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Pista: Sei Giorni, perché bisogna salvarle - Analisi dei punti forti di questo spettacolo | Cicloweb

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Pista: Sei Giorni, perché bisogna salvarle - Analisi dei punti forti di questo spettacolo

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Yoeri Havik e Danny Stam salutano il pubblico alla Sei Giorni di Rotterdam 2012 © Bettiniphoto

Dopo esserci soffermati a meditare sulla crisi che stanno vivendo le grandi 6 Giorni europee, cercando di individuare alcuni dei loro punti deboli, è il momento di visualizzare i punti forti anche per cercare di risollevare un movimento che sembra destinato al declino.

Per scoprire i punti di forza di una 6 Giorni non c'è altro modo che viverla: a differenza di una gara su strada, che può essere emozionante anche dalla televisione, grazie alle telecamere in movimento che seguono metro dopo metro i corridori nelle loro imprese, le gare su pista danno le loro massime emozioni dalla balaustra. Solo stando all'interno di un palazzetto si può provare la vera essenza, la vera spettacolarità, la vera emozione di una gara su pista: ad ogni passaggio si sente il boato del pubblico, si può persino percepire il silenzio del respiro trattenuto in attesa dello sprint in una gara di velocità, quando i corridori si scrutano a vicenda prima degli ultimi 200 metri.

Sabato sera Cicloweb era all'interno del cuore di una delle 6 Giorni più importanti del mondo, a Rotterdam: la più spettacolare 6 Giorni olandese è stata tra le prime a sperimentare la formula di inserire ogni tipo di competizione all'interno del proprio programma di gare, riuscendo ad avere alla partenza, nelle prime edizioni femminili, anche Marianne Vos, che preparava i Giochi Olimpici di Pechino (poi vinti). Anche quest'anno la formula di è ripetuta con la presenza delle gare giovanili della UIV, le prove femminili (nelle 16 era presente anche l'italiana Laura Basso, che sabato sera si è imposta nell'Eliminazione) e le prove per gli sprinter che hanno visto al via anche il primatista del mondo, il francese Kévin Sireau, in grado di girare in 10"3 anche su una pista di 200 metri.

Quali sono dunque i punti di forza di una 6 Giorni? Quali sono le potenzialità di questo spettacolo? Il primo punto a favore è senza dubbio la brevità delle gare: poter concentrare tutta l'emozione di una gara in pochi minuti può valere il prezzo del biglietto. Un altro punto di forza è la presenza di personaggi carismatici: non serve che tutte le coppie siano forti, bastano alcune coppie significative con ciclisti in grado di attirare il pubblico, servono quindi non solo forza e abilità tecnica, ma anche simpatia e appeal con il pubblico che sappia conquistare la platea di un intero palazzetto. Nonostante la crisi del movimento i personaggi carismatici non mancano grazie soprattutto allo svizzero Franco Marvulli che oltre al suo palmarès di tutto rispetto (4 Titoli Mondiali, 5 Titoli Europei e un Argento Olimpico), può vantare una grande simpatia oltreché a un aspetto estetico non indifferente (che non guasta mai).

Terzo punto a favore è l'orario dele gare: le prove serali hanno sempre qualcosa di intrigante e anche di un po' trasgressivo; lo sport non solo come divertimento, ma anche come incontro serale, come alternativa al pub o alla discoteca (a chi entra nei parterre è richiesto infatti un abbigliamento decoroso all'ambiente in cui ci si trova). Non indifferente è anche la possibilità di andarci senza perdere ore di lavoro, visto che il resto delle gare ciclistiche si svolge al pomeriggio e spesso anche durante i giorni della settimana. Quarto punto di forza sono gli spettacoli: in realtà questo grande punto di forza può a sua volta diventare punto di debolezza quando l'intrattenimento non è all'altezza dell'evento. Vero è che è molto difficile accontentare un pubblico tanto variegato come quello che segue  le 6 Giorni, ed è per questo che la scelta dei momenti di intrattenimento deve essere fatta con cura quasi chirurgica senza relegare questo dettaglio all'ultima delle decisioni da prendere.

L'altro grande punto a favore, anzi forse il più importante di tutti, è proprio il palazzetto, il Velodromo: assistere ad una gara stando seduti, assistendo dal vivo ad ogni momento della gara, è una di quelle cose che un appassionato di ciclismo deve vivere almeno una volta nella vita. Quando si partecipa da bordo strada ad una grande corsa, oppure ad un tappone di montagna, il tifo del pubblico spesso si perde nell'aria: ora immaginate lo stesso tifo al chiuso, dove il suono rimane lì: sono emozioni impossibili da spiegare, vanno vissute.

In Italia c'è la possibilità di provare queste emozioni una volta all'anno alla 6 Giorni di Fiorenzuola, ma anche questo spettacolo per vivere ha bisogno del pubblico, del calore della gente: il pubblico non deve abbandonare le 6 Giorni, deve tornare ad affezionarsi alla Pista, ha dato grande lustro al Ciclismo e già da tempo ha dimostrato di essere la chiave del successo di molti corridori della strada. La gente deve smettere di seguire passivamente il ciclismo, deve tornare ad affollare i palazzetti, lo spettacolo per loro non mancherà.

Laura Grazioli

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