L'iniziativa: Marina Romoli e chi vive di corsa - Nibali, Pozzato ed altri campioni sabato e domenica a Ride for Life
Versione stampabileQuel 30 maggio 2010 era una normale domenica di fine primavera. Sole, caldo, caldissimo ed una corsa - il G.P. Città di Novi Ligure - vinta dalla compagna di squadra Alona Andruk, ucraina. Arrivo in solitaria. Come poteva sapere, la giovane Marina Romoli, che quella sarebbe stata la sua ultima gara in bicicletta?
Una campionessa in erba ma già giunta in nazionale, cogliendo un argento ai Mondiali di Spa 2006, categoria Juniores. E invece quel 1° giugno, un martedì, Marina esce con il fidanzato Matteo Pelucchi e Samuele Conti. Ripetute sulla statale, perché la prova di Valladolid incombe ed in una Coppa del Mondo è vietato sbagliare.
Basta un'auto, la donna che guida non vede Marina, la travolge. Di lì la ricostruzione del viso (circa 500 punti), dell'occhio destro, sei giorni di coma, l'operazione alla schiena e quella carrozzella a rotelle che fino a pochi giorni prima era una sconosciuta. Per il mondo del ciclismo è, oltre all'ennesimo incidente (quasi) fatale, uno shock.
Un vero shock, con Eleonora Patuzzo che vince la prima da Élite al Giro del Trentino e la dedica a Marina. Al Giro Donne non si contano i cartelli "Forza Marina", in ogni tappa decine e decine. Migliaia le esortazioni, gli incoraggiamenti, i "non mollare!". Al Mondiale di Geelong le azzurre compongono con i guantini indossati la scritta "Marina go!". E via dicendo.
Marina va, non si arrende. Nasce quasi naturalmente l'Associazione Marina Romoli, una Onlus rivolta ai tesserati FCI Under 30 rimasti vittime di gravi incidenti. Dà loro un aiuto che serve per cure e riabilitazione, non una sciocchezza in termini economici. L'altro scopo è individuare di terapie in grado di curare le lesioni al midollo spinale. Non basta. Marina ha grinta da vendere e traguardi da conquistare, non se ne sta lì seduta su una sedia a rotelle, con le mani nelle mani.
Ogni giorno un calvario per giungere alla sua seconda vita, come è stata definita. E la sua Associazione diventa la speranza di molti, un riferimento per tutti. Tanto che sarà presente sabato 16 e domenica 17 novembre alla quarta edizione di Ride for life. Giunta alla quarta edizione, Ride for life ha come scopo quello di raccogliere fondi per la ricerca di una cura per le lesioni spinali croniche e aiutare atleti vittime di gravi incidenti in sella.
Organizzato dalle onlus Riders4Riders e Marina Romoli, si terrà ad Ottobiano, Pavia, presso il circuito South Milano. In programma competizioni amatoriali di motocross e di ciclismo, con duathlon (podismo+ciclismo) e gare in pista. Presenti amatori e non solo, visto che Marina avrà al suo fianco molti, moltissimi amici.
Da Filippo Pozzato a Vincenzo Nibali, da Giorgia Bronzini ad Elisa Longo Borghini, passando per Elia Viviani, Michele Scarponi, Luca Paolini, Manuel Quinziato e, tra i motociclisti, Loris Capirossi, Marco Melandri, Michele Pirro, Andrea Dovizioso...
«L'anno scorso Ride for Life è stata una ventata di energia ed emozione - spiega Marina - una giornata speciale che ci ha permesso di destinare 30.000 € alle ricerche del prof. Gregoire Courtine presso l'EPFL (Ecole Polytechnique Fedérale de Lausanne) in Svizzera che si occupano di trovare sistemi per ripristinare funzioni sensoriali e motorie che sono state interrotte a causa di una lesione spinale».
Insomma, quella del prossimo fine settimana sarà una due giorni con tanto divertimento ed un'ottima causa da sostenere.