L'intervista: Montichiari, il Velodromo della discordia - Da Piero Bregoli parole dure per Priscilla Bontempi e FCI
Versione stampabile
A fine 2011 il Velodromo di Montichiari è stato attraversato da una forte turbolenza: il gruppo gestionale che operava nell'importante impianto si fece da parte per "incompatibilità lavorativa" con Fabio Perego, che col Velodromo collaborava, e che da quel momento si è ritrovato ad essere il responsabile tecnico della struttura. Visto che una situazione che pareva poter essere transitoria si è cristallizzata come definitiva, abbiamo sentito telefonicamente Piero Bregoli, che, da presidente del Comitato Provinciale bresciano della FCI, del Velodromo è il vero deus ex machina, pur senza ricoprire ufficialmente ruoli all'interno della struttura (la cui gerarchia è: Comune di Montichiari che è il proprietario -> GC Monteclarense, presieduto da Tarcizio Bregoli - fratello di Piero - che è la società che ha ufficialmente in gestione l'impianto e i grandi eventi che ne vengono organizzati -> consorzio pista che gestisce l'attività agonistica, quella amatoriale e quella giovanile tramite un consiglio presieduto da Isidoro Bregoli - altro fratello).
Signor Bregoli, com'è la situazione del Velodromo di Montichiari?
«In questo momento siamo a riposo dopo una lunga stagione invernale. C'è la Nazionale che continua i suoi allenamenti, e nei prossimi giorni ripartirà anche la scuola di ciclismo».
Che cambiamenti avete notato - se li avete notati - da quando Bernardelli è presidente del Comitato Regionale lombardo della FCI?
«Per ora non ci siamo accorti di niente, ma il nuovo presidente è ancora nella fase d'avvio del suo mandato. Non so cosa potrà cambiare per noi, quel che so è che siamo partiti in un periodo disgraziato per tutti, e nonostante le difficoltà e le tante cose da mettere a posto con poche risorse, abbiamo avuto un bel ritorno, a partire dalla Nazionale che ha trovato nel velodromo una casa (120 giorni di allenamento per gli azzurri)».
Vi aspettate quindi maggiori risorse: Bernardelli peraltro l'ha anche promesso in sede di campagna elettorale.
«Mi interpellò 5-6 mesi fa, per farsi un'idea di quel che ci poteva essere utile. Finora il comune di Montichiari ha pagato tutte le spese, mentre siamo stati ignorati da Regione e Provincia. Comunque l'inverno è andato, dal punto di vista dei numeri, oltre ogni più rosea previsione, e la situazione per forza di cose migliorerà».
Negli scorsi mesi avete vissuto un passaggio di consegne dalla gestione di Priscilla Bontempi e del suo staff a quella di Fabio Perego. Che cosa è cambiato con questo avvicendamento?
«Avevamo all'opera un gruppo giovane con tanta voglia di fare ma poca esperienza. Purtroppo non si poteva fare, fare, fare senza mai guardare ai conti. C'era un bel buco nel bilancio e il sindaco di Montichiari ci ha chiesto di vedere se si poteva regolare meglio questa situazione».
Di fatto, si è arrivati a far fuori l'intero staff della Bontempi.
«C'era troppa voglia di fare, tutti bravi, ma... uno della mia età si impegna nello sport per passione, mentre i giovani hanno altre esigenze, bisogna pagarli, ed è giusto che sia così, per carità, però le spese si accavallavano».
Però ci risulta che al Velodromo si facesse molto volontariato.
«Nel mio gruppo di lavoro sicuramente sì, altri sono sempre stati rimborsati».
Diciamo quindi, per riassumere, che la Bontempi ha pagato il fatto di aver tenuto alti costi di gestione dell'impianto, pur a fronte di una stagione ricca di eventi.
«La verità è che io mi sono trovato tutto in mano, ma era una cosa più grossa di me, e senza sponsor, visto che la Fassa Bortolo, che dà il nome al Velodromo, ha pagato direttamente il comune di Montichiari. Io ho già una società dilettantistica che è una grossa spesa per me, e ho bisogno di affrontare le cose con cautela».
Lei dice che non avete avuto sponsor, eppure alcuni contratti con aziende erano stati firmati durante la gestione Bontempi.
«Tutti sponsor che ho portato dentro io, chiedendo alle aziende del bresciano, alcune delle quali già sostengono la Monteclarense; in 6 mesi la Priscilla non ha incassato neanche 5 lire, e dire che c'era un addetto commerciale che si occupava solo di questo, ma che non ci ha portato nessun beneficio».
Se può o vuole dirlo, a quanto ammontano le entrate dagli sponsor?
«60mila euro. Poi le altre entrate sono rappresentate dalla scuola di ciclismo, dagli amatori e dal bar del Velodromo».
Ci ritorneremo. Vorremmo però capire quanto fosse inevitabile porre fine a una collaborazione che pure dei risultati li aveva dati. Non è stato come cancellare 6 mesi di lavoro per ripartire poi da zero?
«Per la verità noi non abbiamo mandato via nessuno, alla fine il rapporto di lavoro si è concluso per diversità di vedute. Comunque niente è stato cancellato, stiamo andando avanti sullo stesso solco, ma con maggiore oculatezza».
Non è che anche la figura di Perego abbia giocato un ruolo? C'erano dei dissidi tra lui e lo staff della Bontempi, e lei ha optato per proseguire con Perego e non con chi c'era prima. Conferma?
«Mettiamo in chiaro le cose: Fabio ha sempre dato il suo contributo gratis, prendendo solo dei rimborsi. È uno che sa lavorare, che è nell'ambiente da tanto tempo, che sa organizzare in pista. Sui dissapori con Priscilla, io dico che bisogna imparare a camminare prima di volare: fai prima la tua esperienza, cerca di ammettere quando sbagli, se uno ti aiuta ringrazialo, impara a chiedere scusa. Poi tutti parlano di Perego e Bontempi, ma c'è altra gente che lavora per il Velodromo, non focalizziamoci solo sui personalismi».
Nel 2011 a Montichiari ci sono stati Mondiali Paralimpici a marzo, Europei Master ad agosto, Italiani a settembre, Europei Derny a novembre. E nel 2012?
«Noi siamo già attivi su strada, organizziamo 14-15 gare all'anno. Per la pista, se ci saranno sponsor, faremo anche Mondiali e 6 Giorni».
Pensa sia davvero possibile organizzare una 6 Giorni a Montichiari?
«Se viene uno e mi dice "ti do un tot" la facciamo. Diversamente, continueremo a fare l'attività che facciamo, e tra l'altro non è neanche così facile trovare il modo di infilare altre manifestazioni al Velodromo, visto che per esempio tutta l'estate ci sarà la nazionale australiana che preparerà le Olimpiadi, e dopo verrà quella neozelandese a preparare le Paralimpiadi».
Organizzerete i Campionati Italiani?
«Il 9 e 10 giugno avremo i Campionati nazionali di Omnium e ospiteremo anche quelli regionali per Esordienti e Allievi. Gli Assoluti dovrebbero svolgersi dal 26 al 29 settembre».
E riuscirete a trovare in breve tempo i 150.000 euro necessari per ospitare gli Assoluti?
«Ci stiamo dando da fare... da qualche parte li troveremo».
Diverse gare amatoriali sono state cancellate negli ultimi mesi, e abbiamo sentito lamentele anche in merito a una comunicazione giudicata carente.
«Le gare le abbiamo cancellate perché non c'era adesione. Ne avevamo fatte 5 o 6 in precedenza, ma se hai 20 corridori che gareggiano, in 4 categorie, non ha senso. Gli amatori preferiscono "girare" piuttosto che gareggiare, quando c'è stata la neve abbiamo avuto il Velodromo pieno, 200 amatori che giravano sull'anello... Il punto è che se organizzi la gara, gli specialisti son 14-15, non di più. Nelle ultime gare a invito, se ne presentavano 20 al massimo, e assicuro che la comunicazione c'è stata, con volantini e quant'altro, ma le gare amatoriali in pista non vanno più di tanto. Se si pensa che anche ai Campionati Italiani Amatori c'erano 40 partecipanti divisi in 6 categorie, abbiamo il quadro della situazione».
È vero che al Velodromo non si fa più attività con le scuole? Parliamo di 1600 ragazzi che prima venivano seguiti mentre ora...
«Il problema è il personale. Il Comitato Regionale ha promesso di farsi carico della cosa, noi non possiamo fare miracoli».
Fino a pochi mesi fa però questi 1600 ragazzi venivano sì seguiti, nell'impianto.
«Sì, ma sol perché chi si occupava della cosa - e mi riferisco agli operatori - veniva pagato. E cacciavo tutto di tasca mia».
È vero che anche i diversamente abili non sono più seguiti, da febbraio?
«Per la stessa ragione che ho appena spiegato».
Sappiamo che c'è stata una polemica per la scuola di ciclismo ferma 2 mesi mentre Perego era occupato nelle sue faccende e non aveva tempo per pensarci. E sappiamo che uno dei motivi del contendere con la gestione Bontempi erano proprio certe assenze dello stesso Perego. È vero che in una riunione in febbraio lui, che era chef de piste, se ne andò via a due ore dalla fine?
«Può anche darsi che sia così. A criticare gli altri son tutti bravi».
Ma per lei è normale una cosa del genere, è proprio così che deve andare la gestione di un impianto così importante? Alla 3 Sere di dicembre erano state messe insieme solo 8 coppie, e Perego non c'era. Era a sciare?
«Non è un problema, sono tutti utili e nessuno è indispensabile. Se uno lo paghi puoi anche pretendere, ma se fa le cose gratis, bisogna prendere tutto quello che di buono può venire. Poi non so chi vi abbia detto certi particolari, io non ho la tendenza a dire male, ma anch'io ne avrei alcune da raccontare».
Siamo qui per ascoltare.
«No, per telefono no, se ci vediamo di persona possiamo parlare liberamente».
Non abbiamo il telefono sotto controllo (almeno si spera)... può comunque parlare liberamente.
«No, preferisco parlare di persona».
Le risulta che Perego sostenesse di essere direttore del Velodromo, facendosi in qualche modo passare per quel che non era?
«Chi si è fatto passare per quel che non era è andato via. Poi, come sempre, chi più fa più sbaglia; ma credo di avere anch'io qualche merito, e non devo dire grazie a nessuno, né scusa, né prego».
Ci spiega il funzionamento del bar del Velodromo? È stato fatto un bando per assegnarne la gestione?
«Il bar è costato 110mila euro e lo sto pagando io».
Personalmente?
«Il mutuo è intestato al GC Monteclarense, e le garanzie le ho messe io».
E gli introiti a chi vanno?
«Vanno a coprire le spese di realizzazione del bar».
Quindi non al Velodromo.
«Ma sì, al Velodromo».
Il bar è gestito da sua figlia?
«Guardi, lì non c'era niente, l'abbiamo tirato su noi il bar. E se non ci fosse stato il discorso del bar, probabilmente non avrei gestito il Velodromo. La Bontempi voleva gestire lei gli introiti del bar, da lì è nata una diatriba, ma ne parleremo di persona».
Ma perché non ci dice le cose, giacché parliamo? Guardi che non abbiamo alcun problema a pubblicarle.
«Di certe cose è meglio parlare di persona».
Provando una sintesi conclusiva, diciamo che il Velodromo di Montichiari era gestito in maniera brillante ma dispendiosa da Bontempi, che, stipendiata, era sempre presente e poteva seguire tutte le varie attività; ora è gestito in maniera più oculata, ma anche più sparagnina dal punto di vista dell'attività. È soddisfatto di questo andazzo?
«Chi dovrebbe preoccuparsi non sono io, ma la Federciclismo. Che abbiamo bisogno di una mano, è risaputo; ma quando a dicembre l'abbiamo chiesta al Centro Studi della FCI, a Daniela Isetti che è amica della Bontempi, l'aiuto ci è stato negato, perché bisogna portare avanti quelli che dicono loro, altrimenti i rubinetti si chiudono. La Federciclismo ci paga 100mila euro per i 120 giorni di allenamenti della Nazionale, è una cifra che basta appena a coprire le spese vive, e noi siam qui a servirli e riverirli. Quando, con la Priscilla, sono andati via i tecnici, è andato via Fiorin, ci siamo arrangiati pagando di tasca nostra altri tecnici. Eppure dai 100 iscritti che avevamo a fine novembre, ora siamo a 350. Una piccola soddisfazione, per me, perché poi alla fine della fiera l'unico che ci mette la faccia e paga le bollette sono io».




