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Mondiali su Pista 2012: Victoria VI, è lei la Regina - Pendleton, sesto titolo iridato nella Velocità

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Nono titolo iridato per Victoria Pendleton, di cui sei nella Velocità © Bettiniphoto

I Campionati del Mondo su Pista di Melbourne hanno appena superato la metà dei giorni di gara e già ci sono argomenti a sufficienza per discutere come se fossero finiti: oggi la prima doccia fredda è arrivata quando in Italia era ancora mattino presto. Elia Viviani, che al momento si trovava al quarto posto nell'Omniun, è stato costretto al ritiro a causa di una microfrattura al bacino provocata dalla caduta di ieri nella Corsa a Punti. la caduta era stata causata dal cinese Liu a soli tre giri dalla fine della prova. Viviani era riuscito comunque a prendere il via nell'Eliminazione nonostante il dolore che sperava passasse nella notte, ma così non è stato e le radiografie hanno mostrato il danno: 6 settimane di stop e il dover seguire un Omnium senza ancora la certezza matematica della qualificazione per Londra. Invece, nonostante la sfortuna, la gara è girata a favore dell'azzurro e i 990 punti già conquistati gli sono bastati per ottenere il lasciapassare per i Giochi Olimpici di Londra: resta il rammarico per non aver preso parte ad una gara in cui poteva ancora fare bene e tentare di conquistare una medaglia. Purtroppo in questi Mondiali gli si è accanita contro la sfortuna (nonché la giuria, che meriterà un discorso a parte alla fine di questi Mondiali).

La Maglia Iridata dell'Omnium alla fine è stata vinta dall'australiano Glenn O'Shea, classe 1988, specialista dell'anello: aveva già partecipato all'Inseguimento a Squadre dove aveva conquistato l'Argento. In questa gara è stato nettamente il più regolare, senza vincere si è piazzato sempre ai primi posti e il suo peggior risultato è stato il sesto posto nell'Inseguimento Individuale: questo è un po' il bello e il brutto dell'Omnium, un atleta anche senza mai vincere può alla fine indossare la Maglia Iridata. Per l'Australia è il secondo Oro consecutivo da quando esiste l'Omnium a 6 prove, a dimostrazione di una lavoro molto specifico su questa disciplina di cui sono Campioni del Mondo anche nelle categorie juniores. Alle spalle di O'Shea si sono piazzati il canadese Zachary Bell (anche lui senza vincere prove) e il giovanissimo danese - è del 1992 - Lasse Norman Hansen, che grazie a questo Bronzo ottiene il lasciapassare per Londra 2012 superando la Polonia: Hansen è sempre stato considerato un grande talento per il suo paese e nel 2010 aveva già vestito la Maglia Iridata tra gli juniores nell'Inseguimento Individuale, prova che ha vinto anche in questo Omnium oltre che nello Scratch. Giù dal podio e un po' deluso il Campione Europeo Edward Clancy; il britannico era partito bene vincendo il Giro Lanciato ma per lui è stato fatale soprattutto il decimo posto nell'Eliminazione: ai Giochi correrà in casa e sa di essere l'uomo da battere, ma deve molto migliorare nelle gare di situazione.

Gara di situazione come lo Scratch donne che ha visto la vittoria allo sprint per la polacca Katarzyna Pawlowska, autrice di una volata spettacolare e, francamente va detto, è stato l'unico fatto rilevante di questa finale molto noiosa: i tentativi di caccia sono stati tentati solamente dalla ceca Jarmila Machacová, le altre si sono limitate ad aspettare la volata senza nemmeno tenere un ritmo di gara particolarmente elevato. All'inizio dell'ultimo giro Machacová era ancora in testa quando è stata raggiunta a tutta velocità dal gruppo che rientrava guidato dall'australiana, vincitrice della Coppa del Mondo, Melissa Hoskins; nessuna delle ragazze si è però accorta del rientro dall'alto della Pawlowska che a 150 metri dalla fine si trovava ancora a metà gruppo: le ha superate tutte con una progressione davvero imperiosa. Niente da fare per Hoskins che arriva seconda al fotofinish sulla belga Kelly Druyts e la britannica Danielle King. Per l'Italia era in gara Elena Cecchini, ma si è ritrovata fuori dai posti miglior per la volata e si è piazzata al decimo posto. Va però sottolineato come nelle prove non olimpiche si stia impoverendo sempre di più la partecipazione di livello: ma come è possibile che una Nazione onori a dovere la corsa se la sua migliore atleta deve correre nello stesso giorno anche l'Omnium? Questa sarà forse una domanda che dovrà porsi anche l'Unione Ciclistica Internazionale se non vuole che le varie specialità piano piano perdano i propri protagonisti.

Le donne hanno concluso anche il torneo della Velocità dove si è assistito alla vittoria finale di Victoria Pendleton che conquista così la sua sesta maglia iridata nello Sprint, ma è stata anche questa una gara fortemente decisa dalla giuria, troppo decisa; certe squalifiche sono davvero da dover spiegare a chi seguiva la gara. Durante la seconda prova della semifinale Anna Meares (che affrontava proprio la Pendleton) è stata squalificata per essere andata a cercare la sua avversaria, ma la manovra non è stata assolutamente rilevante ai fini del risultato finale perché la Meares andava a velocità più elevata. Peggio ancora quello che è successo in finale quando è stata squalificata Simona Krupeckaite che così non ha potuto portare la Pendleton alla terza volata per giocarsi la medaglia d'oro: la sua squalifica è stata giustificata dal gomito troppo alto, ma un'atleta deve anche fare in modo di non essere superato e questi contatti sono il minimo in un torneo di Velocità Mondiale. La Lituania avrà molto di che lamentarsi per questa decisione soprattutto in un Mondiale dove la forma della Krupeckaite era veramente notevole e la possibilità di vincere l'oro altissima.

Di peggio è successo nel torneo di Velocità maschile: iniziato nei migliore dei modi, sta finendo in modo quasi disastroso. La mattina gli atleti sono scesi in pista facendo dei tempi strepitosi: in 10 sono scesi sotto il muro dei 10" con il miglior tempo del francese Grégory Baugé (9"854) che proprio non ne vuol sapere di cedere il trono dei miglior velocista mondiale nonostante l'anno di stop forzato. La prima sorpresa si vede agli ottavi perché il francese Mickaël Bourgain manda ai ripescaggi Chris Hoy e finisce con il trovarsi nel tabellone contro l'australiano idolo di casa Shane Perkins: qui si assiste ad un'altra decisione totalmente discutibile della giuria e nella volata decisiva del quarto di finale squalifica Bourgain per un cambio di traiettoria che, come per la Meares, non avrebbe assolutamente influito sul risultato finale della volata, ossia Perkins fuori dal torneo. Non crediamo che questa decisione sia da motivare con il voler difendere gli australiani (altrimenti anche la Meares non sarebbe stata sanzionata), ma con un eccessiva voglia di protagonismo della giuria.

Sta diventando invece molto interessante l'Omnium donne che ha visto oggi lo svolgimento delle prime tre prove: al giro di boa sono in testa a pari merito l'australiana Annette Edmondson e la britannica Laura Trott, la prima vincitrice del Giro Lanciato, la seconda invece dell'Eliminazione. Proprio come la Trott corre l'Eliminazione merita una riflessione: sceglie sempre di correre a fondo gruppo, una scelta che fin'ora l'ha premiata (vinse anche nella Coppa del Mondo di Londra), ma che rimane una tecnica molto rischiosa dovendo fare una volata ogni due giri, il che provoca un dispendio energetico non indifferente. Nella giornata di domani sarà facile si contendano diverse gare perché sono molto brave entrambe nelle 3 gare chesi disputeranno ed il pronostico per la vittoria sarà davvero difficile: potrebbe avere grossa influenza il recupero delle forze. Non spaventano quasi già più le avversarie anche se si chiamano Sarah Hammer o Tara Whitten perché hanno ben 10 punti da recuperare sulle ragazzine.

Nella giornata di domani verranno assegnati ben 5 titoli: l'Omnium e il Keirin donne, l'Inseguimento Individuale, la Corsa a Punti e lo Sprint maschile. Spettacolo assicurato, quindi. Giuria permettendo.

Laura Grazioli

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