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Coppa del Mondo su Pista 2014: Giorgia, è mancato appena un giro - Bronzini ci prova, poi è ottava nella Corsa a punti

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Giorgia Bronzini torna da Londra con due ottavi posti © www.wigglehonda.comDopo un primo giorno di prestazioni non esaltanti, ieri abbiamo un po' potuto tifare per l'Italia impegnata nella seconda tappa di Coppa del Mondo in corso di svolgimento a Londra, nel pluridecorato anello olimpico. Niente per cui realmente stracciarsi le vesti, ma alcuni momenti in cui i nostri atleti in gara hanno dimostrato una certa competitività.

Partiamo dalla punta di diamante della spedizione, ovvero da Giorgia Bronzini, sempre lei. La carismatica piacentina si è data parecchio da fare nella Corsa a punti, gara che non vale per la Coppa del Mondo, ma che - come abbiamo già visto nella prima giornata - rappresenta un interessante contorno al programma ufficiale UCI. La Bronza un tempo era il faro della specialità (due titoli mondiali non si conquistano per caso), oggi non trova più il modo di piegare una concorrenza di alto livello, ma se dicessimo che ieri è andata ad appena poche decine di metri da una medaglia (forse bronzo, forse anche di più), non mentiremmo, anche se il dato della classifica finale ci dice che l'azzurra ha chiuso solo ottava.

Disputata sulla durata di 80 giri, la prova è iniziata con alcune schermaglie nelle quali Giorgia è stata brava a inserirsi per fare la sua volata al secondo e al terzo sprint (ce n'è uno ogni 10 giri), e guadagnare così 6 punti che l'hanno proiettata temporaneamente in testa. Purtroppo per lei, è rimasta poi fuori dal gioco della rincorsa a conquistare il giro di vantaggio, una rincorsa che ha visto impegnate con successo dapprima l'americana Lauren Stephens e la colombiana Maria Luisa Calle, quindi anche l'hongkonghese Yao Pang, la neozelandese Rushlee Buchanan e soprattutto le favorite Amy Cure (australiana), Elinor Barker (britannica) e Jasmin Glaesser (canadese).

A metà gara tutte queste atlete avevano guadagnato il giro, e con esso 20 punti di bonus che le proiettavano in alto in classifica. Giorgia ha preferito temporeggiare, non credendo nei successivi tentativi della tedesca Stephanie Pohl e (ancora) della Glaesser, che tentava di conquistare un secondo giro e ammazzare così la corsa.

Quando però, a 18 giri dalla conclusione, la belga Lotte Kopecky si è involata, in compagnia della solita Glaesser, la piacentina ha capito che era il momento di giocare il tutto per tutto, e insieme alla ceca Jarmila Machacova si è portata sulle due attaccanti, proponendo subito un contropiede che ha fatto fuori la Glaesser. Rimaste in tre, la collaborazione tra le battistrada è stata buona, ma forse si è commesso l'errore (soprattutto da parte di Bronzini e Machacova) di disputarsi col coltello tra i denti il settimo e penultimo sprint (vinto peraltro proprio dall'azzurra), a 10 giri dalla conclusione: le energie profuse in quella volata sono mancate subito dopo per rilanciare l'azione, quando la coda del gruppo (e quindi il giro guadagnato, coi 20 punti che avrebbero proiettato Giorgia sul podio) non era lontana.

Fatale è stato allora il ritorno del gruppo, nel quale la Gran Bretagna (con Katie Archibald oltre alla Barker) lavorava per ricucire: a 2 soli giri dalla conclusione Giorgia e le altre sono state raggiunte, mentre già lo sprint finale era in fase di lancio. In quel momento la classifica vedeva la Cure al comando con 31 punti, seguita da Glaeeser a 28 e Barker a 27; tutte le altre erano matematicamente fuori dal discorso per la vittoria (i punti assegnati ad ogni sprint sono 5-3-2-1, in ordine di passaggio alle prime quattro).

La Glaesser ha messo in campo un notevole atto di forza, uscendo al penultimo giro e volando verso la vittoria dell'ultimo sprint: le bastava che la Cure si piazzasse terza, e avrebbe vinto; ma l'australiana ha risposto da campionessa, ed è riuscita a inserirsi in seconda posizione, conquistando i 3 punti che l'hanno portata a quota 34 e alla vittoria, con la canadese che si è fermata a 33 e la Barker che si è accontentata del terzo posto a 27; Bronzini, come detto, ha chiuso ottava, con 11 punti.

Un'altra azzurra ci ha fatto vivere momenti intensi, e si tratta di Annalisa Cucinotta, impegnata nell'Omnium. Quarta nella prova iniziale (lo Scratch), l'italiana si è ben comportata anche in quella di chiusura della prima giornata, l'Eliminazione (in cui ha concluso al sesto posto). Purtroppo però paga la zavorra dell'Inseguimento, prova nella quale ha raccolto appena il 20esimo posto (su 23 iscritte), e che la tiene, per il momento, fuori dalla zona medaglie: nella classifica generale infatti è settima con 66 punti, ma le prime sono lontane.

Irraggiungibili, diciamo, se consideriamo le due atlete piazzate ai primi due posti, ovvero Laura Trott, britannica che si è imposta nello Scratch e nell'Inseguimento e che ha chiuso al secondo posto l'Eliminazione; e Kirsten Wild, olandese, seconda nello Scratch e nell'Inseguimento e prima nell'Eliminazione. Sì, proprio così, entrambe hanno letteralmente monopolizzato le prime tre prove, e ora comandano con 118 punti (la Trott) e 116 (la Wild); terza è l'australiana Isabella King (98), e davanti alla Cucinotta ci sono anche la belga Jolien D'Hoore (92), la danese Amalie Dideriksen (90) e la polacca Malgorzata Wojtyra (68).

Oggi con la prova a cronometro (i 500 metri), il Giro Lanciato e la decisiva Corsa a punti, qualcosa potrà cambiare, anche se resta probabile che le due dominatrici di ieri non saranno facili da scalzare dalle prime due posizioni.

Decisamente più combattuto l'Omnium maschile, nel quale l'Italia è rappresentata da Simone Consonni, abbastanza periferico rispetto al cuore della lotta (è 16esimo su 23 classificati, a quasi 60 punti dalla zona podio). Qui troviamo al comando il colombiano Fernando Gaviria con 110 punti (ha vinto l'Inseguimento e si è ben piazzato nelle altre due prove), seguito dal Campione del Mondo di specialità, il francese Thomas Boudat (96 punti), dallo statunitense Bobby Lea (92, primo nello Scratch, secondo nell'Inseguimento ma solo 14esimo nell'Eliminazione), quindi dal neozelandese Aaron Gate (88) e dall'olandese Tim Veldt (86).

Quest'ultimo ha vinto un'Eliminazione tutta da raccontare: col britannico Jonathan Dibben fatto subito fuori da un problema meccanico (era ben messo in classifica), la lotta si è accesa dopo metà gara, e la tensione si è misurata anche in due cadute che hanno coinvolto prima il brasiliano Gideoni Monteiro e il cinese Hao Liu, poi Gate e proprio Veldt; ebbene, entrambe le cadute sono state innescate da "toccate" in corsa con Boudat; Veldt, che prima di cadere si era già trovato a fare a spallate col francese, dev'essersela particolarmente legata al dito, la storia del ruzzolone (anche se va detto che l'iridato è parso incolpevole su entrambi i capitomboli); e allora ha tirato fuori tutta la grinta, è riuscito a resistere fino alla fine malgrado le ammaccature e, quando si è ritrovato a giocarsi la vittoria parziale proprio con Boudat, non ci ha visto più: partito in testa con un giro d'anticipo, l'olandese ha rabbiosamente resistito al tentativo di rimonta dell'avversario e si è imposto con pieno merito.

Se dovessimo però individuare il momento di massima esaltazione del velodromo londinese, non esiteremmo a indicare la Madison, anch'essa fuori dal programma di Coppa. La coppia britannica formata da Mark Christian e Owain Doull ha letteralmente infiammato il pubblico, vincendo davanti a Nuova Zelanda, Germania e Australia. La prova è iniziata con un giro immediatamente guadagnato da Francia 2 (alcune nazioni schieravano due coppie: i transalpini, i britannici padroni di casa e pure l'Italia, con Liam Bertazzo-Alex Buttazzoni in formazione 1 e Omar Bertazzo-Francesco Lamon in formazione 2), mentre Italia 1 si è segnalata per una buona presenza nelle prime posizioni (anche se a Bertazzo e Buttazzoni è mancata la capacità di incidere).

Dopo metà corsa, a 56 giri dalla fine (sui 120 totali) i britannici hanno piazzato il loro affondo, e soprattutto grazie alle doti da inseguitore di Doull sono riusciti a guadagnare il giro, mentre Francia 2 - proprio in quegli istanti - perdeva quello che aveva conquistato all'inizio. Per Gran Bretagna 1 è iniziata così una lunga fase di difesa del giro guadagnato: i padroni di casa hanno avuto buon gioco a respingere tutti i vari tentativi di attacco portati dalle coppie avversarie, e si sono esaltati soprattutto nel rintuzzare l'ultimo di questi tentativi, orchestrato da Australia e Nuova Zelanda (un'azione in cui per diverse tornate era riuscita a inserirsi pure Italia 1, prima di rimbalzare sull'ennesimo forcing australiano).

Quando sembrava che le due coppie oceaniche stessero effettivamente per prendere il giro (e avrebbero scavalcato i britannici, avendo più punti di loro), l'estrema reazione di Christian e Doull ha rimesso le cose a posto, ricacciando indietro gli attaccanti e fissando il risultato: 4 i punti dei vincitori, con un giro di vantaggio su Nuova Zelanda (10 punti), Germania (9), Australia e Francia 1 (8); Liam Bertazzo-Buttazzoni si sono piazzati onorevolmente al nono posto con 3 punti e un giro di ritardo dai vincitori; non hanno invece concluso la prova gli azzurri della seconda coppia.

Un altro uomo veloce della selezione di Marco Villa si è ben comportato, e si tratta di Francesco Ceci nel Keirin. L'azzurro è arrivato secondo nella sua batteria (alle spalle del russo Nikita Shurshin), ma ha poi saputo vincere il turno di ripescaggio, e ha avuto così accesso alle semifinali. A quel punto, sperare di conquistare la qualificazione per la finale era cosa proibitiva: dovendosela vedere con specialisti del calibro di Fabio Puerta, Stefan Bötticher, e l'olimpionico Jason Kenny, per Ceci gli spiragli erano davvero minimi; più abbordabili i giovani Krzysztof Maksel (polacco) e Matthew Baranoski (statunitense), comunque per entrare nei 3 ci voleva un mezzo miracolo.

Il colombiano Puerta, come d'abitudine, ha impostato una volata lunga, e fino a metà del penultimo giro Ceci era più o meno nella sua scia; ma poi ha perso contatto, lasciando che Puerta andasse a scontrarsi col tedesco Bötticher (che l'ha battuto in rimonta), mentre Kenny aveva il suo bel daffare per piegare il coriaceo Maksel. Quinto in semifinale davanti a Baranoski, Ceci ha poi conquistato un discreto decimo posto complessivo nella finalina per le posizioni dalla settima alla 12esima.

La finale vera e propria è sembrata una riedizione della semifinale di Ceci: Puerta è partito di nuovo lungo, e Bötticher l'ha bruciato con un ultimo giro grandioso; terzo si è piazzato un imperioso Christos Volikakis (greco), davanti al malese Azizulhasni Awang, al giapponese Kazunari Watanabe e al britannico Kenny, malinconicamente e nettamente sesto e ultimo.

Sempre in tema di sprint, si è poi disputato l'intero torneo della Velocità femminile. E qui Kristina Vogel si è presa una bella rivincita dopo lo smacco della Velocità a squadre, conclusa venerdì con una sconfitta in finale contro la Cina. La tedesca ha fatto segnare un tempo di qualificazione non eccelso (l'ottavo su 40; l'italiana Maila Andreotti ha chiuso 39esima), ma ha poi passeggiato su Jinjie Gong, Wai Sze Lee, Anna Meares ed Elis Ligtlee, nei successivi turni a eliminazione diretta. Nell'altra parte del tabellone, la russa Anastasia Voinova batteva Victoria Tyumneva, Stephanie Morton, Shuang Guo e Tianshi Zhong, approdando alla finale contro l'iridata di specialità.

La finale per il terzo posto è stata conquistata dall'olandese Ligtlee (che cresce bene e che aveva pure fatto segnare il miglior tempo in qualifica) sulla cinese Zhong: 2-0 netto per l'altissima Elis. Un identico risultato ha premiato la Vogel sulla Voinova, ma qui Kristina ha dovuto impegnarsi a fondo per avere la meglio sull'avversaria: non tanto nella prima volata, vinta con margine abbastanza ampio (pur rischiando di andare fuori pista, all'interno); quanto nella seconda, per conquistare la quale ha dovuto prodursi in una prodigiosa rimonta conclusa da un favoloso colpo di reni, dopo che la Voinova aveva impostato benissimo una volata di testa.

La Voinova, vincitrice un mese fa a Guadalajara (dove la Vogel era assente), si consola comunque con la maglia di leader di Coppa: 285 punti per lei contro i 240 di Guo e i 233 di Ligtlee. Volendo fare una panoramica delle varie classifiche di CDM, relativamente alle gare già disputate tra venerdì e ieri, troviamo Puerta al comando nel Keirin con 255 punti contro i 211 di Kenny e i 179 di Shurshin; nell'Inseguimento a squadre, Gran Bretagna al comando sia tra gli uomini (570 punti contro i 480 di Australia e Nuova Zelanda) che tra le donne (600 punti contro i 510 del Canada e i 480 dell'Australia; qui l'Italia è settima a 328); nella Velocità a squadre è la Germania a guidare: con 427.5 punti tra gli uomini (Gran Bretagna e Nuova Zelanda inseguono a 360), e con 270 tra le donne (a 240 c'è la Russia, a 203 l'Olanda).

Oggi terza e ultima giornata di gare a Londra: gli Omnium andranno a compimento, e si svolgeranno il torneo della Velocità maschile e quello del Keirin femminile. Gli italiani in gara saranno tre: Consonni e Cucinotta negli Omnium, e Andreotti nel Keirin.

Ucichannel, il canale Youtube dell'UCI, buon ultimo, si ricorderà di trasmettere in diretta la sessione serale, dalle 17 alle 20 (ora italiana), trasmissione che conterrà anche ampi highlights delle gare dei primi due giorni (e - per esperienza della tappa di Guadalajara - temiamo che tali highlights vadano a coprire parte della diretta delle gare...); non è tantissimo (l'UCI francamente potrebbe sforzarsi un po' di più per propagandare lo spettacolo della pista), ma è almeno qualcosa. Per chi sa o può aggirare i geoblocchi internazionali, il consiglio (un po' piratesco) è comunque di accedere ai preziosissimi e completi streaming della BBC, sul sito della tv di stato britannica, sin dalla sessione del mattino.

Marco Grassi

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