Mondiale in linea WJ 2014: Oops! I Dideriksen again... Sofia ci va a tanto così - Argento Bertizzolo, conferma danese
- Campionato del Mondo su Strada WJ 2014
- Agnieszka Skalniak
- Amalie Dideriksen
- Faina Potapova
- Greta Richioud
- Jeanne Korevaar
- Jelena Eric
- Katia Ragusa
- Lisa Klein
- Mathilde Cartal
- Nicole Nesti
- Nikola Noskova
- Paula Patino
- Saartje Vandenbroucke
- Sara Wackermann
- Sofia Beggin
- Sofia Bertizzolo
- Ciclismo femminile
- Juniores
Amalie Dideriksen sembra già di un altro pianeta. Anzi, è di un altro pianeta. Aveva vestito la maglia iridata fino a ieri, dopo la vittoria di Firenze, ed a Ponferrada si ripete. Tra le Juniores solamente Nicole Cooke (2000 e 2001) e Lucy Garner (2011 e 2012). Perfino la più forte del plotone rosa, Marianne Vos, ha ciccato questa doppietta, imponendosi sì a Verona, nel 2004, ma cogliendo solo l'argento (già allora era predisposta per gli argenti iridati...) l'anno dopo a Salisburgo.
Amalie Dideriksen entra così in un club esclusivo, di chi ha saputo imporsi con continuità per un'intera stagione, bissando alla fine il successo più prestigioso. Già, perché dopo Firenze la Dideriksen mica s'è fermata: successi su strada, con la Piccola Coppa del Mondo di Cittiglio ed il Campionato Nazionale, dove ha battuto le Élite, ma anche vittorie su pista, con l'iride nello Scratch a Gwangmyeong.
Proprio in Corea del Sud la danese s'è fratturata la clavicola: ripresa a tempo di record ed eccola lassù, ancora con l'oro al collo e quella maglia, dodici mesi dopo. Alla sua destra, seconda, c'è una magica Sofia Bertizzolo: di un anno più giovane della danese (così la chiamerà nelle interviste, «la danese»), ha provato il tutto per tutto nell'ultimo giro, ma non è sfuggita alla volata.
Un'esitazione allo sprint, la ruota della Dideriksen perduta momentaneamente, poi eccola sbucare a sinistra: c'è mancato davvero poco perché la Campionessa Italiana ed Europea centrasse anche il bersaglio grosso. Su un circuito che definiremo squallido per non essere volgari, ben poco è successo.
Quattro giri da 18.2 km per un totale di 72.8 km: le salite pedalabilissime di Confederación e del Mirador non faranno mai male. Subito tre cadute decimano il gruppo, e nel primo giro restano davanti una cinquantina. Delle nostre, ci sono tutte (Sara Wackermann, Katia Ragusa, Sofia Bertizzolo e Sofia Beggin) tranne Nicole Nesti, attardata nelle prime fasi da un problema meccanico.
Non succede nulla fino al terzo e penultimo giro, quando sulla salita di Confederación la colombiana Paula Patino tenta l'allungo. Le va dietro la kazaka Faina Potapova, che somiglia alla volpe e riporta sotto il gruppo. La Potapova tenterà poco dopo, superato il Mirador, ma Ragusa, Beggin e Bertizzolo le sono a ruota, attentissime. La Ragusa si sobbarca il grosso del lavoro, tirando a fine giro, poi allunga la fresca Campionessa del Mondo a cronometro Macey Stewart, Australia. Non dura troppo e sul traguardo sono ancora lì, tutte insieme e nemmeno troppo appassionatamente (il gruppo di testa è composto da quarantaquattro atlete delle novantatré partite).
Stewart e soprattutto Dideriksen sono degli spauracchi per le nostre, costrette ad inventarsi qualcosa di diverso dalla volata. E chi, se non la numero dieci, nel calcio emblema di fantasia, può inventarsi qualcosa? La nostra fantasista è Sofia Beggin, che con la Bertizzolo condivide il nome ed il club di militanza (Breganze Millenium). In un gruppo sfoltito sulla facilissima ascesa di Confederación, la Beggin prende in mano il pallino all'inizio del Mirador, ultima salita della prova, la più tosta (si fa per dire).
Scatta con Sofia Bertizzolo, ma in mezzo a loro c'è sempre lei, la danese, ovvero Amalie Dideriksen. Controlla questa scalatrice che sale di potenza, mentre la Bertizzolo, una volta giunti a fine salita, tenta di andar via. La Dideriksen chiude, e lì la Bertizzolo indugia: Sofia Beggin è rimasta indietro, la Campionesssa Europea si gira due volte per capire se aspettarla o meno. La Dideriksen non desidera altro ed il gruppo, tirato dalla tedesca Lisa Klein, è di nuovo sulle prime.
In verità Bertizzolo e Dideriksen verranno riprese solo alla fine della picchiata verso Ponferrada, ma da lì al traguardo ci sono due chilometri pianeggianti: sarà volata, come ci si attendeva. Rispunta magicamente in testa al gruppo Katia Ragusa, una delle migliori di stamane, e tira la volata alla Bertizzolo, che però si perde: si perde sia la ruota della Ragusache quella della Dideriksen. Già, la danese. La volata, Amalie, se la lancia e se la vince, ma Sofia Bertizzolo, nonostante faccia più strada per tornare davanti, è seconda. Peccato, ma da quest'argento si deve partire, tempo ne ha in abbondanza.
Il podio è completato dalla polacca Agnieszka Skalniak. medaglia di legno per la ceca Nikola Noskova, quindi la tedesca Lisa Klein, la francese Greta Richioud, l'olandese Jeanne Korevaar, la serba Jelena Eric, la belga Saartje Vandenbroucke e l'altra francese Mathilde Cartal. Oltre alla Bertizzolo, le restanti italiane: a 3" dalla Dideriksen, 20a, Katia Ragusa, a 13", 24a, Sofia Beggin, a 2'18", 24a, Sara Wackermann, giunta a Ponferrada in non ottime condizioni dopo la caduta di Bottanuco. Ultima azzurra, a oltre dieci minuti, la sfortunata Nicole Nesti.
Amalie Dideriksen entra in un club esclusivo ma il bello viene adesso, con il passaggio tra le Élite e la continuità dimostrata che dovrà sempre esser presente. Alle sue spalle una Sofia Bertizzolo che può tornare da Ponferrada non già con il broncio di quella che è stata battuta dalla danese, ma di colei che ha posto un altro mattoncino importante per una crescita inevitabile. E che se andrà avanti così, ne regalerà, a noi ma più che altro a se stessa, di soddisfazioni.