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CDM Pista Aguascalientes 2014: L'Italia finisce senza sorrisi - Madison, il bronzo era possibile. Super Pervis, Chilometro record | Cicloweb

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CDM Pista Aguascalientes 2014: L'Italia finisce senza sorrisi - Madison, il bronzo era possibile. Super Pervis, Chilometro record

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François Pervis, Campione del Mondo del Chilometro ed ora anche primatista della specialità © www.paysdelaloire.fr«Ma è una pista particolarmente veloce, o è semplicemente lunga 240 metri anziché 250?». Questa domanda avrà animato i pensieri di più di un addetto ai lavori (di appassionati non parliamo nemmeno, vista la scarsità dei numeri: meno di 400 utenti questa notte seguivano lo streaming delle gare di Aguascalientes sul canale YouTube dell'UCI, che desolazione!), in relazione ai magnifici risultati usciti dalla seconda tappa di Coppa del Mondo 2013-2014, nella città messicana. Dopo i primati abbattuti nell'Inseguimento a squadre femminile (dalla Gran Bretagna), nelle Velocità a squadre maschile e femminile (dalla Germania in entrambi i casi), e nei 500 metri femminili (da Anna Meares, prima a scendere sotto i 33" nella specialità), è stato François Pervis a monopolizzare le attenzioni degli statistici, abbassando nelle ultime due giornate il limite dei 200 metri lanciati (nel corso del torneo della Velocità individuale) e - in maniera sensazionale - del Chilometro da fermo, prima che pure nei 200 metri lanciati femminili la Meares e poi definitivamente la Vogel segnassero nuovi record.

I risultati del francese si affiancano, nella copertina di questa tre giorni, alle mirabilie tedesche nelle gare veloci (con Kristina Vogel sugli scudi) e nella ritrovata vena australiana (5 ori per gli oceanici, secondi del medagliere alle spalle della Germania che ha pure 5 ori, ma 3 argenti e un bronzo contro il solo argento con 3 bronzi australiani); una Gran Bretagna in transizione perde terreno nelle discipline più tecniche, ma porta a casa comunque 3 ori (dominando con le inseguitrici oltre che nelle prove "simil-strada" maschili come Scratch e Keirin) con 5 argenti e 2 bronzi e si conferma tra i fari della pista. A livello di novità, poco da segnalare, a parte un paio di individualità (l'australiano Glaetzer e il britannico Doull) che, poco più che ventenni, stanno emergendo bene.

Per l'Italia, una piccola Caporetto: non grande, piccola, perché ovviamente quando parliamo di pista partiamo sempre con il freno a mano tirato sul piano delle ambizioni. E poi perché mancavano i nostri atleti di spicco, a partire da Elia Viviani (che nella tappa di Manchester aveva vinto un paio di medaglie) e Giorgia Bronzini, per finire con colui che proprio nel precedente appuntamento di Coppa aveva brillato con la vittoria nell'Inseguimento individuale, Marco Coledan (ma va detto che tale prova non era presente nel programma di Aguascalientes: tornerà nella prossima tappa).

Risultati di piccolo cabotaggio per gli azzurri, impalpabili nelle prove veloci e oggetto di esperimenti altrove (ad esempio, nell'Omnium femminile è stata provata Simona Frapporti, mentre Annalisa Cucinotta, che in questa specialità aveva fatto benino a Manchester, è stata dirottata sui 500 metri), con la possibilità data a qualche giovane di testarsi a livello internazionale: è il caso dei 19enni Simone Consonni (che ha gareggiato nell'Omnium) e Riccardo Donato (che abbiamo visto impegnato stanotte in una Madison iniziata benissimo e finita in maniera un po' anonima).

Entrambi - sia Consonni che Donato - hanno anche gareggiato nel quartetto dell'Inseguimento a squadre, col coetaneo Francesco Lamon e con il più esperto Alex Buttazzoni, ma i risultati sono ancora ben lungi dall'essere decenti; che però si sia individuato un gruppo di giovani su cui lavorare in prospettiva futura, è cosa buona e giusta. Speriamo che si prosegua col seguire questi ragazzi, e che questo quartetto non risulti, alla prova dei fatti, raccogliticcio per la contingenza e niente più.

Ci aggrappiamo allora alle inseguitrici, loro sì già rodate da diverso tempo: Simona Frapporti, Beatrice Bartelloni, Maria Giulia Confalonieri e Silvia Valsecchi non valgono le migliori al mondo, ma possono ambire per il momento a un posto stabile nella seconda fila della categoria. I miglioramenti, nel loro caso, ci sono (anche aiutati, in questa occasione, dalla scorrevolezza della pista), e possiamo dedicar loro un luogo comune che ci dia almeno un filo di speranza: se son rose fioriranno.

Accennavamo quindi al finale col botto: nell'ultima delle tre giornate di gara è caduto un record antico, il più vecchio nelle discipline della pista, e cioè il 58"875 fatto segnare sul Chilometro dal francese Arnaud Tournant nel 2001 a La Paz in Bolivia. Proprio un suo connazionale è il nuovo recordman, e si tratta di François Pervis (che ad Aguascalientes ha già stabilito il primato dei 200 metri l'altro giorno), che ha vinto la prova in questione col tempo di 56"303, migliorando di oltre 2 secondi e mezzo il precedente limite. Ora oltre che Campione del Mondo della specialità (titolo vinto nel febbraio scorso a Minsk), Pervis ne è anche il recordman. Alle sue spalle, anche i 4 atleti classificati dal secondo al quinto posto (i tedeschi Maximilian Levy, Joachim Eilers ed Eric Engler, e l'olandese Hugo Haak) sono andati sotto il vecchio limite di Tournant: per dire quanto sia performante la pista (e l'altura) di Aguascalientes. In gara nel Chilometro c'era anche Francesco Ceci, che ha chiuso al 15esimo posto.

Un dominio incontrastato è stato quello di Sarah Hammer nell'Omnium femminile: l'atleta statunitense ha vinto tre delle sei prove in programma (Giro Lanciato, Inseguimento e Scratch) e ha chiuso con 19 punti, contro i 26 della britannica Laura Trott seconda (per lei affermazione nell'Eliminazione) e i 27 della belga Jolien D'Hoore terza. Due latinoamericane si sono aggiudicate le altre due prove (la messicana Sofia Arreola ha vinto la Corsa a Punti prima di chiudere al decimo posto, la cubana Marlies Mejias si è imposta nei 500 metri, arrampicandosi così fino al quarto posto finale). Pessima seconda giornata per Simona Frapporti, che è scivolata dalla nona all'undicesima posizione infilando tre prestazioni non esaltanti nell'Inseguimento, nello Scratch e nei 500 metri (12esima, 13esima e 11esima) e chiude con 62 punti.

Ottima partenza della coppia azzurra formata da Alex Buttazzoni e Riccardo Donato nella Madison: i due hanno vinto un paio di sprint nella prima fase di gara (il primo e il terzo per la precisione), ma poi purtroppo non sono mai riusciti a guadagnare un giro (se l'avessero fatto avrebbero lottato per il podio finale), sicché hanno chiuso la prova al decimo posto. La vittoria è andata agli spagnoli David Muntaner-Albert Torres, che si sono imposti con soli 7 punti ma che sono stati attivissimi nel guadagnare il giro (l'hanno conquistato ben tre volte). A un giro di distacco i belgi Jasper De Buyst-Kenny De Ketele (con 6 punti), a 2 giri i russi Artur Ershow-Alexander Serov hanno acciuffato il bronzo mettendo insieme 12 punti contro i 10 della coppia britannica formata da Owain Doull e Jonathan Dibben, quarti.

Non poteva che concludersi con un'altra vittoria di Kristina Vogel il torneo della Velocità femminile. La tedesca, già d'oro nella Velocità a Squadre e nel Keirin, ha completato la sua tre giorni perfetta vincendo la terza medaglia pregiata: un secco 2-0 per lei in finale sull'australiana Anna Meares, identico risultato con cui la hongkonghese Wai Sze Lee ha battuto la britannica Jessica Varnish per il bronzo (anche l'atleta asiatica chiude con tre medaglie: un argento nel Keirin e due bronzi nei 500 metri e appunto nella Velocità). Le due finaliste hanno peraltro bagnato la loro prova con un doppio record del mondo: prima la Meares ha abbassato il precedente limite (che apparteneva sempre a lei), portandolo da 10"782 a 10"487, quindi la Vogel ha messo il suo sigillo fermando i cronometri a 10"384. In gara non c'era nessuna italiana.

L'ultima finale di Aguascalientes è stata quella del Keirin maschile, al termine di un torneo che ha visto un paio di brutte cadute nelle fasi precedenti (il bollettino parla di clavicola destra fratturata per il polacco Krzysztof Kuczynski, contusioni e abrasioni varie per il francese Michaël D'Almeida - che è volato addirittura fuori dall'anello, andando a colpire un paio di spettatori, anch'essi contusi - e il canadese Hugo Barrette, e trauma cranico, frattura di clavicola e costole e perforazione di un polmone per il malese Josiah Ng, che è quello che ha avuto decisamente la peggio in un capitombolo che ha coinvolto anche Francesco Ceci). A imporsi (dopo aver vinto con una gamba sola la sua semifinale), il britannico Matthew Crampton, bravo a chiudere il tentativo di anticipo del greco Christos Volikakis e a partire lungo tenendo a bada le ambizioni dell'australiano Shane Perkins (terzo alla fine) e impedendo a Tobias Wachter di rimontare (il tedesco si è fermato al secondo posto). Per l'Italia, resta con la caduta il 21esimo posto di Ceci.

La terza tappa di Coppa del Mondo sarà anch'essa in Messico, a Guadalajara, e andrà in scena in gennaio, dal 17 al 19. La speranza di far meglio, per l'Italia, è suffragata dalla considerazione che far peggio della tre giorni di Aguascalientes non sarebbe facile.

Marco Grassi

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