'Astana ha già ottenuto due vittorie (con Rein Taaramäe a Murcia ed Andrea Guardini in Oman), il calendario della formazione kazaka è più che stabilito. Di più: le wild card sono state assegnate, i posti in squadra per corridore quelli sono, in Astana ed altrove. Se la Commissione Licenze decidesse di escludere l'Astana dal World Tour, potrebbe relegarla a Professional, ed allora non cambierebbe così radicalmente tutto. Se però la squadra di Vinokourov non avesse nemmeno il permesso di registrarsi come Professional, la faccenda prenderebbe una piega ancor più brutta. Certo è che l'Astana non si farà cacciare dalla serie A del ciclismo con il sorriso sulle labbra: farà (farebbe) appello al TAS di Losanna, ed i mesi trascorrerebbero lenti, molto lenti, prima di una decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport. L'UCI lo sa, nel 2013 la Katusha venne esclusa dal World Tour e poi, dopo il ricorso dei russi al TAS, fu riammessa: probabile che ora, con l'Astana, il massimo organo del ciclismo voglia avere prove più che certe per escludere o, viceversa, dare un'altra, ulteriore possibilità alla formazione kazaka. Comunque, se l'Astana fosse esclusa dal World Tour, diventando Professional, forse (nulla ormai è scontato, nel ciclismo come altrove) gli inviti a buona parte delle corse che contano non sarebbero un gran problema.
Tutti i posti liberi nelle squadre World Tour
C'è poi la questione, non da poco, che riguarda corridori e staff della squadra: nel caso venisse retrocessa al rango di Professional, difficile vedere Nibali, Aru e compagni cambiare casacca. Almeno per questa stagione (nonostante contratti che non terminano certo a fine 2015). Con scenari differenti, però, le persone in cerca di un posto in cui correre (o dirigere, preparare, massaggiare... Va sempre ricordato) non sarebbero poche. Nel World Tour, a questo punto della stagione, le caselle libere non sono più così tante: appena 34, sommando ogni formazione, e l'Astana ha 30 corridori in rosa. Con un posto libero troviamo AG2R La Mondiale, BMC, FDJ, IAM Cycling, Katusha e Team Sky. Due caselle da occupare (ma le vorranno occupare?) per Lotto-Soudal, Movistar e Trek, mentre con tre posti troviamo Etixx-QuickStep, Cannondale-Garmin e Giant-Alpecin. Potrebbero, sempre in linea teorica, accogliere quattro atleti, la Lampre-Merida e la Orica, mentre l'unica con cinque caselle libere è l'ex Belkin, ex Blanco, ex Rabobank, ovvero la LottoNL-Jumbo. È certo che gente come Nibali o Aru non corre per un tozzo di pane (e ci mancherebbe), né probabilmente lo farebbe nei prossimi mesi: chi si accollerà quindi l'ingaggio di quelle due punte di diamante, oltre agli altri? Forse nessuno, forse chi saprà approfittare di questi saldi piovuti all'improvviso.
Commissione Licenze, TAS: quanto durerà ancora?
Di sicuro da qui ad una decisione della Commissione Licenze passerà qualche giorno, forse settimane, e da quella decisione alla risoluzione del TAS (nel caso l'Astana venisse estromessa dal World Tour), altre lunghe settimane, magari un paio di mesi. Potremmo arrivare al Giro - primo appuntamento clou per l'Astana, con Fabio Aru - in una situazione a dir poco critica. Sarebbe il colmo. Dalla decisione eventuale di Commissione Licenze e TAS in breve ci ritroveremo nuovamente ad ottobre, quando si decide se rinnovare o meno una licenza World Tour ad una squadra. Ed a questo punto, comunque vada a finire questa storia ingarbugliata a dir poco, la domanda sorge spontane già oggi: Nibali, Aru, Guardini e tutti gli altri lavoratori (attenzione! Non solo pedalatori) targati Astana, sarebbero disposti a trascorrere l'inverno sotto altre, infinite forche caudine oppure preferirebbero accasarsi altrove, allenandosi tranquillamente, senza troppo badare a licenze date, tolte, restituite, rimesse in discussione? Quanti interrogativi (per ora) irrisolti in questo caos immenso.