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Caso Federciclismo: Chi ha paura del lupo abruzzese? - Di Rocco ci minaccia, ma continua coi suoi metodi da regime

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Il lupo d'Abruzzo ringhia certo meno del suo corregionale Renato Di Rocco... © BachecaTermolese.org

Ai Signori Presidenti dei
Comitati Regionali FCI
LORO SEDI

Caro Presidente,

Ti comunico che la Federazione ha deciso di agire per via legali contro il cumulo di menzogne diffuse dal sig. Scippa, cognato di Salvatore Bianco, destituito dalla presidenza del C.R. Puglia, e dal sig. Quarta, allo stesso molto vicino.

L'articolo firmato dal sig. Marco Grassi, vedi caso gestore del sito web del C.R. Puglia sotto la presidenza Bianco, è volto senza ombra di dubbio a ledere la dignità e l'immagine di una Federazione Sportiva nazionale, quella del suo Presidente e, di conseguenza, delle Società che lo hanno democraticamente eletto, del Consiglio Federale e, in aggiunta, della Procura federale per la parte che ad essa compete.

La gravità dell'operazione è accentuata dal fatto che l'articolo ripete accuse quali l'irregolarità dell'Assemblea Straordinaria la cui infondatezza è stata accertata da Organi di Giustizia Sportiva indipendenti come la stessa Commissione d'Appello Federale e, in seconda istanza, l'Alta Corte di Giustizia del Coni.

Si insiste nel considerare la stragrande maggioranza dai Delegati che hanno approvato il nuovo Statuto alla stregua di sprovveduti e tutti supini agli interessi personali del presidente. Si ripetono falsità già smentite con chiarimenti e interviste in merito ai Mondiali di Firenze 2013 e al ruolo della Società Servizi srl, al solo scopo di offendere la mia onorabilità con sospetti calunniosi e quella del Consiglio Federale.

Si accresce la montagna di spazzatura alludendo a presunte "cricche" d'interessi circa il progetto Five Stars Leaugue e la Gran Fondo di Roma, ovviamente guardandosi bene di suffragarle, come farebbe qualsiasi
persona civile e onesta, con denunce circostanziate agli organi competenti, che per fortuna nel nostro Paese esistono.

Per dedicare poi il lunghissimo pistolotto finale alla patetica difesa della gestione Bianco - "un CR attivissimo (uno dei più fertili a livello nazionale)" – a sostegno del quale era evidentemente finalizzata tutta la requisitoria precedente. Esiste un vasto e annoso carteggio sul caso e, ancora una volta, sarà la legge a dire l'ultima e definitiva parola.

Scrive il sig. Carlo Grassi: "Pazienza, anche, se il TAR (a cui Bianco ha presentato ricorso per ottenere una sospensiva della misura presa dalla FCI) darà ragione al ricorrente, smentendo le ragioni dell'atto del commissariamento: l'importante, viene da pensare, non è il merito delle cose, ma il metodo (intimidatorio)". Sì, pazienza sig. Grassi se il TAR ha intanto respinto in prima istanza la richiesta di Bianco. Molta altra dovrà averne quando dovrà rispondere con i suoi complici nelle sedi opportune in merito ad affermazioni di una gravità inaudita, che nulla hanno da spartire con una seria e documentata inchiesta giornalista, ma hanno un solo, inequivocabile intento diffamatorio.

Cordialmente,

Renato Di Rocco

*****

Questa delicata missiva è stata inviata da Renato Di Rocco, presidente della Federciclismo, ai Presidenti dei Comitati Regionali. Ovviamente, appena entrati in possesso di tale lettera, abbiamo deciso di pubblicarla e di rispondere ad alcune inesattezze, non dimenticando di sottolineare i consueti abusi che il buon Renato non si fa mai mancare.

Scrive Di Rocco: «La Federazione ha deciso di agire per vie legali...». L'État c'est moi! Il Luigi XIV del ciclismo parla per tutti, anche per il Consiglio Federale che però non ci risulta abbia deliberato in merito all'«agire per vie legali». Di Rocco è il depositario del Verbo, quando parla la sua parola diventa subito Legge, da emanare per i sudditi (così li considera lui) dei Comitati Regionali, bypassando in maniera incredibile gli altri sudditi (anche loro li considera così) del Consiglio Federale. Caro Presidente-Re, aspettiamo la delibera del Consiglio, poi inizieremo a pensarci. A meno di non voler sostenere che questa vicenda abbia un'urgenza tale da giustificare un intervento diretto del Presidente in assenza di tempi tecnici per convocare un Consiglio (per esempio è quel che avviene quando c'è una scadenza inderogabile su cui decidere in breve tempo). Quindi, al tempo, caro Di Rocco. Prima la delibera del Consiglio.

Scrive Di Rocco: «dal sig. Marco Grassi, vedi caso gestore del sito web del C.R. Puglia sotto la presidenza Bianco». Scoop! Spieghiamo il caso: dall'inizio del 2012 chi scrive ha preso l'incarico di collaborare con l'istituzione CR Puglia, sostanzialmente per dare una mano all'attività della sua zona. Un incarico retribuito in maniera simbolica più che altro da intendersi come rimborso spese (carburante, telefono...), qui accanto c'è la fattura per farsi un'idea delle cifre in ballo. E un incarico che continua anche con la gestione del Commissario Straordinario Giovanni Sardone, a conferma del rapporto di servizio con l'istituzione, non certo con la persona Bianco. Una persona che, in questi mesi, chi scrive ha conosciuto abbastanza bene, traendone la possibilità di giudizio. A meno che non si possano esprimere dei giudizi dettati da conoscenza diretta di cose o persone, non si vede quindi il riferimento. Il concetto è che chi scrive avrebbe interessi in comune con Bianco? Speriamo di no, perché ciò sarebbe ampiamente smentito dai fatti.

Scrive Di Rocco: «l'articolo ripete accuse quali l'irregolarità dell'Assemblea Straordinaria la cui infondatezza è stata accertata da Organi di Giustizia Sportiva indipendenti». Un'Assemblea la cui regolarità venne confermata dal fatto che il presidente di detta Assemblea si rifiutò di firmare il Verbale. Sull'indipendenza degli Organi di Giustizia Sportiva non se ne sa mai abbastanza, fatto sta che i ricorrenti porteranno il caso davanti alla giustizia ordinaria, e la storia non è quindi finita.

Scrive Di Rocco: «Si ripetono falsità già smentite con chiarimenti e interviste in merito ai Mondiali di Firenze 2013 e al ruolo della Società Servizi srl». I chiarimenti e le interviste in merito non hanno però spiegato come mai l'acquisizione della Mondiali Ciclismo Toscana 2013 srl sia stata decisa senza richiedere al Consiglio Federale una delibera, ma soltanto la ratifica di un dato di fatto. L'atto di cessione delle quote di tale società (documento in nostro possesso) data al 1° giugno 2011 il trasferimento di queste quote alla Società Ciclistica Servizi srl, mentre i consiglieri ne furono informati al Consiglio del 22-23 giugno 2011. Evidentemente il Presidente-Re non li riteneva all'altezza di decidere sulla necessità di accollarsi - per mezzo di una società controllata da una società controllata - l'onere della gestione organizzativa del Mondiale di Firenze; né tantomeno li riteneva all'altezza, il Presidente-Re, di valutare la richiesta di garanzie giunta dalla Presidenza del Consiglio e che avrebbe spinto Di Rocco a procedere all'acquisizione societaria. Ecco, il valore che il Presidente-Re dà al confronto coi suoi stessi consiglieri è direttamente proporzionale al valore che riconosce nelle persone che lo circondano in Federazione: prossimo allo 0, quindi. Continuiamo a chiederci fino a quando queste persone accetteranno di essere valutate così poco dal loro Presidente-Re: è una questione di dignità, al fondo.

Scrive Di Rocco: «alludendo a presunte "cricche" d'interessi circa il progetto Five Stars Leaugue e la Gran Fondo di Roma». Più che allusioni, domande: che c'entra il ciclismo col San Raffaele? Che c'entra il ciclismo con l'ambiente del Circolo Canottieri Aniene? Il procuratore federale Santilli ci ha dato delle risposte attraverso le quali i lettori possono farsi delle idee più precise; dal presidente federale Di Rocco ci arrivano invece le minacce. (L'articolo in questione è a disposizione di tutti, se qualcuno volesse (ri)leggerlo).

Scrive Di Rocco: «Esiste un vasto e annoso carteggio sul caso e, ancora una volta, sarà la legge a dire l'ultima e definitiva parola». Finalmente una riga di pura verità: esiste un vasto e annoso carteggio sui tentativi operati dal Presidente-Re per mandare a casa Bianco. E la legge dirà l'ultima parola, sia per mezzo del TAR che giudicherà sul ricorso presentato da Bianco, sia per mezzo della magistratura ordinaria alla quale Di Rocco sarà chiamato a rispondere (al Tribunale di Bari) in merito alle gravi affermazioni fatte nei confronti dello stesso Bianco.

Scrive Di Rocco: «pazienza sig. Grassi se il TAR ha intanto respinto in prima istanza la richiesta di Bianco». Non ciurliamo nel manico, caro Presidente. Non può non sapere che il TAR non ha affatto respinto la richiesta di Bianco, ma ha solo giudicato inammissibile il ricorso d'urgenza (che avrebbe portato a un responso in pochi giorni), rinviando l'esame del ricorso all'udienza naturale, fissata per il 30 maggio. Né può ignorare che Bianco ha presentato quel primo ricorso senza conoscere ancora le motivazioni del commissariamento (ora le conosce e il faldone della sua richiesta è diventato molto ponderoso); o ancora, che il TAR non ha accolto l'elemento di urgenza perché la FCI ha garantito che non ci sarebbero state azioni di forza fino alla sentenza dello stesso TAR, e che sarebbe stato mantenuto lo status quo (sede a Lecce, conferma del contratto di due dipendenti del CR), salvo poi sbaraccare il giorno dopo la sede leccese del CR Puglia (con quali costi per la FCI, saremmo anche felici di saperlo, visto il grande numero di inviati e professionisti che all'uopo hanno stazionato in Salento per 2 giorni, grandi hotel, grandi ristoranti, Grandi Vacanze FCI) licenziando in tronco le due impiegate. E allora, perché diffonde presso i presidenti dei Comitati Regionali notizie così imprecise? È anche così che si misura il consenso?

Scrive Di Rocco: «Molta altra dovrà averne quando dovrà rispondere con i suoi complici nelle sedi opportune». Pazienza e serenità, sempre! La stessa serenità che speriamo possa avere il Presidente Di Rocco in queste settimane in cui sente venir meno intorno a sé alcune certezze. Alcune, o sempre più...

Marco Grassi

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