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Doping: Contador alla rovescia - Secondo le anticipazioni sarà squalifica di un anno

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Alberto Contador ha buone ragioni per non essere troppo fiducioso © BettiniphotoLa aspettavamo domani, questa famosa sentenza che inchioderebbe Alberto Contador a una squalifica pesantuccia, e invece le anticipazioni provenienti dalla RFEC (Real Federación Española de Ciclismo) e riprese dai media spagnoli parlano già chiaro: un anno di stop per il più famoso corridore in attività, questa la proposta di sanzione espressa dalla Federazione stessa. Contador ora ha 10 giorni per aggiungere altri documenti e testimonianze a suo favore, dopodiché il Comitato delle Competizioni della RFEC valuterà il tutto, per giungere a una sentenza entro il 10 febbraio.

Se le conclusioni a cui è fin qui giunta la Federciclo spagnola sono queste, sembra difficile ipotizzare che Contador, presentasse anche la deposizione scritta del bovino da cui derivava la presunta carne contaminata al clenbuterolo, la scampi. La vicenda, che tutti conoscono, può essere brevemente riassunta così: positivo ad un test antidoping effettuato il 21 luglio scorso, durante il Tour de France da lui vinto per la terza volta, il madrileno risultò avere nel suo organismo labili tracce di clenbuterolo, appunto: la linea difensiva fu dall'inizio quella di un piatto di carne contaminata (eventualità per niente escludibile), mangiata dal campione. Ma, sempre dall'inizio, si è risposto picche alle legittime contestazioni nei confronti di un procedimento che avrebbe portato a una squalifica che, comunque la si veda, non esclude l'ipotesi della condanna di un innocente.

Il codice WADA dice che ognuno è responsabile delle sostanze che vengono trovate nel suo organismo, quindi ci si rende conto da sé che con tale ratio, è esclusa a priori la possibilità di doping involontario. Una possibilità che invece è reale, e l'ipotesi della carne contaminata (ripetiamo: meno peregrina di quanto saremmo portati a pensare conoscendo i nostri "polli") è solo un esempio.

Se un caso come quello di cui è accusato Contador porta a una squalifica di un anno, potremo dire (noi no, le istituzioni del ciclismo sì) che si fa la lotta al doping, ma bisognerà avere anche l'onestà intellettuale di dire che tale lotta la si fa fuori dal diritto, se diamo per assodato (nel ciclismo non è così scontato) che si debba punire l'imputato per cui si ha la prova provata che sia colpevole. Con la squalifica di Contador, tale prova provata non esiste. Poi magari lo spagnolo sarà veramente colpevole, ma il diritto non dovrebbe muoversi a sensazioni. Anche perché, sotto al caso di Alberto, se ne agitano altri simili (il giovane Colò ha preso un anno, il cinese Fuyu Li ne ha presi addirittura due, ma la sua federazione è pronta a uniformarsi alla sentenza Contador - che quindi farà pure giurisprudenza! - per ridurre la sanzione; pochi giorni fa è invece uscita la notizia della positività, sempre al clenbuterolo, di Nielsen).

E anche il caso che veniva preso a paradigma, quello del pongista Ovtcharov, scagionato dalla federazione tedesca, non è più tanto di moda, visto che la WADA si è appellata contro l'assoluzione chiedendo 2 anni di sospensione per l'atleta.

Si prospettano quindi tempi bui per Contador, in una vicenda in cui l'UCI era sembrata più garantista che mai, e in cui invece è il vituperato "sportificio" spagnolo a prendere le misure più drastiche.

Poi, è chiaro che un mese in più o in meno (ma soprattutto la decisione sulla data di decorrenza della squalifica) fanno molta differenza, nella nostra situazione: un anno a partire dal Tour 2010 (che ovviamente verrà tolto ad Alberto e consegnato a Andy Schleck coi gentili omaggi della ditta) impedirebbe al madrileno di essere al via della Grande Boucle, ma non della Vuelta (dove il neocorridore della Saxo Bank potrebbe dare un senso alla stagione). Ma se la squalifica decorre da agosto 2010, anche la partecipazione al GT iberico (che partirà il 20 agosto 2011) sarà a rischio per lui.

Poi, tra squalifica e assoluzione, c'è la terza via, ovvero quella del compromesso, prospettata a suo tempo anche da queste colonne: se emergerà (e soprattutto se sarà presa in considerazione) qualche ulteriore attenuante nelle carte che presenterà Contador, il collegio giudicante potrebbe optare per uno sconticino della pena: con un mese di sconto, Alberto potrebbe correre il Tour; con due mesi, rischierebbe addirittura di fare una stagione (per i suoi canoni) piena, con Delfinato, Tour e magari pure Vuelta. La forma (lo stop al dopato di turno) sarebbe salva, la sostanza (il non rinunciare all'uomo di maggior richiamo nel cuore della stagione) anche di più. Se vince il buon senso, un simile esito "politico" sarebbe il più adeguato. Purtroppo, come sappiamo, spesso nel ciclismo il buon senso non solo non vince, ma arriva fuori tempo massimo.

Marco Grassi

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