Mondiali su Pista 2013: Giorgia in rimonta, e arriva il bronzo - Corsa a Punti: è di Bronzini la prima medaglia azzurra
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- Campionato del Mondo Velocità 2013
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- Aaron Gate
- Anastasia Chulkova
- Annette Edmondson
- Denis Dmitriev
- Francesco Ceci
- François Pervis
- Giorgia Bronzini
- Glenn O'Shea
- Jason Kenny
- Katarzyna Pawlowska
- Kirsten Wild
- Kristina Vogel
- Lasse Norman Hansen
- Laura Trott
- Lisa Brennauer
- Lucas Liss
- Matthew Glaetzer
- Maximilian Levy
- Paolo Simion
- Rebecca Angharad James
- Sam Webster
- Sarah Hammer
- Shuang Guo
- Simon Van Velthooven
- Simona Frapporti
- Sofia Arreola Navarro
- Stefan Bötticher
- Wai Sze Lee
- Wan Yiu Jamie Wong
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Al quarto giorno la medaglia arrivò in casa di un'Italia che iniziava a fremere ed a pensare che i zero metalli di Melbourne 2012 non sarebbero aumentate. Arriva un bronzo, arriva dalle ragazze, arriva da Giorgia Bronzini, che nella sua Corsa a Punti non voleva rimanere a bocca asciutta come nel 2012. Farsi trovare al posto giusto al momento giusto, un dovere della piacentina. Lo svolge sino in fondo, e peccato che dopo il terzo sprint Jarmila Machacová, Sofia Arreola Navarro e Wan Yiu Jamie Wong prendano il giro, con i relativi 20 punti di bonus, altrimenti la corsa della Bronzini (e delle altre), da quel momento in poi volta ad inseguire, sarebbe stata ben diversa e quel bronzo, chissà...
Resta il fatto di aver visto una Bronzini determinata a rimontare, sempre sul pezzo e pronta a sprintare, talora pure ad attaccare. La Machacová però era ormai in testa da sola, con i suoi bravi 30 punti quando mancavano solo 20 giri da compiere. La messicana Arreola, già argento ieri nello Scratch vinto dalla Pawlowska, era l'unica a poter insidiare la ceca, mentre la Wong, con i suoi 22 punti, si adagiava e chiudeva in calando.
Le speranze di medaglia, stando così le cose, erano poche, anche perché la Bronzini era sì 4a ma con 18 punti. A due sprint dal termine l'unica a poter strappare l'oro alla tenace Machacová, la messicana Sofia Arreola, partiva in una pazza caccia insieme alla campionessa di specialità uscente, la russa Chulkova. Sin dallle prime pedalate si capiva che il treno poteva essere giusto ed anche la cubana Domínguez provava a rientrare proprio con la Bronzini, ma presto si rialzavano (anche perché la piacentina era molto controllata).
Bronzini che rimontava negli ultimi due sprint, collezionando 4 punti in totale mentre la Chulkova vinceva anche l'ultima volata, facendo tirare un sospiro di sollievo alla Machacová, oro. La Arreola era ancora argento, per un solo punto di distacco, mentre la Bronzini raggiungeva la Wong a 22 punti, andando a regalare all'Italia un bel bronzo.
«È stata una corsa dura e molto tirata dall'inizio alla fine - dichiarerà la piacentina. Io ho dato il massimo e fatto tutto quello che c'era da fare per provare a vincere e portare a casa una medaglia. Ho attaccato e ho provato più volte ad andare in fuga. Ho avuto anche un po' di sfortuna perché non sono mai riuscita a prendere il giro. Ovviamente andare in fuga non era facile perché io ero tra le più controllate del gruppo. Poi è andata via la fuga giusta con due atlete forti ma non tra le favoritissime della vigilia e io purtroppo non c'ero dentro. A quel punto ho cercato di muovermi con astuzia dando tutto nell'ultima parte di gare per provare a rimontare e conquistare questo bronzo che comunque per me in questo momento vale davvero come una vittoria; e ci sono riuscita credo dimostrando grinta e determinazione. È un risultato importante per me e per tutta la squadra perché dietro a questa medaglia c'è tutto il grande lavoro che stiamo facendo assieme al nostro CT Edoardo Salvoldi e tutto lo staff della nazionale». Un bronzo fatto di gambe, di cuore ma soprattutto di testa, dunque.
Così come di testa è la rimonta che nella Velocità porta Rebecca James dall'essere quasi argento contro Kristina Vogel a pareggiare i conti nella finale contro la forte tedesca. Si va alla bella, con la Vogel che pare molto sicura, e ne ha ben donde. Eppure è la britannica James a comandare e nel terzo ed ultimo sprint ha la meglio, seppure di pochissimo sulla forte Kristina. Sono 19 i centesimi che separano l'argento dall'oro di una James quasi incredula. Il bronzo finisce invece alla portacolori di Hong Kong Wai Sze Lee, che nella finalina ha vita facile contro la cinese Shuang Guo, battuta sui due round.
La terza finale del programma di oggi era quella dell'Omnium maschile: dopo la penultima prova, lo Scratch vinto da Jonathan Dibben, la situazione vede Glenn O'Shea ed Aaron Gate in testa con 17 punti, mentre l'oro olimpico di specialità Lasse Norman Hansen è a 19 punti e tenta il sorpasso. Nel Chilometro da fermo parrebbe che a giocarsi la medaglia più ambita saranno solo O'Shea e Gate, ma Hansen stampa un bel 1'02"437 e supera il tedesco Lucas Liss (1'02"949 il suo tempo).
È l'ora della sfida a due, Gate contro O'Shea: partono spediti ma alla prima parabolica l'australiano campione uscente palesa dei problemi. Un guaio meccanico gli impedisce di disputare la prova, mentre il neozelandese Gate va a far segnare il miglior tempo, 1'02"271. Ad O'Shea viene concesso di ripetere la prova ma al secondo tentativo non viene lasciato nemmeno uscire dai blocchi. Mentre l'australiano è furente è in corso la premiazione della Corsa a Punti femminile, che di certo non aiuta a concentrarsi.
Dopo la premiazione O'Shea disputerà nuovamente la prova ma tra il guasto meccanico e la ripartenza è passata un sacco d'acqua sotto i ponti. O'Shea chiude con un 1'03"625 che lo relega alla 5a posizione parziale e nella graduatoria finale lo fa scendere giù fino al bronzo, con Hansen che prende un bell'argento e Gate che non sta nella pelle per l'oro. Paolo Simion, che già non era andato bene ieri, ha chiuso all'ultimo posto e questa gara sicuramente sarà un utile bagaglio di esperienza per il rosso veneto della Zalf.
Domani si correrà la Madison, il Keirin femminile, l'Omnium femminile e la Velocità individuale maschile. Proprio quest'ultime due specialità sono iniziate oggi, con gli sprinter che hanno visto andare in semifinale Pervis (ai danni di Glaetzer), Bötticher (che in tre round ha fatto fuori Van Velthooven), Webster (nientemeno che Jason Kenny a farne le spese) e Denis Dmitriev (Maximilian Levy ha ceduto in due round). Francesco Ceci ha chiuso all'ultimo posto la prima batteria di qualificazione, con un tempo di 10.658.
Nell'Omnium femminile, gara in cui l'Italia schiera Simona Frapporti, dopo Giro lanciato, Corsa a Punti ed Eliminazione c'è in testa Sarah Hammer a quota 9, con Katarzyna Pawlowska a 11 e Laura Trott (vincitrice nell'Eliminazione, solo 10a nella Corsa a Punti) a quota 14, ma con Edmondson e Brennauer in agguato. La Frapporti è 10a, avendo chiuso 17a il Giro lanciato, 6a la Corsa a Punti e 7a l'Eliminazione.
Per la bresciana è comunque una prova buona, domani vedremo se potrà scalare altre posizioni. Magari "rubando" qualche segreto a Giorgia Bronzini, una che di rimonte se ne intende e non lo nasconde. Una che, se il CIO reintroducesse la Corsa a Punti nel programma olimpico, potrebbe essere disposta a tirare fino al 2016. Fino al Brasile, fino a Rio, perché no?