Mondiali su Pista 2011: Come brillano le medaglie azzurre! - Bronzini e Viviani, due prove maiuscole
Non si può negare che l'Italia guardasse a questi mondiali con un misto di fiducia e timore: fiducia nel grande talento di alcuni degli atleti azzurri, ma anche timore che i risultati non corrispondessero alle aspettative.
I timori e la fiducia degli azzurri si sono tramutati in due medaglie, un argento e un bronzo guadagnati da Elia Viviani e Giorgia Bronzini in due gare magistrali.
Va detto che per l'Italia la giornata non era iniziata benissimo, il quartetto si era classificato al terzultimo posto con 12 secondi di distacco dai primi: un quartetto però organizzato all'ultimo momento a causa dell'infortunio a Filippo Fortin durante la Popolarissima. Sicuramente un applauso di incoraggiamento va fatto in particolare a Michele Scartezzini già alle prese con un mondiale élite nonostante abbia solamente 18 anni.
La prima medaglia è arrivata dalla grande certezza del ciclismo femminile italiano, Giorgia Bronzini, attualmente Campionessa del Mondo della prova in linea, sempre in prima fila quando c'è da mostrare a tutti il proprio talento: Giorgia è ai vertici mondiali già da parecchie stagioni e non manca mai un appuntamento importante se non per cause di forza maggiore come la caduta dello scorso anno a Copenhagen causata dalla giovane Julie Leth.
La Corsa a Punti si era messa subito bene per la Bronzini con i bei piazzamenti nelle prime due volate (un terzo e un secondo posto) e poi è partita la fuga che ha caratterizzato metà gara: Jarmila Machacova (Repubblica Ceca), Leire Olaberria (Spagna) e Minami Uwano (Giappone) hanno iniziato la loro caccia dopo 25 giri e l'hanno conclusa dopo il 60esimo senza mai guadagnare il giro, ma avendo permesso alla ceca Machacova di vincere ben 4 volate e di mettere una seria ipoteca sul podio mondiale (e i fatti le hanno poi dato ragione).
Il gruppo non è stato sicuramente a guardare, tanto che le tre il giro non l'hanno mai guadagnato, ma non è mai stato in grado di ricucire veramente anche per lo strettissimo marcamento tra le varie atlete e quella di riferimento ossia la padrona di casa Marianne Vos: la Vos ha tentato più volte di attaccare, ma non ha mai ricevuto collaborazione dalle altre atlete in gara.
L'azione decisiva si è però svolta poco prima del 70esimo giro: appena ripresa la fuga precedente c'è stato il deciso attacco di Tatsiana Sharakova, specialista dell'Omnium, che in poche tornate è riuscita a guadagnare il giro, e i 20 punti, e con i 10 già guadagnati nelle volate si è portata decisamente e con sicurezza al primo posto.
Alla Bronzini non è rimasto quindi che concentrarsi al massimo sulle volate ha infatti vinto l'ottavo sprint e poi si è piazzata terza nell'ultimo, salendo così meritatamente sul podio, con una corsa condotta in modo più che ottimo. Delusione per Marianne Vos solo settima, ma anche per i numerosi ritiri di alcune favorite, da Leire Olaberria, fermatasi ancora mentre era in caccia, a Pascale Jeuland, Campionessa del Mondo dello Scratch 2010, fino all'australiana Sarah Kent.
Spettacolare è stata senza dubbio anche la gara dello Scratch maschile: anche questa aveva un atleta faro che tutti controllavano, Cameron Meyer. L'australiano non è certo veloce allo sprint, ma si sa che quando parte in caccia è quello che deve essere seguito.
La prova è proseguita in maniera del tutto regolare fino a pochi giri dalla fine, con i vari attacchi sempre rintuzzati anche quando davanti si sono trovati in 6 con il polacco Rafal Ratajczyk e l'olandese Wim Stroetinga: intorno al 20esimo giro è stato proprio Meyer ha incaricarsi dell'inseguimento e alla sua ruota si è portato Elia Viviani.
La corsa di Viviani è stata davvero esemplare, sempre nel vivo, sempre sulle ruote giuste, il ragazzo ha chiuso i buchi quando serviva (in particolare su Cameron Meyer) e si è risparmiato quando era giusto farlo, però forse l'attacco dell'hongkonghese Ho Ting Kwok non se l'aspettava nemmeno lui: per la verità tutto il gruppo ha sottovalutato l'attacco di Kwok, e quando è la volata era ormai imminente solo Elia Viviani ha capito che era proprio l'asiatico il pericolo maggiore.
Viviani ha dato il via all'inseguimento a 4 giri dal termine, troppo pochi per recuperare l'ormai mezzo giro di svantaggio, ma sufficienti per guadagnare uno splendido argento che però, s'è visto, a lui è andato molto stretto: può darsi che questo gli dia la carica giusta per le prossime gare a partire da venerdì, con la prova dell'Omnium: quella più importante, quella che porta a Londra, ai Giochi Olimpici.